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    Nel migliore dei modi

    Il fratello non ne voleva sapere. Ma lui insisté.
    «Dai, solo una sera, domani ti ridò tutto!»
    «Ma sei matto, sai cosa vuol dire?»
    «Certo, ma mica son fesso, tu mi conosci, non c?è persona più sicura e fidata di me.»
    «No.» fu la secca risposta di Marco.
    Luca ci pensò un po? su. Poi, con fare indifferente, disse:
    «Ricordi nostra cugina Fiorella?»
    Marco fece finta di non sentire continuando a sistemare le sue cose. Era appena tornato dal turno.
    «Credi che interesserebbe all?Arma dei Carabinieri sapere come giocavi da giovane?»
    «Che cazzo vuoi dire» rispose Marco.
    «Dico che il reparto dei RIS è un bel reparto, sarebbe un vero peccato lasciarlo.»
    «Ma che vuoi, che cazzo vuoi tu che sei sempre stato viziato. Che ti lasciassi il distintivo per andare gratis in discoteca?»
    «Non me lo sogno nemmeno! Voglio solo rimirarlo: mi affascina la forma del vostro distintivo, ed anche il tesserino.»
    Marco finalmente si fermò. Lo guardò torvo.
    «Okay,» disse, «ma solo per una sera.»
    «Finalmente ragioni da vero Carabiniere?»
    «Tenente.»
    «Oh? scusa, da tenente.»
    «Ma guai a te se lo mostri a qualcuno, fosse pure la Madonna.»

    Prima che chiudesse l?eliografia Luca entrò. Erano amici, li conosceva da anni.
    «Ciao Alvaro!»
    «Ciao Luca, qual buon vento ti porta qui?»
    «Nulla, devo fare uno scherzo a Maurizio, il mio migliore amico, quello che sta in Polizia.»
    «Povero Maurizio, che scherzo vuoi fargli?»
    «Solo mettermi in auto con gli occhiali scuri per non farmi riconoscere e mostrare tessera e distintivo di mio fratello.»
    «Vostro fratello dei RIS? E lo ha accettato?»
    «Certo, sa che devo fare una cosa innocente. Mi svelerò subito, giusto il tempo per fare lo scherzo. Un minuto, nulla più.»
    «E cosa possiamo fare noi?»
    «Mi serve solo una fotocopia a colori avanti e indietro del tesserino e poi plastificarla.»

    Il gioco era fatto. Fu uno scherzo comprare un distintivo simile in un negozio di articoli militari vicino ad una grossa caserma dei carabinieri. E c?era pure il portafoglio dedicato.

    La divisa non gli serviva, la pistola giocattolo costò un po? ma un fabbro amico gli riuscì a togliere la punta a sfera. Ora era perfetta, solo non aveva colpi.

    Al mercato dell?usato c?era anche gente poco raccomandabile che vendeva notebook e telefonini. Gli costò un bel po? avere una vera mitraglietta Skorpio con le munizioni.
    Andò al Deposito Postale di Roma Fiumicino.
    Entrò senza troppi problemi nel locale dove giacevano i pacchi di alcune dimensioni che prendevano la via aerea di altri continenti.
    C?erano solo quattro addetti in divisa da postino.
    «Fermi tutti, carabinieri!» esclamò estraendo la pistola giocattolo da una tasca.
    Gli uomini si voltarono e lo guardarono impauriti.
    «Questa è un?operazione antidroga, non muovetevi!»
    «Tu!» fece vicino ad uno di questi, «dimmi come trovare un pacco di posta ordinaria via aerea 32 x 44 superiore di poco ai due chili destinato per l?America.»
    «Di là, signore» rispose tremante.
    «Cercane uno diretto in California, città di Sunnyvale! Subito, hai capito?»
    «Sissignore. Datemi un po? di tempo, ce ne sono molti.»
    «Non me ne frega un cazzo, non ho tempo da perdere!»
    L?uomo cercò affannosamente. Dopo circa venti minuti disse:
    «Forse l?ho trovato. È questo?»
    Luca lesse il destinatario. Erano tre mesi che quel maledetto pacco non arrivava a destinazione.
    «Voltatevi e mettetevi contro il muro!»
    I quattro non fiatarono. Luca estrasse la mitraglietta dal borsone e li uccise tutti senza pietà. Poi indossò la divisa più pulita di uno di loro ed uscì col pacco.
    «Hei, voi, aiuto, venite qua. Chiamate la Polizia!»
    Corsero dei dipendenti mentre lui si diresse verso l?uscita. Nella baraonda nessuno notò il furgoncino che usciva dal deposito.
    Luca si fermò qualche chilometro più avanti, prese i suoi abiti dal borsone ed uscì dal furgone. Gettò le armi nel fossato ai bordi della strada infagottati dalla divisa.
    «Tassì!»
    L?auto si fermò.
    «All?aeroporto.»

    Sunnyvale non era proprio San Francisco ma nemmeno Bojano. Per trovare la casa dovette cercare un taxi.
    L?amico rimase di stucco.
    «Luca!»
    «Gianpaolo, hai visto! Ho mantenuto la promessa!»
    «Che bello averti qui.»
    L?accento non era proprio perfetto ma l?italiano non l?aveva perso.
    «Adesso potremo andare al bar insieme a prendere un cappuccino con la brioche. A proposito, in California le fanno queste cose?»
    «Sì Luca, basta conoscere il posto giusto.»
    «Prima però prendi questo, è per te.»
    Gianpaolo prese il pacco tra le mani e lo aprì: conteneva quattro libri.
    «Che cosa sono questi?»
    «È roba fatta in casa: li ho scritti io.»
    «Gianpaolo l?abbracciò e disse un ?grazie? commosso.
    «È per il tuo compleanno, scusa se ti è arrivato un po? in ritardo. Un disguido postale, sai, ma l?ho risolto nel migliore dei modi.»
    Poi andarono al bar, felici e contenti.