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Famiglia che non riesce a staccare il cordone ombelicale dal proprio figlio
Per eccessivo senso di protezione da parte della mia famiglia, mi trovo quasi all'età di 40 anni sotto stretto controllo e oggetto di subdoli ricatti psicologici qualora mi trovassi ad aver bisogno del loro appoggio morale o materiale.
Mi ritrovo in una situazione "non bella" nella quale "per forza di cose" e per "cause di forza maggiore", tra cui ahimè non aver una situazione economica stabile, a dover essere oggetto di subdoli ricatti e a dover sentire su di me il controllo come se fossi un quindicenne. La mia famiglia pretende di sindacare sulle mie scele e di averne voce in capitolo, pena la minaccia di poter vedere decadere un supporto da parte loro. Supporto che non pretendo, ma quanto meno per me rappresenta un aiuto nel mentre che muovo azioni nel cercare di ricrearmi e/o reinventarmi un'indipendenza in questo momento di crisi.
Sta diventando impossibile anche la semplice condivisione dei miei momenti felici, in quanto trovano da ridire su tutto, devo stare attento a qualsiasi cosa dico, a quali punti di vista esprimo e mi sento anche innaturale come persona in quanto non mi sento più me stesso dovendo prestare attenzione a come mi rapporto con loro.
Pur non volendo essere pessimista, credo che la loro azione di controllo non cesserà neanche quando tornerò finalmente a riavere una mia indipendenza certa.
Temo altresì che il loro controllo non si fermi solo a questo ma mi tengano sotto controllo nelle mie azioni e spostamenti, venendo a sapere quindi anche della mia vita privata attraverso vie traverse. Il dubbio da parte mia riguardo a questo si pone in quanto noto troppe coincidenze che non credo possano essere tali.
Non credo di fare nulla di male nella mia vita, non sono un delinquente e non ho mai fatto nulla contro legge, ma il bisogno di controllo della mia famiglia non si ferma neanche di fronte agli affetti di cui decido di circondarmi (anche a una mia potenziale compagna) e se questi non rispecchiano il loro modo di pensare e il loro indottrinamento, mi ritrovo quasi sempre in difficoltà, in inutili discussioni dove mi si chiede conto delle mie decisioni/azioni e mi si mette di fronte ad un muro pretendendo che io assuma come giusta la loro ultima parola con la quale potrei anche trovarmi discorde sebbene la accetti. Sembra quasi che non ci sia la possibilità di condividere punti di vista differenti.
Essenzialmente non vorrei andare contro la mia famiglia e intrapprendere azioni nei loro confronti, ma in questo momento è necessario per me capire come potermi tutelare, vedendo riconosciuto un mio diritto decisionale, un diritto di parola ed espressione, il diritto alla privacy della mia vita privata, la possibilità di sentire una famiglia vicina, di poter beneficiare del loro aiuto se ne ho bisogno, nonchè, primo fra tutti, il mio dovere come figlio di potergli stare vicino qualora abbiano necessità di me non solo da un punto di vista morale ma anche da un punto di vista materiale.
Spero di essere stato chiaro nell'esprimere il problema e ringrazio anticipatamente per il parere che vorrete fornire al riguardo.
Saluti