• User Attivo

    Io sono d'accordo con voidcomputer.

    Da parte mia aggiungerei: un dominio in se stesso può ovviamente essere classificato in base a tanti fattori, ma uno dei piu importanti è la richiesta del mercato.
    Io potrei anche affermare che partners.it vale 1milione di euro, ma se non ci sono potenziali acquirenti a quella cifra che avanzano offerte, quella valutazione rimarrà una mia valutazione e basta.


  • User Attivo

    Partners é sicuramente tra i nomi inglesi che ha un significato internazionale. In Italia sanno tutti cosa significa partners, quindi la popolarità del nome é massima. D'altra parte non é un nome utilizzato spesso come chiave di ricerca sui motori, come potrebbero essere : incontri, incontri online, amici, amicizie, etc...

    Esistono in Italia oltre 1900 aziende che contengono nella denominazione la parola partners sia per indicare due o più soggetti associati (X & partners) che per individuare un vero e proprio brand (es : partners srl). Il che conferma la popolarità in Italia del nome e accresce i potenziali acquirenti.


  • User Newbie

    Grazie a tutti è proprio un bel dibattito.
    D'accordo con kolor è il mercato che decide , tuttavia per decidere deve essere informato e magari deve trovare nell'informazione i giusti stimoli.
    Vero, business, che le aziende con pre o suffisso partners sono tantissime, e questo come giustamente dici rafforza sia la comprensione sia la popolarità del nome.
    Abbiamo analizzato questa tipologia di aziende, molte appartengono al terziario +/- avanzato commercialisti, consulenti, studi professionali in genere.
    La rete per loro non sempre è source of business o per lo meno non la ritengono tale. Mancano di mentalità e forse anche di risorse.
    Il nostro target è ancora più ampio: stiamo pensando ad aziende strutturate che abbiano nella loro missione aziendale o nella filosofia di prodotto il concetto di condivisione (partners).
    Il mondo finanziario-assicurativo potrebbe rientrare in questa logica ma non solo.


  • User Attivo

    ripredno quello detto da voidomputer: io siceramente trovo una vlautazione di 50k euro alta, considerando recenti prezzi su domini in inglese.
    Aggiungo 4 considerazioni:

    1. il termine al singolare (partner) è molto + usato del plurale dalla popolazione italiana, quindi il dominio perde di valore
    2. è vero che molte aziende si chiamano pincopallino & partners, ma queste aziende non hanno bisogno del dominio partners.it ma piuttosot del dominio pincopallino.it
    3. se esisste un brand partners e il brand è stato regitrato prima della registrazione del dominio partners.it la cosa può essere parecchio problematica per il titolare del dominio, considerando la LAR che si firma
    4. non conosco la tua situazione fiscale, ma per transazioni rilevanti co aziende bisogna essere in grado di produrr fattura o altra documentazione idonea fiscalmente, e purtroppo questo aspetto di "legalità" dell'operazione e degli affari sfugge a molti domainers in Italia

    Detto questo, spero che tu possa vendere il dominio ad un prezzo che ritieni congruo

    Buon lavoro

    Mauro


  • User Attivo

    Il nome partners é di uso comune quindi qualsiasi marchio legato a quel nome é da ritenersi molto debole, quindi la legalità o meno dipende solo da come viene usato quel dominio e non dall'averlo registrato. Questo per precisare l'aspetto legale.

    Sul plurale forse hai ragione, ma Google restituisce più risultati col plurale rispetto al singolare.

    La situazione fiscale cosa c'entra? 🙂

    Comunque a naso e in attesa di una valutazione da parte di esperti (hai chiesto a sedo o ad godaddy o altri?) penso che attualmente si possa trovare un acquirente finale in grado di investire tra 10-15.000 euro. Tra qualche anno forse di più.


  • User Newbie

    Non so quanto serva alla nostra discussione comunque:
    a) partners.it è stato registrato nel 1977
    b) appartiene ad una società
    c) nel caso di vendita sarà emessa regolare fattura con tanto di iva
    Considero il nome di un dominio, così come il sito un asset di una società, così come il brandi di un prodotto o di una linea di prodotti, Qualche anno fa è stato ceduto il solo brand Eridania. Quindi credo che un'azienda possa utilizzare anche un dominio se cambia strategia aziendale.
    Mauro 1978 grazie per gli auguri
    business grazie per il tuo intervento sempre puntuale.
    Buoan giornata a tutti


  • User Attivo

    @trabax52 said:

    a) partners.it è stato registrato nel 1977

    sì vabbeh...


