• User

    Allora...
    Il fatto risale alla seconda metà del 2012 (agosto o settembre, non ricordo).
    Convocazione della Postale a marzo 2014, fine indagini a maggio 2015 e ora a marzo 2018 data dell?udienza.

    L?avvocato nel 2015 mi aveva detto che ci sarebbero voluti diversi mesi, ma io effettivamente pensavo che nel giro di 1 anno si arrivava ad una conclusione. Invece ne sono passati 3.
    Sicuramente chiederò direttamente a lui cosa ne pensa. Magari il tribunale aveva altre priorità. Non saprei.


  • User Newbie

    @tc88 said:

    Allora...
    Il fatto risale alla seconda metà del 2012 (agosto o settembre, non ricordo).
    Convocazione della Postale a marzo 2014, fine indagini a maggio 2015 e ora a marzo 2018 data dell?udienza.

    L?avvocato nel 2015 mi aveva detto che ci sarebbero voluti diversi mesi, ma io effettivamente pensavo che nel giro di 1 anno si arrivava ad una conclusione. Invece ne sono passati 3.
    Sicuramente chiederò direttamente a lui cosa ne pensa. Magari il tribunale aveva altre priorità. Non saprei.

    Posso chiederti la cortesia di scrivere qui nel caso ti dessero una spiegazione in merito?
    Sono interessata ai tempi dell'evoluzione di una querela.
    (io sapevo che può essere sporta entro 3 mesi dal fatto e che le indagini non possono durare più di 6 mesi tranne casi particolari)
    Grazie ancora


  • User

    Si, si... se dovesse darmi una spiegazione la riporterò qui.


  • User Attivo

    @tc88 said:

    Grazie per la risposta.
    Purtroppo credo che per la prescrizione sia un pelo presto perché la querela risale a settembre 2012 (o agosto, non ricordo con precisione), quindi bisognerebbe arrivare almeno ai primi mesi del 2020.

    Per il resto, rimango fiducioso nel poter venire ad un accordo con la querelante, sapendo che comunque da un esborso di soldi non ci si scappa, ma potendo evitare condanna più eventuale e quasi certo processo civile per il risarcimento, appunto.

    Piuttosto sono preoccupato dalla cifra di tale accordo. Dite che potrà essere elevata? Capisco che non si possa sapere con certezza, perché ogni caso è a sé, però a grandi linee? 1.000? 5.000? 10.000?

    Se la prima udienza è a gennaio 2019 e la prescrizione scatta a inizio 2020, è assolutamente impensabile svolgere tre gradi di giudizio (ma anche uno solo, se l'avvocato difensore è abile e i magistrati non particolarmente interessati al caso) in un solo anno. Sta' tranquillo. Il danno in questione è morale, perciò quantificato "in via equitativa", senza un preciso criterio, dipende molto dal numero e dall'entità degli insulti. In caso di accordo transattivo, naturalmente è la parte offesa che dichiara accettabile una certa cifra, il tuo avvocato può solo negoziare. In caso di ricorso all'articolo 162-ter, è il giudice che fa questa valutazione e se ritiene congrua la somma offerta e adeguate le condotte riparatorie, dichiara il reato estinto. Ci sono due casi noti di processi per diffamazione decapitati con questo articolo: uno a Dolzago, in provincia di Lecco, dove un giudice ha ritenuto congrua un'offerta di 3.500 da parte di una lista elettorale nei confronti del candidato avverso che si riteneva diffamato da un volantino e ha prontamente prosciolto i 10 imputati; un altro a Rimini, per una diffamazione su Facebook verso un'azienda, laddove invece non è stata ritenuta congrua l'offerta di 1.000€ e una lettera di scuse privata, richiedendo invece 2.000€ e una lettera di scuse pubblica.

    Comunque sarà presumibilmente il tuo avvocato a proporre una cifra in base alla sua esperienza e al fascicolo del processo, e poi a proporla a controparte in via transattiva. Se la negoziazione fallirà, speriamo di no, confidiamo di no, come detto sarà opportuno forzare la cosa e ricorrere a questo nuovo metodo per concludere felicemente la vicenda.


  • User

    Grazie mille per ora!


  • User Attivo

    In bocca al lupo!


  • User

    Ritirato oggi l'atto di citazione, che peraltro è stato depositato il 30 maggio 2017...


  • User

    Novità (poca cosa in realtà) dopo l'incontro con l'avvocato.

