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    L'uomo a una dimensione

    «Marcuse... matura il suo non conformismo culturale e si costruisce il metodo di rifiutare i fatti ciechi della percezione comune...

    ... tra stato liberale e stato autoritario non si è creata una grande differenza...

    ...In questo periodo matura in Marcuse l'interesse per la costruzione di un "pensiero critico ... che non si limiti a descrivere ciò che appare ... ma la necessità di non accettare acriticamente i "fatti" che una società ci mostra...

    ... gli individui sono dominati da criteri a loro esterni e perciò sono "eterodiretti" dal nuovo ordine sociale imposto dal meccanismo politico-economico, che richiede che tutto sia standardizzato: ci impone cosa comprare, quale film vedere, come divertirci, cosa pensare. Tutto sembra così normale, ragionevole, logico e perfetto che ribellarsi è assurdo e fuori luogo...»


    «...La prepotenza della produttività del lavoro ci ha introdotti nell' "era dell'angoscia", dove tutti vivono "in uno stato di anestesia generale che rende l'individuo felice"...»


    «...Tutti i derelitti citati rimangono fuori dal processo democratico. La loro presenza è la dimostrazione vivente della necessità di porre fine a condizioni ed istituzioni intollerabili. Perciò la loro opposizione è rivoluzionaria, anche se non lo è la loro coscienza. La loro opposizione colpisce il sistema dal di fuori e quindi non è sviata dal sistema. Il fatto che rifiutino di prendere parte al gioco, può segnare l'inizio della fine (di questo periodo).
    La critica alla società di Marcuse non ha promesse da fare, ma si mantiene fedele a coloro che, senza speranza, hanno dato e danno la loro vita per il Grande Rifiuto.»