• User Attivo

    Amare..diritto di tutti!

    Senescenza giovanile

    è puerile il dolore che riesuma gli acciacchi del cuore in età senile,
    piacevole e inusuale come neve a primavera.
    I movimenti rallentati del tempo
    esattore del suo passo
    possono rendere impacciati i suoni, ora stridenti ma melodicamente veri.
    Impietrirsi per depistare, non scoraggia l'udito nel suo atto di sentire.
    Annebbiare la vista lucida e cosciente del suo raggio d'azione
    è un temporaneo sedativo dell'età adulta,
    rinunciare è un frutto acerbo tarlato dal principio.

    A voi la volontà di comprenderla, a me il piacere del vostro giudizio


  • User Attivo

    Nel tuo "Senescenza giovanile" c'è un aspetto inquietante: la gioventù che si fa vecchia, o meglio, che "è" vecchia prima del suo tempo. Questo credo di aver capito (non sono bravo in posia).
    In realtà la faccenda sta proprio così come tu la descrivi, ed è questo l'aspetto inquietante a cui mi riferivo all'inizio.
    Già, «rinunciare è un frutto acerbo tarlato dal principio.»
    Stefano


  • Super User

    Mi sembra che tratti della rinuncia di chi anziano tenta di non ascoltare ferite ritenute giovanili preferendo ad esse la pietrificazione. :smile5:


  • User Attivo

    In realtà non mi intendo molto di versi.
    Mi farebbe piacere che Dafne84 ci desse la sua interpretazione, se vuole.


  • User Attivo

    Ciao, la poesia può essere interpretata in diversi modi...e questo è il bello!
    Ciò che cercavo di trasmettere è il rapporto conflittuale che crea l'amore quando non si è più giovani..come diceva il saggio Pascal: l'amore conosce ragioni sconosciute alla ragione stessa. L'ultimo verso doveva rimandare al titolo ossimorico (l'acerbo tipico del frutto ancora giovane e l'ottusità della vecchiaia).
    Dafne


  • User Attivo

    «Il conflitto che genera l'amore quando non si è più giovani...»
    Quando si è "anziani" ci si può innamorare ancora? Molte coppie o persone sole farebbero pensare di sì. In realtà bisognerebbe conoscere i veri motivi di certi matrimoni o convivenza.
    Io però dieri di sì, molto raramente o meno, sì.
    Io ho 54 anni...

    «... l'acerbo tipico del frutto ancora giovane e l'ottusità della vecchiaia...»
    Una giovane esuberante e immatura, inesperta... quale migliore accoppiata con un esperto e sapiente vecchio?

    Non so se questa poesia sia triste accettazione della realtà o sogno.
    Non so se vuole essere una dissuasione dalla possibilità di vita anche in un anziano o un incoraggiamento ad un cambiamento possibile e doveroso sempre, a qualsiasi età.