• User

    Recesso per venir meno del rapporto fiduciario

    Scrivo questo post con la speranza che qualcuno mi possa dare qualche consiglio.
    Attualmente ho in essere un contratto relativo alla costruzione di un edificio.
    Nonostane i discreti rapporti con il committente, ormai, da tempo il rapporto di fiducia nei miei confronti a dato tutti i segni di essere venuto meno.
    Questo perchè ad ogni richiesta di un parere che mi viene fatta e che contrasti con le idee della committenza, segue l'intervento di altre persone e altri pareri.
    Il tutto comporta ormai enormi perdite di tempo, che non riesco più a sopportare, sia in termini economici (ambedue non riconosciuti) che in termini di rapporto interpersonale.
    Siccome la situazione sta andando avanti in questo modo da tempo, mi chiedo se è possibile pacificamente, recedere unilateralmente dal contratto.
    Un saluto al forum.


  • User

    Nessuno sa aiutarmi? :gtsad:


  • Bannato User Attivo

    Il quesito siccome formulato è piuttosto generico, specie senza l'indicazione dei termini del contratto. Se, come sembrerebbe, trattasi di un appalto (1655cc), potrebbe esser previsto il recesso unilaterale semprechè, ripeto, questo sia attribuito ad una delle parti.
    Saluti.
    Gatta.


  • User

    Si, trattasi di contratto di appalto.
    Ma quello che vorrei riuscire a capire, se come in questo caso, non esiste ed è veramente chiaro e dimostrabile, un rapporto di fiducia da parte della committenza, sia possibile o meno (anche a livello legale), recedere dal contratto.
    Se serve qualche altra informazione chiedete pure.


  • Bannato User Attivo

    Non mi è ben chiara la replica. Rapporto di fiducia o meno, se il contratto prevede il recesso, nulla osta alla rescissione.
    Mi sembra che Tu ne faccia più una questione personale, fondata sulla mancanza di fiducia, vero?
    Gatta


  • User

    Grazie "Gatta" per le tue risposte.
    Direi che non è solo una questione personale.
    Il committente è una persona alquanto strana, difficile da comprendere.
    Provo a spiegarmi.
    Allo stato attuale è praticamente impossibile proseguire con i pochi lavori che mi restano da eseguire in quanto il committente dimostra di avere dubbi su tutto il mio operato.
    Non solo, anche su opere già ultimate, se le mie idee contrastano con le sue, nel senso che, per me sono eseguite ad opera d'arte e per lui no, mi chiede ogni qual volta la periza di persone esterne.
    Ovviamente senza riconoscermi alcuna spesa! Questo mi pare contrasti con il C.C.
    Onestamente in 20 anni di attività è la prima volta che affronto un problema simile.
    Sul contratto è prevista solo la risoluzione in caso di gravissime inadempienze da parte del sottoscritto, null'altro.
    So che essendo un contratto basato sull?intuitus personae, il committente può recedere quando venga a meno la fiducia del committente nella persona dell?appaltatore o nella sua organizzazione. Ma cosa dire se questa mancanza di fiducia è dimostrata e il committente non recede, cosa posso fare io?
    Dalla mia, posso dire con tranquillità che vi è anche la direzione dei lavori. Ogni qual volta chiamata a verificare le opere, che poi, risultano come sempre eseguite negli standard e nelle tolleranze previste in ediliza.


  • Bannato User Attivo

    ...mi piace quell'"intuitus personae" - che implica un "facere" infungibile- e, soprattutto, una Tua cultura!!
    Il discorso sull'appalto è molto complesso e non possono bastare queste poche righe...Sintetizzando,Ti dirò che trattasi di un'obbligazione di risultato(il che significa inadempienza se non viene realizzata l'opera dedotta in contratto),che il committente ha diritto di controllare l'esecuzione dell'opera nel suo svolgimento(art.1662cc)scegliendo i tempi,modi e persone senza che l'appaltatore possa limitare questi diritti..Pertanto mi sembra tutto legale e non condivido le Tue cortesi ed acute argomentazioni.Ciao.Gatta


  • User

    Capisco cosa intendi e per questo ho sempre accettato di buon grado le osservazioni, ma se non ricordo male la legge prescrive che le spese di queste verifiche siano a carico del committente e non dell'appaltatore e soprattutto è il Committente che deve controllare i lavori e non l'appaltatore che deve dimostrare al Committente che le sue idee sui lavori svolti sono errate.
    Però immagina, se a tutte le cose che fai anche le più ovvie, perchè sono anni che le ripeti, tutto sembra non essere eseguito come dovuto, la cosa diventa molto pesante. Soprattutto se le obiezioni giungono da una persona non competente.
    Il C.C. riporta, Art. 1662 "Verifica nel corso di esecuzione dell'opera
    Il committente ha diritto di controllare lo svolgimento dei lavori e di verificarne a proprie spese lo stato."
    Capisci che su 2000 ? di lavori ne devo spendere 4-500? per dimostrare che i lavori sono stati eseguiti a regola d'arte è meglio cambiare mestiere!


  • Bannato User Attivo

    L'appalto è per antonomasia fondato sulla fiducia nella qualità dell'impresa appaltatrice.Peraltro il committente ha il diritto di controllare lo svolgimento dei lavori (1662cc),di apportare entro certi limiti variazioni al progetto(1661cc) e,quando l'opera è compiuta, di verificare la stessa prima di riceverne la consegna(1665).Ora,dati questi presupposti,se il Tuo lavoro Ti deve crare ansietà ed addirittura perdite di danaro, non resta che la risoluzione del contratto con ulteriori perdite.Ammenochè affrontato il committente,lo si induca al recesso(1671)rinunciando da parte Tua alle spese sostenuta,mancato guadagno etc.Non vedo altre alternative.
    Ciao.
    Gatta