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- Lavoro all'estero, tasse in Italia?
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Salve a tutti,
spero possiate aiutarmi, ho cercato su internet ma non ho trovato risposta a questa domanda.
La mia situazione è questa:lavoro come italian seo writer per una società americana, con sede in America. Io lavoro dall'Italia. Normalmente, quando lavoro con società italiane, faccio una ritenuta d'acconto e la cosa finisce li (tenendo conto di limiti di questa formula di ricevuta ovviamente).
Il mio dubbio però è questo: ricevendo soldi (via paypal) dall'America, immagino già tassati li dalla società, devo ulteriormente pagare le tasse anche qui in Italia? o valgono quelle pagate da loro in USA?
Grazie mille a tutti per l'aiuto che potrete darmi
Francesco
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@wippo said:
Buon giorno a tutti.
Vorrei contribuire con l'esperienza vissuta sulla mia pelle al problema della tassazione per i residenti italiani all'estero.
Premetto che quanto vi segnalo deve essere preso con prudenza verificando nel paese in cui vivete le regole applicate e le modalità di tassazione e convenzioni attuali esistenti.
Parlo di una famiglia con figli minori, se i figli sono maggiorenni o frequentano l'università o non si vogliono trasferire le cose sono differenti.Ad ogni modo ci sono 3 (tre) punti chiave da considerare per essere considerati residenti all'estero e devono essere tutti e TRE RISPETTATI.
1- Iscrizione AIRE : se conviventi o con moglie/marito e figli, l'iscrizione deve essere effettuata da tutti i membri della famiglia, la mancata iscrizione anche solo dei figli non fa decadere lo status ma vi complica la vita, ed in ogni caso il comune di residenza dovrebbe farlo d'ufficio per i figli minorenni, idem per la moglie.
2- Lavorare all'estero per più di 182 giorni +1 - ad ogni modo se lo fate solo per un anno e poi rientrate vi consiglio di valutare la possibilità di considerarvi con doppia residenza che è cosa un po diversa.
3- risiedere effettivamente all'estero (prova eventuale fatture bollette ricevute d'affitto etc.) e rientrare sporadicamente in Italia (van bene le ferie Natale e Pasqua ma non per 5 mesi... tanto per intenderci), cioè il centro vitale (famiglia, lavoro, scuola dei figli) è all'estero e non in Italia.Tanto per intenderci se io sono all'estero ma la mia famiglia e rimasta in Italia e la mia casa di proprietà è in Italia e all'estero sono solo in affitto, e rientro ogni 15 giorni in Italia ,non sono residente estero ma avrò la doppia residenza che è una cosina un po differente da quanto stiamo trattando. In Italia si chiama domicilio.:o
Bene, fatto e capito questo vediamo cosa abbiamo in Italia di nostro:
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Conto corrente bancario - Chiudere il conto e aprirne uno come residente estero. Potete tenere attivo il vecchio cc per un po ma poi è d'obbligo farlo perchè non siete a posto con le trattenute fiscali e anche la banca non lo è.
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Titoli azioni BTP etc... - vanno girati tutti sul conto residente estero.
Se prima avevate i titoli depositati nel Monte titoli spa che provvedeva al pagamento e alle ritenute per vostro conto (conto amministrato), come residente estero dovrete dichiarare interessi dividenti plusvalenze sul modello unico e pagarci le tasse residue (conto dichiarativo).
Stesso importo andrà dichiarato nel paese di residenza estera con relativa quietanza di tassa già pagata da portare in detrazione ,per effetto dei limiti della doppia tassazione, vedere le convenzioni in atto. -
Proprietà immobiliari - la prima casa se acquistata ai sensi dell'art.67 TUIR continua ad essere prima casa se vi avevate stabilito la residenza prima di trasferirvi all'estero. Se durante il trasferimento all'estero l'affittate il reddito andrà dichiarato in Italia, cosi come andranno pagate IMU Tassa rifiuti etc.
Se non la affittate (per alcuni anche se l'affittate ma io andrei cauto) per l'Italia rimane la vostra prima casa per cui nulla cambia.
