• Super User

    In memoria dei morti dell?Abruzzo

    Lì dove c?era una città dal solenne aspetto
    oggi vi albergano macerie e detriti,
    a frotte barbari senza alcun rispetto
    calano ad intervistar i morti ed i feriti

    da sguardo fiero e d?orgogliosa stirpe
    gli aquilani piangono i caduti
    d?un terremoto e di un inganno turpe,
    invocando i loro figli mai vissuti

    trema la terra di dolore accorta
    crollano case come castelli di sabbia
    fugge la gente con la sua propria sporta
    gridando al ciel la rovinosa rabbia

    scrivete del cielo cupo dell?Abruzzo
    che oggi qui ogni pensiero è spento,
    incredulo di fronte ad ogni palazzo,
    ogni immagine sbiadita, ogni taciuto canto

    l?aquila mesta ed ammantata a lutto
    volteggia bassa a frugar tra le macerie,
    mentre esplode un gemito a dirotto
    s?alza il rifiuto dell?ennesima barbarie

    anonimi angeli giunti sul luogo ferito
    volontari da ogni lontana regione
    mettendo da parte lo sguardo attonito
    lavorano con umile abnegazione

    un dubbio cresce nella memoria cieca
    case abusive e leggi mai applicate
    hanno arricchito gente vile e bieca
    ma sterminato quelle innocenti vite

    quante tragedie dovremo ancor vedere
    in questo bistrattato e povero Stivale
    quante altre volte cadranno le barriere
    delle nostre case e di pianura alluvionale

    quanti morti per finalmente poi capire
    per evitare l?ennesima tragedia annunciata;
    quand?è che l?uomo imparerà ad amare
    il proprio fratello, e questa terra bistrattata

    non è la Natura che disdegna l?uomo
    non è la Terra che mostra le sua braccia forti
    è l?uomo che specula su un altro uomo:
    è ora che i vivi chiedano perdono ai morti!


  • Moderatore

    Per una storia in cui è difficile trovare le parole adatte anche solo per pensarci, mi sembra tu le abbia trovate.

    E le hai scritte tutte, e scritte per bene.

    Un dignitoso urlo di rabbia italiano, in rima baciata.

    Grazie.


  • User Attivo

    La città dell'amore

    Ed io che fui Perito Edile
    e che Poliziotto fui Locale
    dell'Antiabusivismo Edilizio
    nella città dell'amore,
    ed io che ora son
    tecnico
    nello stesso ramo
    e per di più
    alle demolizioni addetto,
    io so ciò che non vorrei,
    dell'orribile realtà
    del peso insopportabile
    di piani in più
    della vita
    resa morte.


  • Moderatore

    Un aumento della cubatura della rabbia
    per un Paese costruito di notte,
    all'ombra di tutte le norme, buone e cattive.

    🙂


  • Super User

    Grazie a voi:)