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Preventivo *****
Salve a tutti,
sono un libero professionista con p.iva regime dei minimi.Ho sottoposto un preventivo ad un cliente, che lo ha accettato senza chiedere delucidazioni; mi sono reso successivamente conto che ciò che ho scritto non è chiaro e potrebbe essere interpretato in (almeno) due modi diversi. Ecco il testo, tale e quale:
"L'ammontare complessivo è pari ad ? 1.000. Il servizio non sarà assoggettato ad iva ai sensi dell'art. 1, comma 100, della legge finanziaria 2008."
Non avendo specificato se il compenso è al netto o al lordo, il dilemma è evidente. Ci sono leggi, sentenze o consuetudini che permettono di sottintendere in maniera chiara a quale dei due compensi si fa riferimento?
In altre parole, se dico al cliente che il compenso è netto - come voleva essere nelle mie intenzioni, sigh - ha qualche diritto a lamentarsi?Grazie a chi potrà darmi una mano!
Enrico
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Ciao,
rileggendo la mia domanda mi rendo conto che forse non mi sono spiegato bene. In sostanza, la fattura si compone di queste voci, di cui la ritenuta d'acconto è il nocciolo del problema:A - Onorario
B - Contributo INPS (4% di A)
C - Contributo INARCASSA (2% di A+B)
D - Totale (A+B+C)
E - Ritenuta d'acconto (20% di A+B)
F - Imposta di bollo
G - Netto da pagare (D+E+F)Nelle mie intenzioni la cifra indicata nel preventivo è la riga G, al netto quindi della ritenuta d'acconto. Ma per avere quella cifra dovrei indicare un compenso (riga A) di circa 1170 euro, che potrebbe essermi contestato come aumento ingiustificato.
Come devo comportarmi? Posso a qualche titolo indicare un compenso di 1170 euro invece che 1000, adducendo questa giustificazione?
Grazie mille in anticipo se vorrete aiutarmi!
Enrico