    Sostanzialmente mi ha istruito sulle possibili soluzioni e mi ha velatamente consigliato un rito abbreviato perché avrei ovviamente la pena ridotta (che comunque a suo dire sarà pressoché irrilevante, ancorché sempre una pena rimanga) e non rischierei che il querelante si costituisca parte civile (ho capito bene?)

    Ovviamente la vera incognita è l'entità dell'indennizzo che è impossibile da stimare.
    Ipotizzando un indennizzo di 3.000 euro (né troppo alto né troppo basso), una parcella sua di circa 2.000 euro e altre spese intorno ai 3.000 euro, potrei arrivare a circa 8.000 euro totali. Mi spiegava che fra persone "normali" un risarcimento simbolico di 1.000 euro sarebbe stato più che sufficiente, ma avendo dall'altra parte un VIP, che punta fortemente all'uso del bastone anziché della carota, potrebbe essere più alto.

    Ora bisogna capire chi sarà il giudice di turno (e si scoprirà verso ottobre-novembre) perché potrebbe anche dirmi bene e capitarmi un giudice che tutto sommato se ne frega e mi assolve (anche se secondo l'avvocato è molto molto improbabile).

    Ha escluso un accordo per la remissione della querela perché secondo lui questa vuole andare fino in fondo per "principio". Al massimo, alla prima udienza, potrebbe chiedere al suo avvocato se si può trovare un accordo, ma va tutto valutato al momento.

    Di prescrizione non se ne parla perché si andrebbe troppo in là (servirebbe arrivare ad aprile 2020), però anche qui si valuta come si evolve la situazione, ma è inutile puntare a quella.

    Esclusa la soluzione dei servizi sociali in quanto verrei si "assolto" penalmente, ma la controparte ovviamente avvierebbe un processo civile per il risarcimento, rischiando un maggior indennizzo.

    A novembre ci rivedremo per decidere il da farsi.

    Non nego che speravo in qualcosa di meglio, ma a questo punto spero che il giudice riterrà opportuno un risarcimento congruo anche se l'accusa chiederà magari cifre più alte.


  • User Attivo

    @tc88 said:

    Novità (poca cosa in realtà) dopo l'incontro con l'avvocato.

    Sostanzialmente mi ha istruito sulle possibili soluzioni e mi ha velatamente consigliato un rito abbreviato perché avrei ovviamente la pena ridotta (che comunque a suo dire sarà pressoché irrilevante, ancorché sempre una pena rimanga) e non rischierei che il querelante si costituisca parte civile (ho capito bene?)

    Ovviamente la vera incognita è l'entità dell'indennizzo che è impossibile da stimare.
    Ipotizzando un indennizzo di 3.000 euro (né troppo alto né troppo basso), una parcella sua di circa 2.000 euro e altre spese intorno ai 3.000 euro, potrei arrivare a circa 8.000 euro totali. Mi spiegava che fra persone "normali" un risarcimento simbolico di 1.000 euro sarebbe stato più che sufficiente, ma avendo dall'altra parte un VIP, che punta fortemente all'uso del bastone anziché della carota, potrebbe essere più alto.

    Ora bisogna capire chi sarà il giudice di turno (e si scoprirà verso ottobre-novembre) perché potrebbe anche dirmi bene e capitarmi un giudice che tutto sommato se ne frega e mi assolve (anche se secondo l'avvocato è molto molto improbabile).

    Ha escluso un accordo per la remissione della querela perché secondo lui questa vuole andare fino in fondo per "principio". Al massimo, alla prima udienza, potrebbe chiedere al suo avvocato se si può trovare un accordo, ma va tutto valutato al momento.

    Di prescrizione non se ne parla perché si andrebbe troppo in là (servirebbe arrivare ad aprile 2020), però anche qui si valuta come si evolve la situazione, ma è inutile puntare a quella.

    Esclusa la soluzione dei servizi sociali in quanto verrei si "assolto" penalmente, ma la controparte ovviamente avvierebbe un processo civile per il risarcimento, rischiando un maggior indennizzo.

    A novembre ci rivedremo per decidere il da farsi.

    Non nego che speravo in qualcosa di meglio, ma a questo punto spero che il giudice riterrà opportuno un risarcimento congruo anche se l'accusa chiederà magari cifre più alte.

