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Consiglio su successione
Salve e grazie in anticipo per l'attenzione,
mi trovo ad aver bisogno di un consiglio su una questione ereditaria complicata dal fatto che gli eredi sono tutti sparsi per l'Italia e poco in contatto tra loro. Il sottoscritto ha diritto ad 1/9 dei beni in causa (un piccolo appartamento e pochi spiccioli su un conto). Ho già versato tasse di successione eccetera.
Il problema è la gestione del piccolo immobile.
Al momento l'appartamento è in affitto a terzi, i quali hanno per giunta da mesi smesso di pagare l'affitto accampando le più diverse scuse.In aggiunta: uno degli altri successori (che ha diritto ad 1/3 dell'eredità, essendo fratello del de cuius) aveva manifestato volontà di non accettare l'eredità e lasciarla ai restanti. Sulla visura catastale però appare chiaramente anche il suo nome, segno che questa volontà non si è poi esplicata in atto pratico.
Domande:
E' ancora possibile per un erede rinunciare alla propria quota di eredità, nonostante che egli figuri già tra i proprietari dell'immobile? In che modo eventualmente?Come si fa ora a gestire la situazione? Cosa si fa in questi casi? Si trova un procuratore, un rappresentante che raccolga delega di tutti gli eredi?
Può uno qualsiasi degli eredi prendere in mano la situazione (per esempio telefonare agli inquilini, interagire con l'amministrazione condominiale) a nome degli altri o a nome proprio? Dev'esserci una delega comunitaria?
In ultimo, un commercialista che ha curato amichevolmente la questione nell'ultimo anno, ma senza avere delega alcuna, vorrebbe un rimborso spese per le cose fatte (apertura di un conto, sbattimenti vari, che effettivamente devono esserci stati nell'intercorrere tra la morte del de cuius e oggi). A chi e in che misura potrà/dovrà presentare la sua parcella?
Grazie per una qualche parola illuminante, su quella che, dato l'esiguo valore dell'immobile, si presenta al momento essere più che altro una seccatura, salvo il rispetto dovuto agli affetti parentali in ballo.
Max L.
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Il termine per l'accettazione (e per la rinuncia, salvo non sia stata posta in essere un'accettazione tacita) dell'eredità è di 10 anni dall'apertura della successione, salvo actio interrogatoria che può essere proposta da chiunque ne abbia interesse per far apporre un termine di decadenza ai chiamati.
Un erede che abbia accettato l'eredità può fare tutto ciò che è legittimato a fare un titolare di quota su un bene, si applicano le norme sulla comunione: articoli 1100 del codice civile.
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@xpx said:
Il termine per l'accettazione (e per la rinuncia, salvo non sia stata posta in essere un'accettazione tacita) dell'eredità è di 10 anni dall'apertura della successione, salvo actio interrogatoria che può essere proposta da chiunque ne abbia interesse per far apporre un termine di decadenza ai chiamati.
Un erede che abbia accettato l'eredità può fare tutto ciò che è legittimato a fare un titolare di quota su un bene, si applicano le norme sulla comunione: articoli 1100 del codice civile.Grazie. Mi pare di capire che faremmo bene a nominare di comune accordo (100% delle quote ereditarie) un rappresentante, amministratore, procuratore? che gestisca la situazione su preciso mandato a nome di tutti, giusto? Ma che succede se non si riesce ad avere l'unanimità degli eredi nella nomina di un procuratore?
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Sono eredi o soltanto chiamati? Hanno accettato l'eredità?
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@xpx said:
Sono eredi o soltanto chiamati? Hanno accettato l'eredità?
Questo non glielo so dire. Io si sicuramente, e altri, credo. Uno dei chiamati (per una quota di 1/3) ha sempre manifestato volontà di non accettare ma solo verbalmente. Fatto sta che anche lui appare nella visura catastale dell'immobile. Questo vuol dire che ha accettato o è valso il tacito assenso?
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L'accettazione se tacita si trascrive ex 2648 comma III del codice civile, è necessaria una visura ipotecaria per verificare se siano intervenute accettazioni tacite o espresse da parte degli altri chiamati.