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Ciao Ministry,
la PEC consente di dare valore di prova legale dell'invio e del ricevimento della mail e del suo contenuto (che viene allegato al messaggio del gestore), come fosse una raccomandata con ricevuta di ritorno. E' uno standard solamente italiano. Il gestore della PEC è obbligato a fornire un messaggio di invio, uno di presa in carico da parte del sistema, e uno di ricevimento (oppure di non ricevimento). Tutti questi elementi hanno valore di prova legale.
Per quanto riguarda la possibilità di spedire pec ad indirizzi non pec, non saprei:bho:, credo bisognerebbe chiedere ai singoli gestori, perchè possono aver dato implementazioni diverse. Quella che uso io al momento non consente nemmeno l'invio a indirizzi non-pec.
In ogni caso, ovviamente, non saranno forniti i messaggi di ricevuta, probabilmente solo quelli di invio e presa in carico.Faccio presente che anche le normali mail (non certificate) hanno una validità giuridica, anche se minore forza probatoria. In particolare esse vengono trattate alla stregua di telegrammi (che non sono generalmente sottoscritti, pensiamo a quelli dettati al telefono). Un riscontro sulla persona che invia una normale mail è dato dall'autenticazione del server mail (come del resto accade per la pec), mentre non vi è un riscontro sul ricevimento da parte del destinatario. Le normali mail sono comunque considerate in grado di manifestare una volontà giuridica (ad esempio per concludere un contratto).
Recentemente è stata bocciata l?introduzione dell?obbligo di adozione della PEC da parte di aziende e liberi professionisti.
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Ti ringrazio per l'esauriente risposta.
Da quanto ho capito, dunque, l'invio da mail pec a mail pec equivarrebbe giuridicamente ad una raccomandata con ricevuta di ritorno, no?
Invece l'invio da pec a non-pec certificherebbe la spedizione ma non l'arrivo quindi, in sostanza, ha il valore dell'invio da una casella normale ad un'altra...Tralasciando un attimo il discorso "posta certificata", se il destinatario mi conferma la ricezione inviandomi una risposta che cita interamente il messaggio originale, questo che valore ha in caso di future contestazioni?
(immagino tuttavia questo avrebbe efficacia solo per il "testo semplice", mentre sarebbe arduo provare di aver incluso anche qualche allegato...)
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L'invio da pec a pec è equivalente ad una raccomandata a/r. Da pec a non-pec dipende da come è implementata dal gestore. Può anche essere che non certifica nulla. La mia non parte proprio.
Se ti reinvia la mail è come se dicesse l'ho ricevuta. E' prova che sulla sua casella è arrivata quella mail e qualcuno la ha letta. Non prova su chi la abbia letta. Solo un indizio valutabile dal giudice. Per quanto riguarda gli allegati, se non sbaglio nell'header della mail dovrebbe essere indicati gli allegati. E l'header non è modificabile dall'utente.
Sul punto però dovrebbe dire qualcosa di più un tecnico.
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@bsaett said:
Recentemente è stata bocciata l?introduzione dell?obbligo di adozione della PEC da parte di aziende e liberi professionisti.
Quindi non è più obbligatorio l'utilizzo di una PEC?
La nostra società (una srl) deve fare una comunicazione entro il 30 marzo (Libro soci delle S.r.l. - Dal 30 marzo 2009 soppresso l'obbligo di tenuta) e il nostro commercialista mi posto il dubbio, dice:
Quale conseguenza dell'adempimento da effettuarsi entro il 30 marzo c.a., sembrerebbe esserci la necessità di dotarsi di apposita casella di Posta Elettronica Certificata. Al riguardo vogliate dotarvi del necessario entro il più breve tempo possibile.
Mi sembra alquanto assurdo che una società debba dotarsi appositamente di un'altra casella di posta diversa dalle sue attuali per fare questo o altri adempimenti...
Saranno in pochissimi, ma chi non vuole avere a che fare con computer, email e siti?
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Pare che la situazione sia nuovamente cambiata. Nel recente decreto anticrisi si rende obbligatorio fornirsi di PEC a imprese e professionisti. In realtà a leggere il decreto si vede che tale obbligo è dilazionato nel tempo, per cui le imprese devono dotarsi della PEC entro 3 anni, i professionisti entro 1.
Inoltre le comunicazioni tra i suddetti soggetti (e le pubbliche amministrazioni ) possono avvenire con PEC anche senza autorizzazione. Ovviamente se già dotate di PEC.
Il legislatore fa riferimento alla possibilità di usare metodologie analoghe alla PEC (non chiedetemi quali, non si capisce!).
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Grazie per il chiarimento.
Il mio commercialista deve preparare la pratica che spedirà telematicamente e dice che deve indicare la casella PEC aziendale...
Ne deduco che un'azienda non può aspettare 3 anni per dotarsene se deve essere indicata in una comunicazione ufficiale, a meno che non si possa utilizzare nel fratempo anche una normale casella.