    Suggerirei vivamente di consultare un altro penalista, perché mi sembra di intravedere dei punti che andrebbero approfonditi. Che io sappia:

    1. [edit]
    2. Se non si prova a chiedere, non si può sapere se la controparte è disposta ad un accordo.
    3. Da agosto 2017, qualora l'accordo non si raggiunga, è possibile "forzare" la mano del giudice offrendo del denaro in udienza e il giudice, se lo ritiene congruo, estinguerà d'ufficio il reato. Art. 162-ter codice penale. Qui un esempio dell'applicazione di questo nuovo istituto proprio per il reato di tuo interesse:
      ...ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/diffamazione-facebook-1.3590298 (devi solo aggiungere h t t p s :// w w w all'inizio, o in alternativa cercare "Rimini, diffama l’azienda e i colleghi. Condannato a scusarsi su Facebook")
      Qui un altro:
      ...casateonline.it/articolo.php?idd=107461&origine=1&t=Processo+per+diffamazione%3A+il+comunicato+del+sindaco+Lanfranchi (medesimo, il titolo è: Processo per diffamazione: il comunicato del sindaco Lanfranchi)
    4. Da gennaio 2019 ad aprile 2020 passano 13 mesi. Non so le tempistiche del tuo tribunale, ma credo che praticamente ovunque sia impossibile celebrare tre gradi di giudizio in 13 mesi.
    5. Per accedere ai servizi sociali è un prerequisito indispensabile versare immediatamente il risarcimento, o accordarsi per versarlo in forma rateale, comunque bisogna sborsare o il giudice non concede la messa alla prova. Perciò non c'è nessun bisogno di intentare cause civili dopo, salvo casi particolari (ma non è questo).

    Ripeto, io non sono un giurista, magari ho scritto un mucchio di fesserie, non mi assumo la responsabilità di nulla, forse sono io che non ho capito bene, forse sei tu che non ti sei saputo spiegare, non metto in dubbio la preparazione del tuo legale, ma io tanto per sicurezza un'altra campana la sentirei. Si parla di questioni abbastanza delicate.


  • User Newbie

    Buon giorno
    come mai non avete preso in considerazione il patteggiamento?
    Grazie


  • User

    Anche io ti consiglieri di consultare un altro penalista. L'idea di fare un abbreviato - dove, per inciso, il querelante può benissimo costituirsi parte civile - mi sembra francamente inopportuna. Come diceva DBD, inoltre, in casi come questo, il nuovo art. 162 ter c.p. è un'ottimo strumento.
    8.000 euro totali è in cifra esagerata


  • User Attivo

    @Criminal Lawyer said:

    Anche io ti consiglieri di consultare un altro penalista. L'idea di fare un abbreviato - dove, per inciso, il querelante può benissimo costituirsi parte civile - mi sembra francamente inopportuna. Come diceva DBD, inoltre, in casi come questo, il nuovo art. 162 ter c.p. è un'ottimo strumento.
    8.000 euro totali è in cifra esagerata

    Mi pare di capire, rileggendo la conversazione, che tc88 sia rimasto con l'avvocato d'ufficio che gli fu assegnato nel 2015. Mi sembra molto opportuno sottoporre il caso ad un altro penalista, qua si parla di restare pregiudicati a vita per una fesseria.


  • User Newbie

    Perché rimarrebbe pregiudicato a vita?
    per gli incensurati non c'è la sospensione della pena e non menzione?


  • User Attivo

    @anonimamente said:

    Perché rimarrebbe pregiudicato a vita?
    per gli incensurati non c'è la sospensione della pena e non menzione?

    La sospensione della pena difficilmente viene applicata alle multe, come quella che tc88 probabilmente riporterebbe.
    La non menzione vale solo per il certificato spedito a richiesta di privati, su quello visibile alla Pubblica Amministrazione risulta tutto, e ovviamente non si sa mai quando una condanna pregressa, per quanto lieve, può essere ostativa per qualcosa. Con la riabilitazione dopo 3 anni si possono neutralizzare gli effetti penali della condanna, ma il precedente di fatto resta, va dichiarato nelle autocertificazioni e così via. Patteggiare o fare un rito abbreviato a 13 mesi dalla prescrizione, e con la concreta possibilità di estinguere il reato con un semplice assegno grazie al 162-ter cp, mi sembra francamente autolesionistico. Se proprio non ci fossero altre alternative, ma ci sono, io incarterei un'ordinario citando una ventina di testimoni, pretendendo che quelli della postale di Roma vadano a testimoniare, ponendo questioni dilatorie magari sulla competenza territoriale... credo che qualsiasi penalista abbia un discreto arsenale di questi trucchetti per far passare il tempo.

