• User Attivo

    Ti ringrazio per la risposta. la questione rimane comunque molto complessa, e ci limita molto.
    A questo punto anche io che sponsorizzo emule, potrei essere vittima di "favoreggiamento" nell'illecito. Perchè su Emule, si sa, ci si scambia di tutto....
    QUindi non capisco bene... Ma nel dubbio, preferisco mantenere il p2p in generale, ed anche lo streeming (e siti annessi) lontani dal mio sito.
    Anche se questa mi sembra una vera e propria censura.


  • Super User

    Forse mi sono spiegato male.
    Pubblicizzare Emule è del tutto lecito, in quanto lo strumento in se è lecito (a differenza di alcuni software che craccano le protezioni). Infatti i software P2P sono nati per la trasmissione veloce dei dati delle ricerche delle università americane.
    Il punto non è quindi legato allo strumento, ma all'uso che se ne fa.
    Puoi pubblicizzare Emule senza problemi, ma se dici che con Emule puoi scaricarti il file XYZ, protetto dal diritto d'autore, allora la tua "pubblicità" diventa illecita. Nella fattispecie lo è di certo in quanto Emule non è un sito sul quale ci si può imbattere casualmente, e quindi vedere un contenuto illecito (in questo caso risponderebbe del contenuto illecito solo il sito), bensì un software che devi attivare e sul quale devi cercare appositamente il file. Mi pare ovvio che in questo modo si aggiunge una attività ulteriore, alla pubblicità di Emule, che potrebbe essere ritenuta favoreggiamento della distribuzione del file piratato.
    Spero di essere stato un po' più chiaro. 🙂


  • User Newbie

    Ciao a tutti! Volevo esporvi il mio dubbio: recentemente ho cercato di informarmi sulle leggi che regolano il diritto di autore e ho trovato questa legge:
    URL=w.ww.interlex.it/Testi/l41_633.htm#1", in particolare nell'articolo 70 c'è scritto che è consentita la libera pubblicazione su internet di opere protette a patto che siano degradate, gratuite, e che lo scopo della pubblicazione sia didattico o scientifico.
    Se io volessi aprire un forum dove si discute di cinema, con schede di approfondimento sui film, critiche ecc. ...potrei permettermi di pubblicarli (naturalmente degradati e in via gratuita)?
    il mio scopo sarebbe didattico, come è didattico quello di un'antologia di italiano... si trova la poesia e poi l'approfondimento critico...
    in questo caso ci sarebbe un film e poi la scheda critica... tutto qui.
    I film verrebbero trasmessi in streaming direttamente su una delle pagine del sito; niente link, niente pubblicità ne altro che possa ricondurre ad un profitto.
    Grazie in anticipo dell'aiuto!


  • Super User

    Ciao Totemagoso,

    se intendi i film assolutamente no.
    La pubblicazione riguarda immagini e musiche, per uso didattico o scientifico. Il progetto da te proposto non è nemmeno didattico o scientifico ai sensi delle legge.


  • User Attivo

    @bsaett said:

    Ciao ForumDonne,

    non ho capito la domanda. Intendi: mettere un link ad un sito che pubblicizza link ad altro sito che contiene materiale illegale ?:?
    Il punto è sempre lo stesso. Se col link si agevola la fruizione del materiale illegale, allora il link diventa illegale anch'esso, anche se indiretto.
    Se invece il link non favorisce tale fruizione, il link è lecito.
    Il problema è su quel "favorire la fruizione". In genere non è considerato illecito pubblicizzare con link un sito che distribuisce materiale illegale (tranne materiale pedopornografico e scommesse online), purchè la fruizione dal sito linkato sia diretta. Cioè trovandosi casualmente sul sito (senza passare per il link) potrei tranquillamente imbattermi nel materiale illegale.
    Se invece il link, o eventuali istruzioni allegate, rendono possibile raggiungere materiale illegale non raggiungibile altrimenti (es. materiale inserito in siti di hosting dove senza il link preciso quel materiale non è liberamente visibile), allora il link diventa automaticamente illecito in quale agevolatore della condotta illecita.
    Per questioni precauzionali, però, mi sento di dire che è sempre preferibile non linkare mai materiale illecito, visto che le interpretazioni in materia possono mutare col tempo.

    Scusate tutti se uppo questa discussione vecchia ma sono alquanto perplesso....

    ci stai dicendo che il vero male della pirateria sia google. Se facessi un sito nel quale presenterei un film e metterei non un link ma bensì un code

    xxx.un_qualsiasi_sito_warez.xx/link_ad_un_film
    ```che addirittura ha oscurato quel topic per renderlo visibile ai soli iscritti...
    
    io sarei colpevole di favoreggiamento mentre google no?
    Allora tanti ma tanti blog sono illegali, chi non ha fatto un articolo che linka un servizio che risulta illegale? (tutti i vari streaming, download)

  • Super User

    @pippocl said:

    ci stai dicendo che il vero male della pirateria sia google

    Dove avrei detto una cosa del genere ?:?

