• User Newbie

    Azienda di famiglia art. 230 bis

    Salve Avvocato, dopo il mio matrimonio (in regime di separazione di beni), mio marito ed io abbiamo aperto un'attività (ditta individuale intestata a mio marito)...trattasi di azienda di famiglia? Una moglie, nonostante la separazione dei beni, in una ditta individuale del marito è una collaboratrice? Grazie saluti


  • Super User

    Ciao Billa.
    L'azienda di famiglia (*rectius *impresa familiare) è tale se viene costituita come tale. Altrimenti è impresa individuale del titolare.
    Se poi è vigente il regime patrimoniale della separazione, essa appartiene solamente al predetto imprenditore individuale.
    Vi sarà semmai un diritto del coniuge lavoratore a ricevere un congruo compenso, magari come dipendente.
    Ciao


  • User Newbie

    io so che il coniuge non può mai essere un dipendente...lo so per certo questo...quindi alla luce di questo, io come moglie ero una collaboratrice nell'azienda...e so pure che all'impresa di famiglia possono collaborare i parenti..tu sei un avvocato?
    Ciao 🙂


  • Super User

    @Billa said:

    io so che il coniuge non può mai essere un dipendente...lo so per certo questo...quindi alla luce di questo, io come moglie ero una collaboratrice nell'azienda...e so pure che all'impresa di famiglia possono collaborare i parenti..tu sei un avvocato?
    Ciao 🙂

    Ciao Billa
    Il mio pensiero sul punto non può che essere quello sopra indicato. Qual'è il quesito giuridico??
    Ciao

    p.s. Il lavoro reso fra familiari conviventi si presume gratuito ma non lo è di diritto. Pertanto è ammesso il superamento di tale presunzione con l'espressa pattuizione di un rapporto di lavoro subordinato.

    P.p.s. La scelta dell'impresa familiare per la regolarizzazione del lavoro fra conviventi è usualmente prioritaria per la sua miglior economicità (minor costo della contribuzione e dei costi accessori).


  • User Newbie

    domandavo appunto per chiarirmi ancora di più le idee...e questo lo chiedevo perchè in realtà fra gli avvocati ci sono pareri discordanti, ma non per quanto concerne la collaborazione ma per l'azienda di famiglia.
    Alcuni avvocati dicono che l'azienda di famiglia non c'è, in regime di separazione di beni e che semmai bisognerebbe provare la titolarità e altri avvocati dicono che invece l'azienda di famiglia esiste anche in regime di separazione. Io ho letto tutto riguardo all'azienda di famiglia secondo l'articolo 230 bis e mi piacerebbe discuterne qui, con chi se ne intende, per capire ancora meglio alcuni punti.
    Tutti qui!
    Ciao


  • User Newbie

    ho sbagliato post?


  • Super User

    Non ho capito. Cosa posso aggiungere a quanto esposto??
    Fammi sapere.
    Ciao


  • User Newbie

    @shapur said:

    Ciao Billa
    Il mio pensiero sul punto non può che essere quello sopra indicato. Qual'è il quesito giuridico??
    Ciao

    p.s. Il lavoro reso fra familiari conviventi si presume gratuito ma non lo è di diritto. Pertanto è ammesso il superamento di tale presunzione con l'espressa pattuizione di un rapporto di lavoro subordinato.

    P.p.s. La scelta dell'impresa familiare per la regolarizzazione del lavoro fra conviventi è usualmente prioritaria per la sua miglior economicità (minor costo della contribuzione e dei costi accessori).

    Ciao Shapur, sono nuova in questo forum, quindi ancora non capisco bene come funziona, quando ho scritto: "ho sbagliato post", l'ho scritto subito dopo la mia risposta e non dopo la tua, quindi non facevo a te un'altra domanda.
    Volevo capire se questa sezione è solo per le domande oppure anche per discutere di un argomento legale, come questo, a mio avviso abbastanza complesso.
    Ritornando all'argomento, tu scrivi: "il lavoro reso fra i familiari conviventi si presume gratuito ma non lo è di diritto. Pertanto è ammesso il superamento di tale presunzione con l'espressa pattuizione di un rapporto di lavoro subordinato".
    La disciplina dell?impresa familiare (art. 230 bis) trova applicazione quando vi sia prestazione continuativa di lavoro nell?impresa o nella famiglia da parte dei familiari, e per familiari la legge intende coniuge, parenti entro il terzo grado, affini entro il secondo.
    Sussiste impresa familiare, secondo l'art. 230 bis, "salvo che sia configurabile un diverso rapporto". Dunque essa presenta un carattere residuale ed infatti la collaborazione dei familiari all'impresa potrebbe configurarsi come rapporto di lavoro subordinato o magari come partecipazione ad una società di fatto.
    V?è ancora da osservare, sempre in linea generale, che impresa familiare può sussistere indipendentemente dal regime patrimoniale che i coniugi abbiano scelto, comunione legale o convenzionale, separazione dei beni, fondo patrimoniale od altre convenzioni.
    Le affermazioni sulla natura residuale dell?impresa familiare appaiono ormai ampiamente consolidate, in giurisprudenza come in dottrina . E ciò significa che impresa familiare sussiste soltanto quando le parti (i familiari) non abbiano inteso dar vita ad un diverso qualificato rapporto (società di fatto, rapporto di lavoro subordinato, ecc.).

    Alla luce di quanto appena scritto, se ho interpretato bene, sussiste impresa di famiglia quando appunto i familiari (quindi anche il coniuge) non hanno dato vita ad un diverso rapporto.
    Billa non ha dato vita ad un altro rapporto, quindi a prescindere dal regime scelto dai coniugi, sussiste impresa familiare!!!?