L'eventuale reddito per l'affitto andrà dichiarato anche nel paese di residenza estera e avrà lo stesso trattamento degli interessi sui titoli, si somma. -
Auto moto etc - il comune una volta che vi ha iscritti all'AIRE dovrebbe comunicare i dati alla motorizzazione la quale dovrebbe mandarvi a casa gli adesivi da applicare sul libretto e patente (per le vecchie in formato cartaceo), pagare bollo e assicurazione se non tenuta in box. Alcuni dicono che bisognerebbe richiedere anche la targa come escursionista estero ma non ho trovato sufficienti indicazioni in merito e continuo ad informarmi.
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Altre proprietà immobiliari continuano ad essere tassate come prima ma ricordatevi di denunciarne il reddito e o le plusvalenze in Italia(sotto vedremo cosa fare nel nuovo paese di residenza)
Bene adesso vediamo cosa comporta essere residenti esteri nel paese scelto: io sono in Canada e quindi parlo del Canada anche se in linea di principio le cose non sono poi così differenti (vedere sempre convenzioni doppie tassazioni)
Una volta ottenuto il permesso di soggiorno con visto lavorativo durata max 3 anni rinnovabile per altri 2 o ottenuto permesso di residenza definitiva, ci sono un paio di cose da fare subito. Trovarsi un alloggio, affitto o acquisto dipende da voi. Iscriversi all'assistenza malattie (come nostra ASL) fatelo subito perchè ci mette circa tre mesi ad arrivare la tesserina e se state male in Canada vi spennano completamente (pronto soccorso 750 $ca solo per farsi visitare e se devono ricoverarvi avete finito di vivere) Richiedere il numero di Assicurazione Sociale (attenzione a questo numero: è il vostro identificativo, va solo dato allo stato obbligatoriamente e a nessun altro. Se qualcuno s'impadronisce del vostro numero può praticamente fare tutto quello che fate voi solo che poi a pagare sarete solo voi, vi rubano l'identità... per cui OCCHIO!!!), aprire un conto in banca (per tutte le questioni riguardanti le linee di credito si rimanda a forum differenti), iscrivere i figli a scuola etc.etc.
Pensate sia tutto .....ebbene no.
Dovete sapere che per quanto riguarda le tasse il Canada (ma anche l'Italia) considera i suoi residenti tassabili per tutto quello che producono nel mondo.
Quindi anche voi.
Allora dovreste alla prima dichiarazione dei redditi dichiarare quali, quante e che valore hanno tutte le vostre proprietà lasciate in Italia, come se alla data della vostra partenza voi le aveste vendute sul suolo ITALIANO (anche se non è vero) e le aveste ricomprate il medesimo giorno ma come residente CANADESE.
Questo perchè il Canada pretende che eventuali plusvalenze introitate dopo il giorno della vostra nuova residenza le si paghino in Canada.
La complicazione deriva però dal fatto che non esiste in Italia (che io sappia) per i privati cittadini (discorso diverso per le società o ditte) nessun modello fiscale che mi permetta di trasferire dei beni dall'Italia all'estero senza farne una effettiva vendita.:?
Nemmeno il tanto fantomatico modello RW che nessuno compila, sbagliando. Attenzione ai trasferimenti di denaro dall'Italia all'estero etc. l'omissione del RW vi fa diventare automaticamente evasori.Allora che fare se non esiste un modello?
Ecco alcune indicazioni: Prima casa in Italia.
Procuratevi una stima certificata da un abilitato comprovante il valore della vostra casa alla data di partenza o il più vicino possibile. Se per caso la vendete, visto che in Italia non pagate plusvalenze se l'avete abitata per più di 5 anni e un giorno ( anche in Canada la prima casa non viene tassata ma dovete dichiarala), avrete la possibilità di dichiarare il valore della plusvalenza dalla data di residenza e non da quella di acquisto.(Anche se non dovreste però in ogni caso pagare imposte in Canada sulla prima casa italiana)
Seconda casa e titoli.
Visto che non esiste questo famoso modello dichiarativo procuratevi ugualmente una stima certificata (per i titoli o fondi o azioni basta la quotazione di borsa sui giornali alla data e - del cambio -) .
Se vendete, le plusvalenze andranno dichiarate e pagate in Italia.
Lle stesse calcolate dal giorno della nuova residenza in Canada dichiarate e pagate in Canada e allo stesso tempo porterete in detrazione" pro quota-data" quanto pagato in Italia facendo riferimento al valore delle stesse al giorno del vostro trasferimento ( un po complicato e poi voglio vedere chi mi certifica il pagato "pro quota-data", ma così è e cosi funziona):x
Bene per il momento è tutto. Consiglio: se vi trasferite e lo fate definitivamente vendete tutto e portate via tutto, vi complicate meno la vita.