    Per quanto questa materia ci sono varie pronunce giurisprudenziali, alcune in contrasto tra loro. Tutto quello che posso dire è che attualmente in linea di massima viene ritenuto illecito il favorire l'accesso a contenuti illeciti (video piratati ad esempio). Se il contenuto illecito è normalmente invisibile a terzi, cioè per accedervi è necessaria una attività particolare (come avere un codice di acesso oppure un link), il favorire l'accesso a tali contenuti è ritenuto illecito di per sè.
    Se invece il contenuto illecito è normalmente visibile a terzi senza necessità di attività ulteriori, quindi si può trovare capitando per caso sul sito, oppure facendone una ricerca tramite Google, allora il link in questione non è ritenuto illecito ma è illecito il contenuto in sè e l'attività di condivisione sul sito del contenuto medesimo.

    Per la questione di Google si deve anche precisare che il motore di ricerca svolge la sua attività senza favorire nessuno, e indicizza automaticamente tutto quello che trova di indicizzabile in rete. Per cui non vi è, nei dirigenti di Google, alcuna volontà di indicizzare (quindi favorire) contenuti illeciti.
    Cosa ben diversa è l'attività di chi, coscientemente e con precisa volontà di favorire la diffusione del contenuto illecito, inserisce nel proprio sito o blog un link oppure un codice o qualche cosa che renda possibile accedere ad un contenuto illecito normalmente non visibile a tutti. In questo caso vi è quello che giuridicamente si definisce "dolo".


  • User Attivo

    Anche io sono daccordo che si debba ritenerlo un favoreggiamento di un illecito..
    e sebbene lo faccia involontariamente google è il capo dei capi ANCHE in questo... tutto qui xD

    Volevo ringraziarti del tuo parere da esperto e al contempo vorrei rendere la discussione più piccante e sottile 😄

    Se indicizzassi una pagina web ad esempio:

    Title:Streaming sport xxx vs yyy Guarda la partita (attività illecita)

    Body:Per guardare la partita clicca qui (banner pubblicitario)

    E' una finta attività illecita ma del tutto legale???

    Spero di essermi spiegato..e che tu possa rispondermi 😉


  • Super User

    Ciao Pippocl,
    ribadisco che non esistono gli estremi per ritenere Google colpevole di alcunchè.

    Per quanto riguarda l'esempio da te posto, non credo di averlo capito. :mmm:


  • User Attivo

    Ciao a tutti,
    scusate se riuppo questa discussione ma interessa molto anche a me.

    Se io dovessi creare un social network (tipo facebook) dove può capitare che la gente possa creare la propria fan page ed inserirci magari link agli streaming video di megavideo ad esempio.

    E' possibile ciò?

    Potrei inserire nel mio social network un disclamer del genere?:

    ATTENZIONE: I Link presenti non hanno lo scopo di distribuire file di backup di DVD/CD in quanto protetti da registrazione e password e rappresentando quindi, archivi personali. Solo previa registrazione puoi usufruire di questi link e scaricando i file di Rapidshare o megaupload, dichiari di possiedere i backup dei DVD originali. Il sito xxx non ha NESSUNA RESPONSABILITA’ se questi file vengono usati in qualsiasi altro modo.


  • User Attivo

    Ciao a tutti,
    scusate se riuppo questa discussione ma interessa molto anche a me.

    Se io dovessi creare un social network (tipo facebook) dove può capitare che la gente possa creare la propria fan page ed inserirci magari link agli streaming video di megavideo ad esempio.

    E' possibile ciò?

    Potrei inserire nel mio social network un disclamer del genere?:

    ATTENZIONE: I Link presenti non hanno lo scopo di condividere e distribuire file di backup di DVD/CD in quanto protetti da registrazione e password e rappresentando quindi, archivi personali. Solo previa registrazione puoi usufruire di questi link e scaricando i file di Rapidshare o megaupload, dichiari di possiedere i backup dei DVD originali. Il sito xxx non ha NESSUNA RESPONSABILITA? se questi file vengono usati in qualsiasi altro modo.

    p.s. scusate ho fatto un post doppio.


  • User Attivo

    Inoltre vorrei aggiungere un'altra domanda se possibile.
    Inserendo solo l’url testuale di dove si trova ad esempio un film in streaming su megavideo (non cliccabile) dove l’utente deve copiarla ed incollarla sul browser. Quindi in realtà non esiste alcun link. Così è sempre favoreggiamento secondo voi? E' perseguibile?


  • Super User

    Ciao Phoenix,

    in questo istante tale discussione coinvolge i massimi esperti di diritto dell'informatica, una pletora di aziende, e, ovviamente, governi di tutta Europa. Modestamente anche io ho un certo interesse nel capirne di più:D.

