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    alberto643

    @alberto643

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    Post creati da alberto643

    • RE: gatti randagi e normativa

      Buonasera, mi sono appena iscritto, dopo aver letto i vari interventi su questo argomento.
      Vorrei riaprire il discorso chiedendo un parere all'esperto.
      Lavoro in una grande azienda produttiva in provincia di Napoli, dove alcuni anni fa siamo arrivati ad avere un elevato numero di gatti.
      La situazione era diventata insostenibile sia per le persone che per gli animali. Non insensibile al problema, per mia personale iniziativa, nonostante i consigli contrari di molti, mi sono prodigato per fare intervenire un paio di associazioni animaliste per fare sterilizzare le bestiole e limitare lo scempio di gattini morti nelle officine o di gatti adulti che spesso si ammazzavano tra loro. Ciò è avvenuto in forma gratuita ed io stesso, su richiesta dell'Azienda mi sono trovato ad accompagnare i veterinari durante i loro interventi o a portare all'esterno le bestiole per le sterilizzazioni, per poi rimetterli sul posto di cattura.
      Al momento, dopo alcuni anni di questa attività, l'associazione che si sta continuando ad interessare dei gatti in Azienda, sebbene i gatti siano tutti sterilizzati, interviene con sverminazioni e trattamenti antiparassitari ed io, sebbene secondo un protocollo di intesa, scritto privatamente tra l'associazione e l'azienda, risulti il referente della colonia, sono stato escluso dalle informative, che un tempo venivano emesse regolarmente, circa il censimento dei gatti e le statistiche di ogni intervento. Con mio grande rammarico sto apprendendo che la legge che vieta la deportazione di gatti in luoghi diversi da quelli dove vivono, debba essere indirizzata anche da alcune associazioni animaliste, talvolta non eslusivamente interessate alla tutela degli animali.
      Ritengo che inconsapevolmente, la stessa Azienda, permettendo l'accesso del furgone del veterinario, senza più alcun controllo sulla attività che si continuano a svolgere, stia agendo incautamente.
      La soluzione sarebbe quella di fare riconoscere ufficialmente la colonia ma ho inteso che in Campania ciò dipende dall'ASL che, come mi ha anche confermato l' ENPA, sicuramente farà verifiche ed ispezioni in proprietà privata che potrebbero addirittura avere esito negativo. Da dipendente mi trovo in una posizione molto delicata e, non essendoci nessun referente della colonia, a parte me, non credo sia gradita l'evenienza sopra descritta ai vertici aziendali, soprattutto in una situazione riorganizzativa abbastanza complessa e delicata.
      Qualche suggerimento per continuare a garantire una vita dignitosa a questi incolpevoli animali nati per loro sfortuna in un grande complesso produttivo?
      Grazie

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