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Cesare pavese
Vale la pena essere solo, per essere sempre più solo?
Solamente girarle, le piazze e le strade
sono vuote. Bisogna fermare una donna
e parlarle e deciderla a vivere insieme.
Altrimenti uno parla da solo?
?Se fossero in due,
anche andando per strada, la casa sarebbe dove c?è quella donna e
varrebbe la pena.
?Non è giusto restare sulla piazza deserta.
Ci sarà certamente quella donna per strada
che, pregata, vorrebbe dar mano alla casa.Cesare Pavese (1908-1950)
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Bravissimo Stefano, ci voleva un 3D su Pavese.
Parto subito con una poesia famosa, di quelle in cui Pavese ricorda la Guerra di Liberazione Nazionale.
5 novembre 1945
"Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l'arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
e il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline. "
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Vedo sempre una donna ed un uomo solo. Una volta senza donna, una volta eroe morto.
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Ciao Stefano,
vale la pena esser solo? il buon Cesare la vede lunga ed essendo quasi una sua compaesana non posso che prender parte alla questione..
Sono versi malinconici, riprendono un pò quelle che sono le nostri maggiori paure: rimanere soli.
Udire la propria voce rimbombare nella stanza e l'eco come unica triste risposta è terrificante per il poeta ma ecco uno spiraglio di luce: la possibilità del cercare e del trovare, il completamento uomo-donna.
E il focalare domestico si apre in opposizione alla piazza deserta, la donna è quasi l'essere salvifico ( a lievi contorni quasi montaliano) che miete la solitudine e allora l'aver casa acquista il vero significato.
E il termine che più l'angoscia torna a ripetersi parecchie volte all'interno dell'opera* Lavorare stanca*, sezione Paternità:
in Semplicità, Paternità, Lo steddazzu apre il primo verso con:
l'uomo solo (...)E continuando a parlare di donne e uomini in attesa di un pò di calore...
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimo
tutti quanti gettammo
l'arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
e il suo nome. Una donna
ci aspetta sulle collineD'amore e di morte s'adorna la vita e l'uomo non può resistere...
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In passato ho molto vissuto rapporti di amicizia con donne, molto profondi, con l'aprirsi delle cose della vita, dell'amore e dell'intimo.
Oggi apprezzo molto l'amicizia in generale. In questo periodo sono solo a Fiuggi [FROSINONE - Lazio] perché moglie e figli hanno da fare a Napoli.
Con mio cognato (che sta in pensione, io in una casetta nella parte vecchia del centro storico) avevamo dei riti. Lui veniva a piedi dopo 4 Km alla mia casetta, io gli facevo trovare il caffè pronto e poi andavamo a far servizi (non dopo aver mangiato un bignè alla crema di limone).
Dopo pranzo passeggiata di un quarto d'ora e poi lui a riposare, io a vedere la TV, bere un caffè shekerato (nel vLazio non hanno la minima idea del caffè del nonno - insuperabile).
UNA SERA MI HA CONVINTO AD ANDARE COL GRUPPO DI FAMILIARI IN UNA BALERA SU ALLA mADONNINA (CHE STA PIù IN ALTO, sui 780 metri slm) ed ho pure provato dei passi di danza sudando freddo perché non so mettere due passi insieme.
Ora mio cognato e mia sorella sono tornati a Napoli. In pensione c'è un'altra mia sorella e mia madre: ma non è la stessa cosa.
Quando torno a casa mi lavo, prendo le 8 pillole prescritte, accendo la televisione, vado a dormire.
Solo.