Ciao Anna!
Ti rispondo cercando di spiegare più brevemente e chiaramente possibile l’idea che mi sono fatto a riguardo
Credo che i numerosi e continui mutamenti della piattaforma, ai quali assistiamo da un biennio a questa parte, siano dovuti principalmente alla decisione di YouTube di “evolvere” la sua natura da semplice distributore ad autentico produttore di contenuti audiovisivi per il Web.
Gli Original Channels presentati agli Upfronts del maggio 2012 sono il risultato di questo cambio radicale di prospettiva da parte del gruppo di Mountain View di realizzare canali tematici dai contenuti professionali pensati per la esclusiva fruizione sul Web. YouTube (e Google) porta avanti questo progetto stringendo partnership con i più grandi brand dell'industria cinematografica, discografica, dello sport e dell'intrattenimento nonché con decine di celebrità dello star system americano.
E' un progetto su cui Google e YouTube hanno investito finora qualcosa come 300 milioni di dollari in tutto: non parliamo dei miliardi dei grandi broadcaster mainstream, ma non sono nemmeno "quattro spicci" se pensiamo al fatto che da sempre la Rete (e il Tubo in testa) è il regno dei contenuti amatoriali e delle produzioni low cost.
La vera rivoluzione sta quindi in questo a mio avviso:
1 - Creare programmi per la fruizione sul Web, organizzarli in canali e realizzarli con i modi e i tempi della Rete (non più contenuti televisivi trasferiti su Internet);
2 - Pianificare la programmazione con cadenza regolare e frequenza settimanale, giornaliera e, in qualche caso, persino in diretta: un vero e proprio palinsesto digitale.
..e come tutte le rivoluzioni, anche questa ha delle cause e delle conseguenze da tenere decisamente in considerazione per poter comprendere efficacemente la portata di questo cambio di paradigma.
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LE CAUSE**:
- Sappiamo tutti che la prima vera fonte di guadagno di YouTube è la pubblicità e gli spot che vengono affiancati ai video. Tuttavia fino al 2011 gli inserzionisti manifestavano una certa diffidenza a investire in campagne pubblicitarie da affiancare ai contenuti amatoriali (notoriamente improvvisati e dal seguito imprevedibile, oltre ai contenuti spesso inadeguati ad essere affiancati agli annunci). Il contenuto monetizzabile in mezzo alla sconfinata mole di materiale audiovisivo sul Tubo era poco più del 10% (e già solo questo si traduce in un fatturato di 5 miliardi di dollari nel 2011, il doppio del 2010).
Ma se la piattaforma gestita da Google inizia a realizzare serie, fiction, reality, talk show e decine di altri programmi di intrattenimento e li organizza in canali e con programmazione regolare, allora parliamo di contenuti su cui l’industria pubblicitaria è in grado di pianificare campagne pubblicitarie a lungo termine e ben mirate, proprio come in televisione, anzi meglio: gli Original Channels incontrano le nicchie di pubblico mal servito o insoddisfatto dalla programmazione mainstream. In altre parole: avremo magari poche migliaia di spettatori per ogni canale, ma saranno spettatori coinvolti e disponibili a investire tempo, energie e denaro e – perché no? – a “sorbirsi” qualche spot inerente i loro contenuti preferiti.
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L’idea di un palinsesto regolare e delle personalità coinvolte nei vari progetti (ne nomino solo alcuni: Madonna, Ashton Kutcher, Shaquille o'Neal, Julia Stiles, Ray William Johnson) dovrebbe invogliare gli spettatori a tornare più volte su YouTube e a restare collegati più tempo possibile (in tv si sceglie indicativamente ogni 15’-30’, su YouTube siamo si e no sui 3’-5’). Gli Original Channels dovrebbero servire anche a questo: allargare il bacino di utenza di YouTube e fidelizzare il pubblico abituandolo a spettacoli regolari e appuntamenti prefissati.
LE CONSEGUENZE:
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Gli effetti di tale cambiamento sembrano quasi scontate: le numerose trasformazioni dell’interfaccia di YouTube servono a mettere maggiormente in mostra l’offerta dei canali di YouTube e a facilitarne le modalità di iscrizione ai contenuti preferiti, mettendo al centro non più (o non solo) i contenuti ma anche gli utenti e le possibilità che il Tubo offre loro.
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La diversa organizzazione dei contenuti e delle playlist richiamano nemmeno troppo vagamente l’organizzazione grafica per la fruizione televisiva digitale, ed ecco spuntare sul mercato la Google TV. L’apparecchio realizzato insieme alla Sony per proporre i contenuti di YouTube con modalità grafiche e interattive simili a quelle che propongono alcuni servizi di IPTV, le TV satellitari o il VOD.
Non voglio dilungarmi più di quanto non abbia già fatto ma ho ritenuto opportuno dedicare qualche riga (giusto qualche riga ) alle diverse prospettive da cui si possono osservare i mutamenti della piattaforma di questo biennio.
Chiaramente gran parte di quanto scritto sopra resta circoscritto al contesto statunitense dal momento che i contenuti originali per il Web sono partiti da lì e, solo da 2-3 mesi, sono arrivati in Europa (Inghilterra, Germania, Francia, Spagna).
Questa “apertura” ai professionisti e agli inserzionisti rischia di far allontanare dalla piattaforma gli utenti amatoriali che fin dai primi anni di attività avevano reso il Tubo quello che è oggi.
Il progetto NextUp, alla sua seconda edizione, risponde proprio all’esigenza di continuare a coinvolgere in qualche modo gli utenti amatoriali e i dilettanti attraverso un contest che premia il più creativo o il più originale tra i progetti proposti.
Insomma, per chiudere, se si vuole analizzare con un raggio interpretativo più ampio le evoluzioni del Tubo e dell’online video in generale (di certo YouTube non è né il primo né tantomeno l’unico a percorrere questa strada ) bisogna calarsi secondo me in tutti questi contesti, considerare le trasformazioni da più punti di vista e riflettere su come gli attori in campo si influenzano reciprocamente: YouTube, Google, gli utenti, i broadcaster, i produttori di hardware, le compagnie telefoniche, gli inserzionisti, i Service Provider analizzati singolarmente non danno l’idea della portata del cambiamento in atto, così come gettare singolarmente in un tegame uova, latte, zucchero e farina non fanno una torta
Un saluto a te e tutto il Forum e ringrazio chi ha avuto la pazienza di arrivare alla fine di questo post
P.S. - essendo un "novello" non ho potuto inserire la decina di link che avrei voluto proporvi per cui mi sono limitato a questo solo post, sebbene possa apparire piuttosto incompleto. Al vostro interesse e alla vostra curiosità lascio il seguito