Se non vi siete iscritti all'AIRE e la vostra famiglia e i vostri beni risiedono in Italia non dovete cercare di capire cosa sono i residenti estero ,perchè voi siete ancora residenti in Italia, quindi dovrete tassare i redditi percepiti all'estero in Italia e non il contrario.Wippo sto provando ad inviarti MP ma hai la casella piena
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Ciao a tutti , sono nuovo del forum,
volevo gentilmente chiedere lumi sulla mia situazione : attualmente sono lavoratore dipendente per una ditta italiana che vende e fornisce assistenza all'estero , il punto è che io vorrei passare a essere lavoratore autonomo e trasferirmi in Guatemala , continuando a dare servizio come faccio attualmente per la stessa ditta , mantenendo la residenza in Italia, mi pare di aver capito che non è necessario aprire una partita IVA estera (lavoro occasionale) . In parole povere , sarebbe quindi sufficiente aprire un conto corrente in Guatemala e farmi versare lo stipendio su quel conto e poi dichiarare i redditi in Italia o devo aprire una partita iVA e quali sarebbero gli svantaggi/vantaggi?
grazie mille
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Ciao Claudio,
la questione riguarda la doppia tassazione tra l'Italia ed il Guatemala, nel senso che attualmente non c'è un accordo tra le due Paesi, quindi potresti essere obbligato a pagare le imposte sia in Italia che in Guatemala. Comunque per fare le opportune valutazioni sarebbe opportuno chiedere una consulenza per valutare la tua situazione fiscale approfonditamente. Es. Se paghi le imposte in Italia ma vivi per un lungo periodo in Guatemala (superiori a 183 o 184 giorni a seconda che si tratti di anno bisestile o meno), potresti incorrere in sanzioni in Guatemala o viceversa (World Wide Taxation).
Claudio
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@ClaudioL said:
Ciao Claudio,
la questione riguarda la doppia tassazione tra l'Italia ed il Guatemala, nel senso che attualmente non c'è un accordo tra le due Paesi, quindi potresti essere obbligato a pagare le imposte sia in Italia che in Guatemala. Comunque per fare le opportune valutazioni sarebbe opportuno chiedere una consulenza per valutare la tua situazione fiscale approfonditamente. Es. Se paghi le imposte in Italia ma vivi per un lungo periodo in Guatemala (superiori a 183 o 184 giorni a seconda che si tratti di anno bisestile o meno), potresti incorrere in sanzioni in Guatemala o viceversa (World Wide Taxation).
Claudio
Ok , ma la mia domanda cruciale era: posso lavorare per una ditta italiana che mi pagherebbe su conto estero senza aprire partita IVA e dichiarare i redditi sempre in Italia , o è necessario aprire partita IVA? grazie mille
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@claudio838 said:
Ok , ma la mia domanda cruciale era: posso lavorare per una ditta italiana che mi pagherebbe su conto estero senza aprire partita IVA e dichiarare i redditi sempre in Italia , o è necessario aprire partita IVA? grazie mille
Poichè ancora vivi in italia devi aprire partita iva in italia, una volta che tu sarai stabilito in guatemala allora si può pensare a procedere chiudendo la partita iva italiana e aprirne una in guatemala. Io se fossi il commercialista della ditta sconsiglierei di effettuare versamenti periodici in un conto corrente di un paese black list senza avere una adeguata documentazione a supporto ( fatttura/ricevuta estera).
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@ClaudioL said:
Poichè ancora vivi in italia devi aprire partita iva in italia, una volta che tu sarai stabilito in guatemala allora si può pensare a procedere chiudendo la partita iva italiana e aprirne una in guatemala. Io se fossi il commercialista della ditta sconsiglierei di effettuare versamenti periodici in un conto corrente di un paese black list senza avere una adeguata documentazione a supporto ( fatttura/ricevuta estera).
Quindi, per capirci, lei come "stabilito" intende, avendo spostato la residenza in Guatemala e non avendola quindi più in Italia?
Anche solo vivendo quindi in Guatemala ma mantenendo la residenza in Italia sarei obbligato ad aprire partita IVA in Italia per poter lavorare?
grazie mille
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Mi chiamo Salvatore, ed è la prima volta che scrivo in un forum. Scusamtemi il mio italiano, ma sono nato in Germania è non ho mai studiato la lingua italianan. Vivo dal 1997 in Italia. Mi occupo di progetti per impianti industriali.