    La questione della responsabilità degli intermediari è stata già trattata, e in generale possiamo dire che gli intermediari non sono responsabili dei contenuti immessi dagli utenti finchè esercitano il loro ruolo (svolgono il loro servizio) in maniera neutra ed automatica.
    Nel caso dei content provider, come Facebook, la questione è un po' più complessa perchè si ingeriscono nelle scelte degli utenti, ad esempio bannando un utente, selezionando i contenuti, ecc... Quindi si deve verificare caso per caso come viene svolta la loro attività, e non si può dare una rispota univoca a prescidere.
    Il problema adesso è che si sta progressivamente erodendo la non responsabilità degli intermediari sostituendola con una responsabilità semi-oggettiva.
    In buona sostanza da un po' di tempo a questa parte molti provider sono presi di mira e portati in giudizio non per attività proprie bensì per le attività dei loro utenti.
    E' recentissima la condanna di Google Video in relazione alla immissione di un video da parte di alcuni utenti, che ritraeva maltrattamenti ad un disabile. Con tale sentenza per la prima volta un content provider viene condannato per dei contenuti immessi dagli utenti.
    In vero si deve anche dire che la motivazione (depositata il 12 aprile), che ho letto e analizzato, è tutto fuorchè rigorosa. In particolare la condanna non viene perchè si ritiene sussistente una responsabilità di Google Video sui video immessi dagli utenti, ma per violazione della normativa sulla privacy. Nonostante ciò vi sono varie considerazioni, da parte del giudicante, che portano sempre nella direzione di erodere ulteriormente la non responsabilità dei provider.
    In un tale stato di fatto, sinceramente non mi sento di dire nulla in merito, se non ricordare che la direttiva europea sull'ecommerce (introdotta con legge in Italia) continua a sostenere la non responsabilità dei provider (con le dovute precisazioni in merito ai content provider).
    Quindi, se vuoi associarti al gruppo di quelli che ne vorrebbero sapere di più, cerca "Google Vividown" in rete! 😉

    Per il disclaimer, come già detto in passato, non esime affato dal dovere di rispettare le leggi. E' un avvertimento rivolto agli utenti, con il quale si vuole portare la loro attenzione sulla necessità di rispettare alcune norme, ma niente di più. In presenza di una consapevolezza di un reato, il disclaimer non ha alcun valore esimente.


  • User Attivo

    @Phoenix1977 said:

    Inoltre vorrei aggiungere un'altra domanda se possibile.
    Inserendo solo l?url testuale di dove si trova ad esempio un film in streaming su megavideo (non cliccabile) dove l?utente deve copiarla ed incollarla sul browser. Quindi in realtà non esiste alcun link e nessun collegamento tra il sito A e Megavideo. Così è sempre favoreggiamento secondo voi? E' perseguibile?

    Ti ringrazio dell'ottima risposta.
    Invece riguardo alla seconda domanda che avevo postato e che ti rimetto in Quote, cosa ne pensi?


  • Super User

    Che dipende dalla valutazione del giudice. Un giudice potrà pensare di sì, un altro di no :bho:


  • User Attivo

    @bsaett said:

    Che dipende dalla valutazione del giudice. Un giudice potrà pensare di sì, un altro di no :bho:

    Si, dipende dalla valutazione del giudice ma se in giro ci sono giudici del genere come è successo a google siamo veramente in fallimento. (come società)
    Riguardo a Google, ora ne stiamo parlando molto superficialmente, ma la sentenza di questo giudice lascia un precedente Gravissimo nella società e soprattutto su internet.
    Ad esempio, è come se lo Stato mi desse il porto d'armi per poi acquistare un'arma per andare a sparare al poligono. Se io quest'arma la utilizzo poi male in altri modi allora è responsabilità dello Stato? Non credo, la responsabilità è dell'utilizzatore. Pertanto nel caso di Google la responsabilità va a chi ha caricato il video incriminato. (ovviamente bisogna poi valutare se google era stato avvertito di questo video ed hanno aspettato apposta a toglierlo)


  • Super User

    Ciao Criceto,

    in realtà nel caso da te indicato il tuo amico commette comunque un reato (tra l'altro in concorso con te). La legge dice che per le copie digitali è permessa solo la copia personale se eseguita per fini privati dal legittimo titolare della licenza purchè non violi protezioni del DVD. Il resto è reato!
    L'equo compenso è semplicemente un indennizzo per gli autori, prelevato forzosamente dallo Stato a carico dei produttori, per compensare appunto la copia privata, ma la copia privata è ammissibile solo nei casi sopra esposti.

    Ciao Phoenix,

    la sentenza Google Vividown ha aspetti un po' più comlessi e non riguarda, almeno relativamente la condanna, l'aspetto che tu citi, bensì la normativa sulla privacy, ma qui andremmo OT.


  • Super User

    Ciao Criceto,

    confermo quanto ho già detto sopra. La copia di riserva è possibile solo se non si violano protezioni del software (tribunale di Milano, sentenza 8787 del 2009). In caso contrario si commette reato.
    Nel caso in cui il software avesse protezioni che non consentono la copia privata, l'unica possibilità che ha il cliente è di chiedere direttamente una copia alla software house. Ovviamente, la software house difficilmente cederebbe una copia di questo tipo, costringendo il cliente a rivolgersi ad un giudice. Non mi risultano ancora pronunce del genere.