Il commercialista mi consiglia, visti i costi irrisori, di non rischiare anche se a me da un po' fastidio questa situazione tutta italiana...Ne approfitto per porre un quesito posto dal mio stesso commercialista:
una raccomandata con ricevuta di ritorno risulta pervenuta e letta grazie alla data di ritiro e firma della stessa.
Nella posta certificata come funziona? Perché riceverla non è sinonimo di averne presa visione... Se si è in vacanza, può succedere di leggerla anche dopo svariati giorni e se arriva una qualche comunicazione che da tot giorni di tempo per rispondere può arrecare molti danni se viene presa per buona solo la data di ricezione...
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Da quello che leggo nel link postato deduco che la PEC non è obbligatoria adesso. Per cui le comunicazioni si fanno esattamente come si facevano prima. Entro i termini di cui alla legge sarà obbligatorio dotarsi di PEC o casella postale con caratteristiche analoghe per le comunicazioni.
Ma mi rendo conto che la cosa non è proprio chiara.Per la PEC la situazione è analoga alla raccomandata AR. Ciò che si certifica è che la raccomandata sia giunta all'indirizzo del destinatario, non che sia stata letta. Quindi si presume per legge che una volta giunta al suo indirizzo, questi la ha letta a meno che non dimostri il contrario (prova alquanto difficile, tra l'altro). Lo stesso accade per la PEC. Nel momento in cui giunge all'indirizzo (elettronico) del destinatario si presume che questi l'abbia letta, a meno che non provi il contrario (disfunzioni del server, anche qui la prova è alquanto difficile). Ciò comporta, ovviamente, che tutti coloro dotati di PEC dovranno attrezzarsi per poter leggere la posta tutti i giorni o quasi indipendentemente da dove si trovano.
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Ciao a tutti,
mi inserisco in questa conversazione perchè ultimamente ho aperto una casella pec come privato.
Questa posta pec a mio avviso se per le aziende ed i liberi professionisti va abbastanza liscia altrettanto non lo è per i privati infatti se ci fate caso nelle ricevute di accettazione/consegna non compare mai, in modo "ufficiale" il nome della persona intestataria della casella pec ma solo l'indirizzo di posta pec. Ora essendo un privato, come faccio a dimostrare che quella casella pec mi appartiene? Diverso è il discorso per le aziende ed i liberi professionisti, ci sono appositi albi nei quali registrare tale informazione.
Ho scritto al CNIPA per chiedere chiarimenti ma mi hanno risposto che non è di loro competenza che dovevo chiedere lumi al fornitore del servizio. Ho telefonato al fornitore del servizio e dopo 5 telefonate e panico iniziale perchè non sapevano cosa rispondermi, alla fine gli ho chiesto di mandare un pezzo di carta (con posta certificata) dove si diceva appunto che quell'indirizzo di posta era intestato a me .... giusto il mio nome ed il codice fiscale sono riuscita a fargli scrivere ... di più era decisamente troppo.
Altra questione è che di fatto se osservate i vari messaggi come sono nel server a mio avviso come tali non possono avere un valore legale in quanto sono dei semplici file in formati diversi ma che non certificano niente. Diverso è se li scarico nel mio Outlook dove la Microsoft (e sottolineo la Microsoft) mi fa apparire in alto a destra la coccardina che contiene le informazioni sulla certificazione ... quello si che ha valore legale.
Ma allora, se io non volessi scaricare dal server la posta, non avrei in mano assolutamente nulla ....Non so se mi sono spiegata.
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Ciao Marcella,
a quanto ho capito io la certificazione avviene lato server, non sei tu che devi avere in mano qualcosa per dimostrare di aver spedito una lettera, ma il tutto avviene tramite le verifiche lato server dove sono depositate tutte le ricevute.
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Ciao Acf,
in teoria hai ragione perchè così dovrebbe essere però devi tenere conto del fatto che i vari gestori tengono copia dei messaggi solo per 30 mesi dopo di che cancellano tutto. Quindi se tu hai un problema al 31° mese, se non ti sei conservato una copia del messaggi, in modo legalmente valido, come fai?
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Più che altro bisogna vedere se è realmente necessario fare riferimento ad un messaggio vecchio 2 anni e mezzo...
Dovresti fare degli esempi per capire se i 30 mesi sono effettivamente pochi per l'uso della posta certificata.
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Ciao Acf,
vedila così: quando devi spedire un documento a qualcuno (o comunque qualcosa di importante) mandi in genere una raccomandata A/R e lo fai perchè vuoi avere una traccia di ciò che hai mandato. Poi prendi la ricevuta che nel frattempo è ritornata al mittente e la metti in un cassetto e non ci pensi più. Se dovesse essercene bisogno, apri il cassetto, prendi la tua ricevuta ed in qualunque momento puoi dimostrare che tu quel documento lo hai spedito, in quella data ed a quel destinatario.
Se i vari gestori tengono traccia del mio messaggio solo per 30 mesi, per il 31° mese devo essere stata io previdente ad essermi conservata una ricevuta valida dell'operazione.