Sto per accettare una proposta di una azienda con sede in svizzera. Io manterei la mia residenza in Italia (Treviso), quindi L?assunzione sarà con un contratto svizzero. Mi hanno già illustrato che percepisco un salario netto, già tassato secondo la legislatura svizzera, vuol dire sia le tasse per lo stato svizzero (1° pilastro), sia contributi per la pensione (2° pilastro). Inoltre con l?accordo bilaterale tra Italia e Svizzera posso mantenere la previdenza INAIL in Italia (tessera sanitaria, ecc) - ecco, non so se è vero questo. La mia domanda è la seguente: lo stipendio mi verrà corrisposto sul mio conto abituale in Italia, 1. devo dichiarare il reddito in Italia? 2. come verrà effettuato il calcolo della tassazione?
Ecco un?altro punto importante. Il mio lavoro lo svolgerò al 90 % presso i clienti, vuol dire RUSSIA, USA, CINA, in pratica tutto il mondo. Vado in Svizzera solo per riunione progetti, cmq poche volte.
Magari mi potete dare qualche aiuto per capire meglio la situazione.
Grazie mille
Salvatore
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Buongiorno ,
Il mio quesito è questo : io lavoro per una compagnia di navi crociera che battono bandiera portoghese (ibero cruiseros )
Sono residente in Italia ma lavoro per 8 mesi all'estero ... in Portogallo pago le tasse mentre in Italia mi hanno detto che non devo pagarle e quindi risulto disoccupato ... è realmente così ?
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@rosarioemanuele said:
Buongiorno ,
Il mio quesito è questo : io lavoro per una compagnia di navi crociera che battono bandiera portoghese (ibero cruiseros )
Sono residente in Italia ma lavoro per 8 mesi all'estero ... in Portogallo pago le tasse mentre in Italia mi hanno detto che non devo pagarle e quindi risulto disoccupato ... è realmente così ?Non risulti disoccupato in italia, risulti un lavoratore all'estero. In base agli accordi contro le doppie imposizioni vigenti tra Italia e Portogallo, l'art 15, sancisce che:
"...le remunerazioni relative a lavoro subordinato svolto a bordo di navi o di aeromobili utilizzati in traffico internazionale sono imponibili nello Stato contraente nel quale è situata la sede della direzione effettiva dell'impresa."In poche parole se la tua azienda ha sede in Portogallo paghi per legge le tasse in Portogallo.
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Salve a tutti, mi chiamo Francesco e mi sono imbattuto in questo forum che non conoscevo e che stò trovando davvero interessante perchè stò cercando informazioni in quanto ho ricevuto un offerta di lavoro all'estero. In pratica lavoro in Italia per una multinazionale, sono assunto con un contratto interinale Ggroup... Sono già stato in trasferta all'estero(in Croazia) per uno startup ed ora mi han proposto di andare li per un anno. Sarebbe sospeso il mio contartto in Italia e me ne farebbero uno con Adecco Croatia la quale retribuzione si andrebbe a sommare ad una diaria ecc...Nella proposta si fa riferimento a quote lorde chiaramente ma siccome per me questa è una decisione importante stò cercando di valutare e quantificare bene il tutto. La mia domanda è: essendo un contratto fatto da Adecco Croatia quale imposizione verrebbe applicata e come funziona per quanto riguarda i contributi previdenziali ed i diritti? Si baserebbe tutto sul sistema Croato oppure essendo io anagraficamente residente in Italia c'è un trattamento particolare? Vi ringrazio anticipatamente!
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Salve a tutti continuo a leggere e rileggere forum su questo problema delle tasse
Ho lavorato più di 183 giorni in un altro stato(convenzionato) con residenza in Italia, sono stato pagato da un datore di lavoro residente all'estero e con base fissa nel suddetto stato.
Ora, devo fare la dichiarazione dei redditi ? pagherò le tasse ?
Questo Stato ci vuole ignorante..Non c'è informazione, se vai alle agenzie o agli uffici riguardanti non sanno neanche che giorno è...e poi pretendono....
