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Pensieri spettinati - Stanisław Jerzy Lec
Occorre un'abilità non comune per condensare in pochissime parole un concetto profondo, una visione originale, una straordinaria arguzia satirica e un genuino guizzo geniale; gli autori che riescono nell'impresa sono oltremodo rari e le loro produzioni - battute, aforismi, pensieri, considerazioni - restano impresse nella mente del lettore per sempre.
Presento ai frequentatori del Forum GT (specie a chi passa per la piccola Biblioteca) uno di questi miracolosi creatori dalla penna affilata come coltello, degno continuatore dell'opera di persone come Jorge Luis Borges, Oscar Wilde, Willam Shakespeare o il greco Archiloco di Paro.
Sto parlando di Stanisław Jerzy Lec, splendido aforista austro-ungarico nato a Leopoli nel 1909 da ricca e raffinata famiglia ebraica e morto a Varsavia nel 1966 dopo essere sopravvissuto alla prigionia in un campo di concentramento, essersi unito ai partigiani anti-nazisti ed aver rappresentato un punto di riferimento per l'élite culturale europea nel periodo tra le due guerre mondiali.
La sua opera è raccolta in numerose antologie di aforismi, fulminanti sentenze e glaciali punzecchiature: la più famosa è la silloge intitolata "Pensieri spettinati" (1977), che oggi è disponibile nell'ottima traduzione italiana di P. Marchesani e R. Landau per i tipi di Bompiani (ISBN: 88-452-4934-4).
Vi si trovano all'interno piccole gemme preziose e graffianti spunti satirici, delicate riflessioni e inattesi capovolgimenti logici. Nella presente discussione posterò alcuni degli aforismi ivi raccolti - quelli che più mi hanno colpito - mettendoli a disposizione di tutti per commenti, dibattiti e- perché no? - eventuali repliche creative.
Cominciamo con i primi cinque:
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Non civettare con la serva del tiranno; ti potresti avvelenare mangiando le sue polpette.
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L'arte fu la sua passione. La perseguitava.
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Sesamo, apriti - voglio uscire!
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Chi ha mai visto una lacrima uscire dall'occhio della Provvidenza?
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Chissà che cosa avrebbe scoperto Colombo se l'America non gli avesse sbarrato la strada.
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Altri otto "Pensieri spettinati" per voi, grazie alla penna geniale di S. J. Lec, più affilata di un rasoio, più implacabile di una ghigliottina, più letale di un raffinato veleno...
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Non chiedere a Dio la strada per il Cielo: ti indicherà la più difficile.
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Quando un mito viene a cozzare contro un altro mito, lo scontro è quantomai reale.
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Non si può suonare un "inno alla libertà" con gli strumenti della violenza.
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La lotta per il potere va condotta contro di esso.
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Da quando si è messo in piedi sugli arti posteriori, l'uomo non sa più riacquistare l'equilibrio.
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Orribile è il bavaglio spalmato di miele.
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Il gambero arrossisce dopo la morte. Che finezza esemplare, in una vittima!
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I giovani delinquenti non hanno un avvenire sicuro. Possono ancora diventare persone per bene.
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E ancora, dello stesso autore...
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Com'è difficile provocare un'eco nelle teste vuote!
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Peccato che per andare in Paradiso si debba salire sul carro funebre.
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Anche l'anima, ogni tanto, deve stare a dieta.
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Il Mare dell'Indifferenza è burrascoso.
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Anche una busta vuota ma sigillata contiene un segreto.
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Esistono vegetariani tra i cannibali?
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"Un domani migliore" non dà mica la certezza di "un dopodomani ancora migliore".
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In cima ad ogni vetta si è sull'orlo dell'abisso.
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