  • User Attivo

    a 10k io lo comprerei
    a 15k forse
    a 50k no

    Mauro


  • User Attivo

    [QUOTE=business;480883]

    La situazione fiscale cosa c'entra? 🙂

    QUOTE]

    c'entra e come, perchè succede che quando fai una offerta decente per un buon dominio (cioè qualche migliaia di euro, per capirci) vieni trattato come un morto di fame, uno che non sa lavorare e un wannabe-imprenditore, salvo poi scoprire che il venditore super professionale e super tutto vuole essere pagato in contanti in nero perchè non ha la partita iva e non vuole fare una semplicissima dichiarazione di corrispettivo!


  • User Attivo

    Ragazzi scusate il mio intervento:

    ma perchè parliamo a vuoto...si fanno solo parole parole parole...quando Trabax troverà il compratore se vuole ci schiafferà sotto il naso la ricevuta del pagamento (che sia 1milione di euro, 20mila o 1000 euro).


  • User Attivo

    @kolor said:

    Ragazzi scusate il mio intervento:

    ma perchè parliamo a vuoto...si fanno solo parole parole parole...quando Trabax troverà il compratore se vuole ci schiafferà sotto il naso la ricevuta del pagamento (che sia 1milione di euro, 20mila o 1000 euro).

    Non si sta parlando a vuoto. Si sta discutendo sulle reali capacità del mercato italiano dei domini. E' un modo per misurarne la "temperatura".

    Mauro1978 dice che lo comprerebbe a 10K euro (o Kg di patate? :1: quindi mi pare che ci sia già un riscontro concreto in questa discussione.

    Ad oggi in Italia é difficile che uno ti "schiaffi" la ricevuta di pagamento o pubblicizzi una transazione, quindi accontentiamoci delle discussioni per ora.


  • User Attivo

    Salve di nuovo a tutti, Non prendetelo come un intervento protezionista o a difesa delle idee di Mauro1978, lui mi ha citato, ed ha sottolineato aspetti da me omessi volutamente ma che condivido al 100%. Direi che è stato oltretutto molto generoso nel palesare una offerta, che ritengo spropositata oggi, ma molto vicina a quella che potrebbe avere il dominio tra 5 anni. Quando si compera un dominio (o almeno questo vale per me) bisogna avere una prospettiva di ritorno economico nel medio termine (nel breve è impossibile) e bisogna altresì comparare l'investimento comprensivo degli oneri da sostenere affinchè l'investimento diventi fruttifero, con altri tipi di investimento, per valutare l'effettiva convenienza. La comparazione la si deve fare raffrontando il reddito proveniente dal dominio con quello di normali prodotti di investimento in funzione del tempo. L'aspetto fiscale non è secondario o fuori luogo, tra l'altro quando si superano certi importi, avvengono le segnalazioni agli enti competenti (agenzia entrate, interni etc) per le normali funzioni di controllo antimafia/antiriciclaggio etc, quindi è bene effettuare tutte le operazioni nel rispetto delle vigenti normative. Saluti Luca


  • User Attivo

    grazie voidcomputer, io ho strssato l'aspetto fiscale perchè secondo me è uno dei problemi più rilevanti per il mercato dei domini in Italia (rilevante nel senso che la normativa fisclae andrebbe rispettata per definizione e come standard e non per hobby o perchè la controparte insitste fino a rinunciare all'acquisto)

    Trabax52 hai un pvt


  • User Attivo

    Direi che è stato oltretutto molto generoso nel palesare una offerta, che ritengo spropositata oggi, ma molto vicina a quella che potrebbe avere il dominio tra 5 anni.

    Non la ritengo spropositata. Come si fa a fare una proiezione sull'andamento del mercato nei prossimi 5 anni? Non puoi prendere a modello mercati tradizionali come quello degli immobili, delle azioni o altro ancora, ma devi considerare che l'investimento pubblicitario su internet oggi é ancora molto ma molto ridotto rispetto a quello che potrebbe essere tra qualche anno. Il rapporto tra investimento pubblicitario su internet e sulla TV riflette un rapporto di 1:100. Attualmente mi pare che solo circa il 40% delle famiglie si connette ad internet in modo abbastanza regolare (almeno una volta a settimana)

    Il fenomeno della condivisione di filmati, foto e penso anche il fenomeno degli incontri online non potrà che crescere. Ora, può capitare di tutto, una recessione che affossa l'economia, ma questo si rifletterebbe anche sul valore di altri beni di pari rischio.

