@davide-del-medico Non è così. Il social non cambia da intermediario ad editore, in base a come lo considerano i singoli, cambia in base a ciò di cui è responsabile.
@giorgiotave cerca la risposta SI o NO con adeguata motivazione.
La questione è proprio sulla responsabilità di ciò che viene pubblicato, se la violazione può essere o meno ascrivibile solo all'utente o anche al social.
Il social può essere punito per quello che pubblica un suo utente? Se si, è giusto un ban. Se no, se è un "semplice" (con tutte le virgolette del caso) intermediario, invece no.
Fare lo stream di materiale protetto da copyright viola la legge, esercitare libertà di opinione no (non ancora, non ufficialmente, almeno in Italia). Istigare a violare la legge si.
Immagino che in tanti state pensando in questo momento a qualcuno che in Italia si trova all'opposizione, ed in quanto tale, sareste felici di zittirlo, come chi è (ovviamente) al governo.
Sarebbe giusto? Dipende da quello che scrive.
Ecco, a decidere su questo ci sono i tribunali, i giudici, c'è la legge, al di sopra della quale non può e non deve esserci un ente privato con sede altrove che "però opera in Italia".
Per me quindi un ban arbitrario non è giusto, se un social mette il cappello da semplice intermediario e pretende di non poter essere chiamato in causa per ciò che viene pubblicato.
E' giusto il ban se poi è possibile far causa ad un social quando riesce a censurare determinati contenuti ma poi continua a lasciare disponibili per ore (e lo si può dimostrare) per esempio i video dei suprematisti bianchi che compiono stragi.
Se non ci fosse responsabilità su ciò che viene pubblicato, saremmo buoni tutti ad inventarci dei social coi contenuti degli altri.