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dipendente professionista e regime di franchigia
Salve a tutti.
Ho in mente da un po' di tempo di diventare consulente e, quindi, di aprire una attività in proprio come professionista.
Sono, attualmente e da oltre 2 anni, dipendente di una società di manutenzione aeronautica e come tale inquadrato regolarmente.
Lo scorso aprile, ho dato incarico ad un commercialista, dopo qualche spiegazione su quanto ho intenzione di fare di avviare le pratiche per l'apertura della p.iva. Il commercialista ha aperto una p.iva in regime di franchigia, cod attività 74202 "servizi di ing. integrata", considerando che è quella "naturale" per le nuove attività.alcune considerazioni:
- per il primo anno (e forse anche per il 2°) le consulenze che farò ritengo saranno poche (o addirittura nulle): quindi le fatture che emetto saranno poche e/o di importo globalmente poco rilevante.
- Le spese, che ho intenzione di fare come professionista (e quindi con l'utilizzo della p.iva) sono tuttavia molte (ad esempio auto, computer e software, abbonamento per connessione ad internet con tutti gli annessi, corsi di formazione/aggiornamento inerenti la mia attività ? anche all'estero -, pubblicità (anche su internet) per la mia attività, ecc.)
- Sono ingegnere, iscritto all'ordine, ma ovviamente non iscritto a INARCASSA perchè dipendente.
Alcuni quesiti:
- Il reddito da libero professionista e il reddito da lavoratore dipendente si sommano per rientrare all'interno del limite previsto per il regime optato (7.000,00 eur per il 2007)?
- Come devo considerare l'iva sulle prestazioni effettuate (fatture emesse) e sugli acquisti (rif. Art 15 comma 2 del DL 04/07/2006, n 233 e punto 52.6 della Circolare Ag. Entrate n. 28 del 2006). In altri termini:
a. Per gli acquisti fatti, ho un credito d'iva?
b. Posso fare un bilancio tra iva da versare e iva ricevuta?
c. Se non posso addebitare l'imposta, devo indicarla in fattura o no? Oppure devo mettere una voce tipo "prestazione esente da iva..." (considerato che le società per le quali faccio consulenza la richiedono per avere, a loro volta, il credito iva su quella prestazione)? - Se, come penso (rif domanda precedente), non posso, p. es. scaricare o avere credito - per gli anni a venire - per l'iva sui molti acquisti che farò, il regime di franchigia è effettivamente quello più conveniente per me (anche considerando che ci sono una serie di esoneri, p.es. le registrazioni ed i versamenti iva trimestrali, i quali, tuttavia, sono poca cosa viste le previsioni per i primi anni)?
- in caso, nei mesi a venire, le mie previsioni sulle consulenze che andrò a svolgere siano più rosee, è possibile transitare volontariamente a regimi diversi (ad esempio il regime fiscale "agevolato", o altri)? se si:
a. entro quanto tempo potrei passare ad altro regime?
b. Gli acquisti effettuati andranno ad essere considerati come cespiti per la nuova p.iva (visto che quella per il regime di franchigia dovrà necessariamente cambiare)?
c. Se acquisto un bene durante la mia permanenza nel regime di franchigia (e quindi vanterei un credito iva), tale iva a credito può essere "ribaltata" se passo a regime fiscale diverso? - E' vero che in regime di franchigia sono escluso dagli studi di settore, mentre per gli altri regimi no?
- SE vero il quesito precedente e SE transitassi in altri regimi fiscali diversi da quello di franchigia, fatte salve le ipotesi sul giro di affari ridotto per i primi anni e sulle spese che andrò comunque a sostenere per la mia attività, gli studi di settore mi obbligano comunque a versare il minimo per la categoria di appartenenza, anche se il fatturato è (quasi) nullo, fatture alla mano?