    Quando si compera un dominio (o almeno questo vale per me) bisogna avere una prospettiva di ritorno economico nel medio termine (nel breve è impossibile) e bisogna altresì comparare l'investimento comprensivo degli oneri da sostenere affinchè l'investimento diventi fruttifero, con altri tipi di investimento, per valutare l'effettiva convenienza.

    Una Società che investe per il lancio di un sito di incontri online, ad esempio, metterà in conto parecchi euro di investimento pubblicitario per cui 10k per l'acquisto di un ottimo dominio non sono praticamente nulla a confronto. Se la vedi da questo punto di vista le cose cambiano forma. Il fatto che oggi non ci siano tante offerte a 4 o 5 zeri per domini premium é dovuto solo al fatto che il web in Italia non é ancora cresciuto a sufficienza in generale (sencondo me) 🙂


  • User Attivo

    @mauro1978 said:

    grazie voidcomputer, io ho strssato l'aspetto fiscale perchè secondo me è uno dei problemi più rilevanti per il mercato dei domini in Italia (rilevante nel senso che la normativa fisclae andrebbe rispettata per definizione e come standard e non per hobby o perchè la controparte insitste fino a rinunciare all'acquisto)

    Trabax52 hai un pvt

    la normativa fiscale andrebbe rispettata ovunque e in tutti i mercati non solo in quello dei domini. Se vogliamo parlare di AdSense e della pubblicita che non si fattura online lo possiamo fare ma non finiremmo mai e andremmo ot. In tutti i settori c'é chi chiede o propone di fare transazioni in nero. Di solito queste cose entrano a piene mani nelle trattative sul prezzo di ogni bene.


  • User Attivo

    Aggiungo una riflessione proprio in relazione al dominio come brand. Mentre per un marchio molte entità possono registrare lo stesso segno in "categorie" diverse o in "luoghi" diversi, un dominio in una data estensione, ad esempio in quella nazionale é unico. Può averlo una sola entità. Rifletto spesso su questo enrome vantaggio del nome a dominio e immagino che se il web italiano fosse una realtà al 100% e non solo all'1% come oggi i domini varrebbero enormemente.


  • User Attivo

    Ciao Business,

    Ti rispondo brevemente, fai troppa confusione, i 5 anni erano una previsione oggettiva, per quanto riguarda la comparazione dell'investimento (perchè di tale cosa si tratta) ti rimando ai punti che seguono:

    • Con 50k (ma anche 10k) si ha una bella sfera di domini in vendita su cui puntare, con particolare riguardo agli LLLL.com, gli acronimi la stanno spuntando alla grande anche su nomi storici.
    • Per una azienda un dominio significa bene immateriale, quindi ammortamento, quindi soldi immobilizzati, e non penso che un investitore non tenga conto ti altri mercati come quello dei metalli, dei derivati, o dei titoli pubblici, quando deve "meramente" investire del denaro.
    • Che me ne faccio di un dominio IT se lasciato fine a se stesso ? Posso sperare su revenues da traffico ?.

    Probabilmente tu ti riferisci a quelle poche realtà italiane che sono in grado di sostenere i costi per intraprendere lo sviluppo di siti di qualità e di livello degno del nome.
    Per quelli come me, un nome a dominio ha solo 2 strade, sviluppo, oppure speculazione, non mi curo più di tanto del resto delle altre possibili destinazioni.

    Se tu ci credi così tanto mi chiedo come mai non fai un'offerta e non investi in prima persona? Se fossi convito come lo sei tu, non avrei esitato, perdona la provocazione, ma era dovuta, vista l'enfasi e la forza del tuo argomentare :).

    Saluti
    Luca


  • User Attivo

    @voidcomputer said:

    Ciao Business,

    Se tu ci credi così tanto mi chiedo come mai non fai un'offerta e non investi in prima persona? Se fossi convito come lo sei tu, non avrei esitato, perdona la provocazione, ma era dovuta, vista l'enfasi e la forza del tuo argomentare :).

    Saluti
    Luca

    Io ne ho già troppi di domini e parlo da venditore (si sente? :D) ora non chiedetemi i domini che non ve li dirò mai.

