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Alla Religione
SERVI D?UNO CHIAMATO DIO
Nel pugnar sì l?idee del mondo
M?avvedo che sano è ?l cor mio
Che non s?unisce all?immondo
Gregge ch?è servo d?uno chiamato Dio.Verranno a cercarmi sì ?n fondo
A lo cor mio, ma al fin ne l?oblio
Trovo la pace che l? errabondo
Non trovò cercando di Dio ?l desio.Non lesino parole astiose
Per chi al Bambinello si genuflette,
Ma innalzo altresì lodi sì odiose
Per chi a lui si china e non riflette.Rido vedendo le scene penose
Di chi pregando giù si mette:
Tante pecore al pascolo operose
Che vezzeggerei con sferze e bacchette.Andrò sì se c?è all?inferno
Ma giammai rinnegherò ?l mio credo
E di ciò ne sarò giocondo in etterno.Pur odiato da colui che recita il ?Credo?
E che vuol far scender su la verità l?inverno.
In piedi a recitar messa. Io rido e mi siedo.GESU? CROCIFISSO
Il dì è venuto e innanzi a tutti sei isso
Per voler di chi chiami?Padre?crocifisso.
Sul Golgota spossato sei giunto,
Con sputi e sangue su di te unto.Or sei al grado d?un malfattore
Colmo d?insulti e di mal sentore:
Schernito da soldati e sacerdoti
Che vedon il blasfemo e non le tue doti.Dov?è or tuo padre a toglierti dalla croce?
Non s?ode un dolore,né una voce.
Dov?è colui che non si fa sentir
Pur vedendo suo figlio tanto patir?Il viso tuo sbiadito dal bacio della morte
Ch?or su di te ha messo la sua corte
Apre la speranza di chi a te crede,
E fa sorrider chi a te pungente lede.Il sol anche s?è fatto sul calvario triste
Per voi tre che la beffa e ?l dolor patiste.
Ai piè della croce ti mira silente un pagano,
Ti carezza con l?occhi. Non è Giudeo,ma Romano.
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Ah. Questa ancor più incontra le mie corde.
Malatesta è sempre duro nei "significati".
Qui "empio".
Ottimo e abbondante, come il rancio della caserma.
Prelibato come caviale.Sublime e mai semplice, quindi non privo di rispetto per i canoni.
E sei poeta e ci mancherebbe.
Travalichi il sacro, lo sfidi.
Il Golgota ti vedeva centurione?
Hai forgiato i chiodi per quella croce tanto famosa?
Oppure e ancora.
Verrà qualcuno ad opporre inni sacri alle tue blasfemie poetiche?Non lo farò io.
Lo volesse fare qualcuno siam pronti.Si intende che qui si parla di poesia religiosa, in cui ciascuno sceglie la sua fede.
Nel comporre si è liberi quanto nel pregare.
Nel confrontarsi la libertà del singolo finisce dove parte quella altrui, invece.Nella laicità suprema del Forum qui si offre asilo a miscredenti e fondamentalisti, tutti sotto lo stesso tetto e con un unico precetto di fede.
Rispetto per l'altrui sentire e opportunità delle forme espressive.
La perversione e il "peccato originale" di GT è quello di voler far discutere serenamente e in modo costruttivo i chierichetti con i satanisti, e viceversa.
Con questo non mi auguro per forza incontri di simile spinosità, caro Malatesta.
Ma se qualcuno volesse mai offrirti il cilicio spero saprai indossarlo con stile.
O rifiutarlo con consapevolezza e buone maniere, molto più probabilmente.
Comunque accettare con saggezza invasamenti e fervori altrui, ideologici o religiosi che siano.Si sa che il Diavolo fa le pentole....
GT, comunque, è attrezzato per la produzione di coperchi, in caso di bisogno.
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Buonasera Malatesta..
quanta rabbia e umanità, sono versi infarciti di spine e d'amore..
naturalmente condivido www nella sua apertura mentale.
