Buongiorno,
Sono un consulente residente in Italia. Per lavoro viaggio spesso e rimango per diverso tempo all'estero per conto dei miei clienti, essenzialmente per riunioni e per incontri.
Quando sono all'estero sostengo spese di vitto, alloggio e trasporto (sia pubblico che taxi), che mi vengono rimborsate dal cliente a piè di lista, come indicazione separata in fattura (expenses) e su presentazione di tutta la documentazione attestante i costi effettivamente sostenuti.
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In sede di dichiarazione annuale dei redditi come posso fare in modo che tali rimborsi non vadano a incrementare il mio reddito (essendo semplici rimborsi spese su cui non ho il ben che minimo guadagno)?
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Il mio commercialista mi ha riferito che l'unica possibilità è quella di richiedere sempre fattura, con indicazione della mia persona ma intestazione del cliente estero (comprensiva di partita IVA del cliente stesso): è corretto?
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In ogni caso, se questa procedura è facilmente applicabile per le spese di alloggio, come fare per le spese di vitto? Non solo molti ristoranti all'estero non emettono fattura, bensì semplici scontrini, ma è per di più impossibile trovare bar che emettano fattura (all'estero)!
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Come fare poi per le spese di trasporto? Né i mezzi pubblici, né i taxi possono rilasciare alcuna documentazione intestata a mio nome! Le uniche documentazioni che ottengo sono titoli di trasporto per mezzi pubblici o ricevute con percorsi da parte di taxi.
Dato che le spese all'estero possono diventare veramente importanti, tale problema mi si è presentato quest'anno in tutta la sua gravità!
Avreste gentilmente un suggerimento su come procedere?
Grazie anticipatamente