Grazie per un eventuale risposta
*P.s. StickTogether
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Salve,
ho questo problema.Sono dipendente di un'impresa italiana e da una società di consulenza estera (diversa da quella per la quale lavoro abitualmente) mi è stata chiesta un'attività spot in un Paese del Medioriente, attività che dovrebbe durare qualche mese (meno di 6 comunque).
Avrei intenzione di farmi pagare estero su estero e in dollari e mi chiedevo se e come debbano essere conteggiati i guadagni da questa attività e quindi, se e come pagare le tasse (se dovute) in Italia.
In effetti si tratterebbe di andare qualche giorno al mese in Medioriente, fare alcune attività e venire pagato per queste.
Spero di essere riuscito a spiegarmi.
Grazie a chiunque potrà darmi qualche informazione.
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Buongiorno a tutti,
complimenti per il forum molto interessante. Credevo di essermi chiarita, ma poi mi sono confusa di nuovo!
Mia situazione:
- Vivo e lavoro in UK da piu' di 10 anni
- mai iscritta all'AIRE (quindi per lo stato italiano risulto disoccupata, ancora a carico di mia madre e residente in Italia)
- per gli UK risulto residente in UK, in quanto domiciliata e pagato le tasse in UK da + di 10 anni
- da Gennaio 2013 ho aperto una partita IVA in UK in quanto sono lavoratrice autonoma in UK da 3-4 anni (agente rappresentante in UK per aziende Italiane con sede in Italia, che mi pagano un servizio e commissioni su un cc business inglese)
- In UK possiedo un auto (non possiedo immobili o altro)
- ho sempre vissuto in affitto tranne negli ultimi due anni che ho vissuto nella casa UK del mio compagno, che tra 1 mese metteremo in affitto e quindi dovro' decidere se trovarmi un B&B o uno studio flat mio per il periodo trascorso in UK per lavoro (+ di 184 gg)
- In Italia non possiedo immobili (ma possiedo un'auto cointestata con il mio partner dove vivo quando sto in Italia: domiciliato a MODENA, quidni indirizzo diverso dalla mia residenza italiana a Trieste dove sono originaria!)
- non pago tasse in italia ne faccio dichiarazione dei redditi in Italia in quanto non ci lavoro
- negli ultimi 2 anni ho percepito piccole somme di denaro sul conto italiano (inferiori a €5000) da aziende italiane per lavoro svolto e dichiarato in UK
Sono perseguibile penalmente? dovrei fare dichiarazione in italia anche se non ci lavoro? A quale cavillo e pena burcratica vado in contro?
Stavo pensando di iscrivermi all'AIRE per ovviare al problema fiscale italiano (mai fatto un po' per pigrizia, e un po' perche' non ne ho mai sentito una vera necessita' in quanto venire in italia per rinnovare documenti o per votare non mi e' mai stato un problema), ma sono indecisa e non so che fare, anche perche' stando ora spesso in Italia con il mio compagno potremmo decidere di comprare una casa qua.. ma ce' anche la speranza che lui si decida un giorno a trasferirsi pure lui in UK.. ma al momento non ne ha alcuna intenzione..
C'e' qualcuno che mi puo' delucidare un po' ?
Grazie mille
MP
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@Leopollo said:
Buongiorno a tutti!
Io mi trovo invece a vivere una situazione leggermente diversa da quelle descritte precedentemente (e forse un po' più "rara"):io sono cittadino Italiano residente in Italia e a breve potrei essere assunto da un'azienda inglese per continuare a svolgere la mia professione in Italia ma percependo una retribuzione direttamente dal Regno Unito.
La domanda è: a che tipo di tassazione vado incontro? Premesso che credo di aver capito che comunque continuando ad essere residente in Italia e, soprattutto, continuando a lavorare in Italia, dovrò continuare a pagare al Governo Italiano esattamente le stesse tasse che pago attualmente come qualunque dipendente italiano, mi chiedo se il mio futuro reddito sarà assoggettato a trattenute ulteriori (magari all'origine) da parte del Governo Britannico!!! Dovrò pagare le tasse 2 volte?!?!?! nel caso in cui effettivamente ci fosse qualche trattenuta all'origine da parte del Governo Britannico, in che porzione inciderebbe su un ipotetico "stipendio lordo annuo"?
Soprattutto: come verrà gestito il versamento dei contributi pensionistici INPS? Sarà l?INPS a richiederli direttamente all'azienda inglese? Oppure sarò io a dover prevedere versamenti "volontari"? In tal caso potrò anche astenermi dal momento che l'azienda inglese prevede già il versamento di contributi ad un fondo pensione britannico?