Non nascondo che mi piacerebbe sentire una tua spiegazione su questi versi..
La prima poesia sembra covare rancore "come speranze incenerite un tempo verdeggianti"..vicine forse ad una visione epicurea.. " a favore per l'atarassia e l'apatia oltre che alla dimensione falsa della religione"
Sembra quasi che l'uomo della ragione s'elevi oltre all'umile credo gustoso oramai solo per la semplice plebaglia..Secolarizzazione imminente?La seconda poesia va in contrasto alla prima specialmente per l'ultimo verso:
poichè qui si trova la pietà invece della derisione della poesia precedente1
E che vuol far scender su la verità l?inverno.
In piedi a recitar messa. Io rido e mi siedo.2
Ai piè della croce ti mira silente un pagano,
Ti carezza con l?occhi. Non è Giudeo,ma RomanoSembra che il "romano" provi compassione e a gran stupore è colui che ammirava l'infinità di dei e dee..che l'umanità vada oltre al nostro credo?
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la prima poesia vuol far capire che Dio sì può essere nei nostri cuori ma non seguire la Chiesa,i preti ecc.
la seconda parla della crocifissione di Cristo e dell'indifferenza di Dio in quei giorni,in quei momenti. Il fatto del Romano è riportato anche nella Bibbia: questo centurione si mette sotto la croce del Cristo e gli da da bere con una spugna. Lo ha fatto un ebreo? no,loro ridevano,levando i famigliari gli altri ridevano. I Romani erano pagani,miscredenti per i giudei dell'epoca ma fu proprio uno di noi che gli ha dato da bere.
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Ciao malatesta,
grazie per la spiegazione..
Purtroppo gli uomini sono viscidi per natura, a prescindere dal loro credo e noi che facciamo parte di questa massa non possiamo che misurarci sui loro passi del passato e sperare di non sbagliare più.
Sono in cattiva luce i soldati che strappano le vesti di Gesù e se le dividono, sono malvagi i soldati che lo frustano..
Sono malvagi i giudei che vendono il loro sangue per poco, è negativo Giuda che bacia per denaro il figlio di Dio ( versione positiva nei vangeli gnostici)..
Chi fa la parte del malvagio o del buono?
I ruoli si incrociano troppo spesso per essere di parte..
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il cattivo per quanto mi riguarda è solo il Giudeo. Chi ha venduto Cristo? i Giudei. Qual'è stato il popolo che lo ha tradito? i Giudei. Chi non trovò alcuna colpa? i Romani. Chi volle per forza crocifiggerlo? i Giudei. Solo un centurione Romano lo fece bere. Era Romano,non Giudeo
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Ciao malatesta,
il vangelo secondo Matteo nel trafiletto agonia e morte di Gesù riporta effettivamente l'azione di un personaggio che imbevuto una spugna d'aceto tramite una canna la posò sulle labbra di Gesù..
Ciò che crocifisse Gesù fu l'indifferenza umana, nessuno si oppose a ciò e chi tace a mio dire acconsente..
non si può dare la colpa unicamente ai giudei, loro hanno avuto una parte fondamentale sono stati la miccia che fece prender fuoco la polveriera e certo i romani non gettarono acqua.
la colpa è insita nell'uomo, Pietro lo rinnegò e in lui si svelò la natura umana, si svelò nell'uomo che più amò Gesù..questo perchè per quanto possiamo amare è possibile cadere nell'errore, la perfezione in noi non esiste..
Dafne
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Anch'io ricordavo questa cosa dell'aceto.
Cioè.... un romano dette da bere a Gesù, ma era aceto !!!
Naturalmente non frequento molto le Sacre Scritture, e non faccio testo assolutamente.
Condivido invece l'accusa verso l'indifferenza [grande Dafne !], che implicitamente si lancia ogni volta che si fa poesia.
Perchè un poeta o uno scrittore indifferente è necessariamente muto, senza neanchè bisogno di muovere la penna per dimostrarlo.