    Per questo abbiamo suggerito a tc88 di consultarsi con un altro legale, eventualmente per contattare già da ora la controparte e proporre un 2-3.000€ di bonario componimento. Se la querelante non dovesse accettare, all'udienza di gennaio 2019 il proprio difensore ripeterà l'offerta davanti al giudice magari allegando una lettera di scuse, e questi se riterrà il tutto congruo (e non dubito sarebbe così, vista la distanza nel tempo dai fatti...), proscioglierà tc88 che resterà incensurato come un bebè. Tra l'altro la norma suggerisce, se la controparte rifiuta qualsiasi contatto, di mandare addirittura l'ufficiale giudiziario a consegnare l'assegno, perciò bisogna valutare bene come muoversi, il 162-ter è di recente introduzione e non è stato impiegato molte volte. Di certo bisogna muoversi d'anticipo perché se il giudice dichiara aperto il dibattimento, non si può più far nulla.


  • User

    non succede nulla, stai tranquillo, non patteggiare, il reato si prescrive a breve.


  • User

    Buonasera a tutti!
    oggi sono stato di nuovo dall’avvocato per valutare la situazione in vista dell’udienza dell’8 gennaio 2019.
    mi ha detto che le strade sono due: rito abbreviato o messa in prova ai servizi sociali.

    se voglio rischiare posso chiedere il rito abbreviato, dato che potrei essere assolto (pare che il giudice sia una donna e neanche troppo “arcigna”) e la controparte potrebbe addirittura non presentarsi tramite il suo avvocato. Chiaro che se mi dice bene il 9 gennaio posso essere pulito e lindo. Se mi dice male mi becco la pena sospesa.

    me lo sono fatto spiegare mille volte oggi, ma ho ancora dei dubbi.

    rito abbreviato con possibili scenari: assoluzione piena, accusa ma non applicazione della pena in quanto l’offesa è ritenuta di poco conto (non ricordo l’articolo che ha citato l’avvocato ma mi ha detto che fa parte di una riforma del 2014) o accusa e pena ridotta di 1/3.
    di contro affidamento: si allungano i tempi (mi diceva che ci vogliono anche 10-12 mesi affinché sia messa in pratica la prova) e poi annullamento del reato.

    Il mio dubbio rimane sul risarcimento. Posto che se sono assolto non c’è, negli altri casi cosa si rischia? Perché nel caso dell’affidamento mi ha detto che si può chiedere al giudice di concordare una somma da versare alla persona offesa per evitare il civile anche se, sempre secondo lui, difficilmente si costituirà civilmente.

    ringrazio chiunque voglia rispondere!


  • User Attivo

    Come già fu detto a suo tempo, ti consiglio di consultare un altro avvocato penalista. Non ha senso fare un rito abbreviato nell'imminenza di una prescrizione, non si capisce perché il giudice dovrebbe assolverti se sei colpevole e il pubblico ministero è in grado di dimostrarlo (questo dovreste già saperlo avendo accesso al fascicolo di indagine). Se la prova della tua colpevolezza c'è, non c'è giudice benevolo che tenga, ti becchi una condanna e ti rovini la fedina penale in un modo veramente assurdo. Non è affatto detto che la condanna sarebbe sospesa, perché verosimilmente il giudice applicherebbe una forte multa e non la reclusione, e quindi dovresti pagare pure quella in aggiunta al risarcimento, alle spese giudiziarie e al tuo avvocato. In più, trattandosi di rito abbreviato, per tornare ad essere quasi incensurato dovresti fare a tre anni della condanna la riabilitazione, una procedura complessa e costosa da istruire, e comunque la macchia resterebbe. A me fare un rito abbreviato sembra veramente inopportuno.

    La possibile assoluzione per tenuità del fatto (la legge del 2016 che ti è stata citata) è a completa discrezione del giudice e potrebbe facilmente esserti negata. Anche qualora fosse concessa, conta come giudicato civile (vuol dire che in base ad essa si possono chiedere i danni in un ennesimo processo).

    Non ha senso neanche fare la messa alla prova perché per i reati procedibilità a querela, e la diffamazione lo è, dalla estate 2017 è possibile invocare il nuovo istituto delle condotte riparatorie e pervenire ad una estinzione del reato semplicemente con un assegno senza doversi sobbarcare il tempo, l'impegno e la spesa di una messa alla prova. Tutto ciò sempre nell'ipotesi a cui non credo molto che il querelante, dopo tutti questi anni, non sia disponibile a ritirare tutto amichevolmente dietro un modico indennizzo senza dover fare neanche una udienza.