    Comunque é questione di target. Bisogna anche chiedersi CHI può/vuole investire avendo gli asset necessari per ottenere una leva forte sull'investimento. L'esempio della Società che investe nel dating é un esempio. (end user)


  • User Attivo

    Faccio il mio solito discorsetto sul paragone con altri paesi similari, per numero di persone e (anche se più alto) sviluppo economico UK e DE.
    Pare che money.co.uk sia stato comprato a 2.400.000$ sicuramete poker.de per 600.000?.
    Vorrei valutare soldi.it poker.it; Stante alcuni post precedenti dovrebbero essere valutati al massimo 10.000? (ma proprio come valutazione massima secondo l'opinione di molti) ossia da 200 a 60 volte meno che in un qualsiasi altro paese europeo. E fin qui ci può stare.
    Ogni giorno su sedo passano di mano domini .de. Ecco quelli attualmete in scadenza:
    FERIENHAUS-MIETE.DE 8000?
    SCHNELLKREDIT.DE 6.000?
    web-services.de 3.750?
    Quest 3 esempi non rappresentano assoultamente dei premium ma passano di mano al prezzo con cui da noi passerebbe di mano un premium assoluto (secondo l'opinione di molti che hanno scritto in precedenza).
    Per me è difficile capire perfettamente il motivo di tale abisso, alcune motivazioni:

    1. potrebbe essere che i tedeschi e gli inglesi sono investitori sprovveduti (falso)
    2. lo sviluppo in quei paesi di internet (presente e futuro) non è paragonabile al nostro (falso)
    3. sono molto più ricchi circa 100 volte il reddito procapite italiano (falso)
    4. c'è una speculazione in quei paesi con poteri forti alle spalle (la dietrologia funziona sempre) (falso)
    5. loro sanno cose che noi non sappiamo (forse)
    6. noi sappiamo cose che loro non sanno (forse, ma propendo per la precedente)
    7. da noi i mass-media fanno passare il web come un luogo per ragazzini, spam e truffe (vero)
      Se ce ne sono altre aggiungete pure, se il paragone è sbagliato contestate pure.
      Anche in spagna e francia le cose sono decisamente migliori che da noi, così in austria e svizzera, olanda ed anche repubblica ceca.

  • User Attivo

    Salve,

    Per Business, la mia provocazione non metteva assolutamente alla prova la tua professionalità, volevo solo ricondurre la discussione verso concetti più masticabili, valutare domini di una certa qualità è difficile, ritengo che solo una asta pubblica con più di 2 offerenti possa determinare un valore veritiero.

    Per Perslata, quanto dici è vero, del resto riporti dati delle vendite pubbliche, forse ti sfugge che in termini di produttività il mercato "Internet" italiano si riduce ai pornazzi ai giochi ed alle suonerie (casi isolati a parte).
    Non si può a mio avviso paragonare mercati "maturi" e con investitori consapevoli come quelli dei nostri vicini di casa spagnoli o tedeschi.
    Non si può paragonare un .de con un .IT, cambiano troppe cose, troppi fattori differenti entrano in gioco, come del resto non è possibile nemmeno paragonare vendite di domini in italiano.
    Francamente penso che come dice giustamente Simone Ferracuti di Sedo : "siamo in un momento di acquisizione per quanto riguarda il mercato secondario dei domini in Italia", finchè gli investitori internazionali non investiranno in maniera prepotente nel mercato degli IT, gli owners (possessori) dei domini Italiani si dovranno accontentare delel offerte al ribasso, del resto siamo a 1,5 Milioni di domini, tra inattivi e siti farlocchi + o - saranno il 50% sviluppati.
    Mi ricordo di un CHL che nel 2000 si quotava in borsa dietro una operazione di investimenti consistenti su Internet, mi ricordo di Fastweb di tiscali, di Italia Online, e di pochi altri che hanno davvero visto il potenziale ed hanno investito nel momento migliore.

    Ti faccio ragionare su alcuni aspetti che caratterizzano Internet in Italia :

    1. I providers telefonici hanno acquisito i principali portali italiani e di fatto detengono ancora il diritto di accesso e di guida verso la grande rete.
    2. Nessuno ha investito sulla formazione, Internet è vecchia, stravecchia, M a la sua diffusione in Italia è avvenuta solo con l'avvento dell'ADSL agli inizi del 1999.

    Ci sarebbero ancora molte e troppe cose da dire, mi sento chiudendo questo intervento di suggerire a coloro che detengono nomi importanti "aspettate a vendere", la fretta non porta mai buone cose.

    Saluti
    Luca