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Giorgia
La più bella amicizia
della mia vita.
Anno 1974.
Lei mi ha aiutato
tanto,
tante, tante volte.
Io l'ho aiutata una volta,
una sola volta
in amore
con un uomo
che non l'amava.
Amicizia pura,
profonda,
complice.(9 settembre 2008, ore 14,00 circa - vent'anni dopo averla vista l'ultima volta - ma fu un incontro occasionale - la penultima fu 27 anni fa)
«Pronto, Giorgia?»
«Sì?»
«Sono Stefano Stara...»
«Scusa, non voglio parlare con te.»
Chiuso telefono.
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Ciao Stefano,
purtroppo non tutte le persone riescono ad accettarci dopo tanti anni.
Alcuni non sopportano la distanza del tempo e tendono a dimenticare i periodi e le persone che ne sono state racchiuse all'interno...
I periodi si chiudono come porte e tutto quello che vi era dentro forse rimarrà perso. O forse ci rimarrano solo i ricordi...Se tu vuoi un amico di A. de Saint-Exupèry
Gli uomini non hanno più tempo
per conoscere nulla.
Comprano dai mercati le cose già fatte.
Ma siccome non esistono mercati di amici,
gli uomini non hanno più amici.
Se tu vuoi un amico addomesticami.Addomesticare e addomesticarsi nell'amicizia.
Grande dilemma.
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Credo che l'amico si trovi sul proprio cammino.
A volte può essere un compagno di scuola o di militare o di un corso di computer con cui c'è stato un rapporto e che poi continua.
L'amicizia non si "può cercare", si trova.
Io e Giorgia ci conoscemmo a Praia a Mare in Calabria nell'agosto 1974. Lei stava in una comitiva ed io in un'altra.
I due gruppi si conobbero e nacquero delle simpatiche conoscenze .
Io m'innamorai di una certa Lucia senza che mi dichiarassi perché ero timido: stetti così male che bevvi un doppio wiskey (io che non bevo) e fui confortato da una cara amica in auto mentre io piangevo di notte.
Giorgia invece s'era invaghita di un certo Franco ma lo stesso, come me, non si scoprì.
Io e lei rimanemmo in un rapporto epistolare simpatico e divertente. Le insegnai gli scacchi (solo i pezzi e le mosse) disegnando ogni volta a mano la scacchiera con i pezzi (più disegni per far vedere mossa per mossa).
Non esistevano computer né tantomeno internet, e nemmno i cellulari.
Le lettere portavano francobolli di 50 lire (2,5 centesimi di euro).
Le lettere divennero sempre più personali, ci scambiavamo gli stati d'animo, le esperienze, i gusti musicali, le sensazioni. Lei era molto più poetica di me (ho visto negli ultimi anni in internet qualcosa di lei in un corso di poesia in inglese - di cui era esperta).
Poi dopo qualche anno o più iniziammo ad incontrarci ma sempre molto di rado. Andavamo insieme ai concerti della RAI (Orchestra Scarlatti), al cinema vedendo film di Woody Allen o film d'essay.
Poi vennero periodi in cui io stavo in crisi e lei me li sdrammatizzava, mi diceva cose che realmente mi facevano capire una verità nuova, poi capitò che lei s'innamorò perdutamente di uno che non l'amava ed io le stetti vicino in tutti i sensi (mi fece vedere "lui" in treno anonimamente - io seduto a due sedili di distanza, lei voleva farmi vedere com'era fatto).
Io l'ascoltavo senza parlare, senza dare consigli. Ero attento, dimenticavo me stesso per far spazio alla sua anima, per aprirmi a lei.
Lei un giorno disse alla mia ragazza che non aveva mai conosciuto "uno Stefano così".
Non rinnego la nostra amicizia, e dopo la telefonata che vi ho descritto, con amicizia, le ho risposto con un sms:
«Volevo solo chiedere scusa per alcune cose del passato. Al momento presente solo sapere di salute e se avevi problemi legali.» (avevo fatto un sogno in cui vedevo lei implicata in una faccenda giudiziaria di cui non aveva responsabilità e che aveva un tumore).
«Infine sei diventata, con amore, una vera rompicazzo.
Con tutto il cuore. Stefano.»
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Al solito sublime, Stefano.
Sprazzi di cuore e lacerti di ricordi.
E sarcasmo divertito e mai cattivo.
Uno spasso la chiusa finale, .
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Veramente con il cuore la sestultima parola...