    Io vedo tre possibili strategie, meno rischiose e meno dispendiose delle due che ti sono state prospettate: rito ordinario e prescrizione; ritiro della querela; estinzione per condotte riparatorie (162 ter cp).

    Io come detto consulterei almeno un altro penalista, è un consiglio che ti do con il cuore. Non conosco le carte, non sono un legale, non ti fidare di nulla di ciò che ho detto, ma ripeto che secondo me vale la pena di sentire un'altra campana.


  • User Attivo

    Come già fu detto a suo tempo, ti consiglio di consultare un altro avvocato penalista. Non ha senso fare un rito abbreviato nell'imminenza di una prescrizione, non si capisce perché il giudice dovrebbe assolverti se sei colpevole e il pubblico ministero è in grado di dimostrarlo (questo dovreste già saperlo avendo accesso al fascicolo di indagine). Se la prova della tua colpevolezza c'è, non c'è giudice benevolo che tenga, ti becchi una condanna e ti rovini la fedina penale in un modo veramente assurdo. Non è affatto detto che la condanna sarebbe sospesa, perché verosimilmente il giudice applicherebbe una forte multa e non la reclusione, e quindi dovresti pagare pure quella in aggiunta al risarcimento, alle spese giudiziarie e al tuo avvocato. In più, trattandosi di rito abbreviato, per tornare ad essere quasi incensurato dovresti fare a tre anni della condanna la riabilitazione, una procedura complessa e costosa da istruire, e comunque la macchia resterebbe. A me fare un rito abbreviato sembra veramente inopportuno.

    La possibile assoluzione per tenuità del fatto (la legge del 2016 che ti è stata citata) è a completa discrezione del giudice e potrebbe facilmente esserti negata. Anche qualora fosse concessa, conta come giudicato civile (vuol dire che in base ad essa si possono chiedere i danni in un ennesimo processo).

    Non ha senso neanche fare la messa alla prova perché per i reati procedibilità a querela, e la diffamazione lo è, dalla estate 2017 è possibile invocare il nuovo istituto delle condotte riparatorie e pervenire ad una estinzione del reato semplicemente con un assegno senza doversi sobbarcare il tempo, l'impegno e la spesa di una messa alla prova. Tutto ciò sempre nell'ipotesi a cui non credo molto che il querelante, dopo tutti questi anni, non sia disponibile a ritirare tutto amichevolmente dietro un modico indennizzo senza dover fare neanche una udienza.

    Io vedo tre possibili strategie, meno rischiose e meno dispendiose delle due che ti sono state prospettate: rito ordinario e prescrizione; ritiro della querela; estinzione per condotte riparatorie (162 ter cp).

    Io come detto consulterei almeno un altro penalista, è un consiglio che ti do con il cuore. Non conosco le carte, non sono un legale, non ti fidare di nulla di ciò che ho detto, ma ripeto che secondo me vale la pena di sentire un'altra campana.


  • User

    diffamazione sono 2anni condanna massima.
    prescrizione sono condanna maxn+ 50% cioè 3anni.
    scrivi da marzo 2015.
    il reato si prescrive, cambia avvocato e prendine uno che abiti vicino al tribunale dove sei processato e che ti chieda 1000-1500.
    non
    patteggiare
    assolutamente!!!


  • User Attivo

    Attenzione non diciamo inesattezze, la prescrizione in questo caso è di 7 anni e mezzo dal momento del fatto. Il calcolo è il seguente: 6 anni (minimo assoluto) + 25% di 6 anni ovvero un anno e mezzo poiché vi sono state interruzioni = 7 anni e 6 mesi. Da metà 2012, questo termine decorre a inizio 2020. Basta incartare un rito ordinario e il reato decade senza problemi, un anno non è nulla per la giustizia italiana, soprattutto considerato lo scarsissimo interesse mostrato finora dai magistrati del caso in questione.

    Tuttavia la prescrizione non è una assoluzione e il nostro amico potrebbe ugualmente sopportare un ennesimo processo civile per risarcimento danni. Per questo valuterei soprattutto di chiudere ora la partita su tutti in fronti, con un ritiro di querela o una estinzione per condotte riparatorie.

    Patteggiare ora è, senza mezzi termini, una sciocchezza colossale. Lo sarebbe a prescindere, vista la pletora di strumenti giudiziari per pervenire ad una conclusione favorevole del procedimento.