Per finire qualcuno mi saprebbe dire se sia possibile (o ancora meglio scontato) che, lavorando io in Italia, l'azienda inglese mi assuma in accordo ad un CCNL italiano (con tutte le tutele e normative del caso)?Grazie mille in anticipo a chiunque mi volesse aiutare a sanare questi miei dubbi.
Ciao Leopollo,
Io mi trovo esattamente nella tua stessa situazione. La mia ditta a Londra a rilasciato un NT code per cui dovrei pagare solo le tasse in Italia ma rimane sempre aperta la questione dei contributi all'INPS? Ho consultato 3 commercialisti che sembrano tutti dire che non dovrei pagarli in Italia, ma nessuno mi e' sembrato del tutto convinto. Tanto meno l'INPS che non ha capito nulla della mia situazione!! Volevo sapere se sei riuscito a risolvere il problema?
PS: l'azienda mi ha assunto con un contratto UK.Attendo tue notizie, grazie!
chachy
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Buongiorno,
dovrebbe chiedere alla Sua azienda se è disposta a sottoscrivere un contratto di diritto italiano.
In questo modo si risolve ogni questione anche a livello contributivo (INPS) ed assicurativo (INAIL),
oltre che fiscale (IRPEF).
cordiali saluti,
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Ciao,
questo il mio caso sul quale chiedo un consiglio in quanto non so come comportarmi.Lavoro per una compagnia americana da 4 anni, base in California, e tra 2 mesi mi trasferisco la' col visto L1-B, con la moglie (in Italia lascerò solo una casa ma sara' inabitata e con tutto disattivato).
In quanto a tasse là pagherei molto meno (29%) ma poi comunque qui col 730 andrei a pagare il restante delle tasse per arrivare a quello che pago adesso (attorno al 42%).
Mi han detto che l'unico modo per non pagarle è di non avere più la residenza qui. Ma per avere la residenza là significa avere la green card (....o sbaglio?!?!?) So che per la green card dovrei aspettare anni ed anni, quindi mi chiedevo se veramente avevo bisogno della Green Card per poter pagare le tasse solo in USA e non doverle pagare piu' qui.Grazie dei vostri consigli!
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Salve a tutti... spero che mi possiate aiutare circa una questione che a fatica il mio commercialista sembra non riuscire a chiarire.
Ho ricevuto una proposta di lavoro da un'azienda tedesca, per la quale dovrei operare (come dipendente) come country manager (responsabile commerciale) per l'Italia. Quindi sarei stipendiato dalla Germania pur rimanendo residente in Italia.
Che succede per il discorso contributivo? E per mantenere lo stipendio netto di 35000 € annui, quanto dovrei pretendere dall'azienda tedesca (lordo e netto)?
Un grazie in anticipo per l'attenzione e per la vostra eventuale risposta
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Buongiorno,
ho molti clienti tedeschi e con tutti sono riuscita a far assumere il dipendente con contratto italiano.
Chiaramente bisogna essere pazienti e spiegar loro la normativa facendo i confronti del caso.
Per il dipendente l'assunzione con contratto tedesco rischia di diventare un grosso svantaggio sopratutto in termini di contributi
(verrebbero versati in Germania o non versati del tutto).
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Salve mio fratello ha lavorato nel 2012 in Germania dal 01 giugno al 31 dicembre presso una ditta come grafico, preciso che non ha mai cambiato la residenza dunque risulta in Italia anche se tutt?oggi lavora ancora in Germania.
Gli hanno dato una sorta di certificazione di quello che ha guadagnato in Germania riassumo le voci: cifra totale lorda=14500,00
Imposta sul reddito = 1640,14
Tassa di solidarietà per la Germaina del ?est = 90,15
Pensione (parte del datore) = 1421,00
Pensione (parte del lavoratore) = 1421,00
Assicurazione sanitarie = 1189,00
Assicurazione in caso di non autosufficienza=177,63
Disoccupazione = 217,50Cosa deve fare in Italia? Deve fare l?unico 2013 se si in quale quadro e rigo deve indicare l?importo. Quale somma deve indicare, quella lorda?
Ha credito d?imposta?
Deve fare anche la dichiarazione in Germania?
Grazie in anticipo.
Saluti.