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- ... ma un sito accessibile a che serve?
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@b_b said:
Leggendo la discussione http://www.giorgiotave.it/forum/w3c-usabilita-accessibilita-qualita/20332-costo-dellaccessibilita.html
mi è nata la domanda in oggetto.
Ora vi chiedo: 'Perchè io azienda dovrei investire in un sito accessibile?' :bho:
Nella precedente dicussione spesso si sottolineava come sito accessibile= sito di qualità... ma ne siamo sicuri?
Barbara
Un sito accessibile ha una marcia in più agli occhi dei motori di ricerca: offre solitamente più contenuti testuali informativi (utili anche agli utenti, naturalmente :D) ed è strutturato in maniera da essere più search engine friendly rispetto ad un sito 100% flash based o altre soluzioni simili ancora molto diffuse.
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IMHO un sito accessibile serve sia per gli utenti, in quanto è sicuramente visitabile e navigabile.
D'altra parte serve per i motori in quanto è più spiderizzabile rispetto a quelli non accessibili, che possono essere più ostici allo spider.
Non aiuta di per sè per il posizionamento, se non per il fatto (assolutamente da NON sottovalutare) di essere meglio spiderizzabile e, quindi, più "digeribile" dai motori.
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Mi intrometto in sordina ...
Ma forse non stiamo confondendo USABILE dall'ACCESSIBILE. Perchè sono due cose abbastanza diverse. In realtà posso avere un sito totalmente in flash usabilissimo per l'utente, ma non per certo accessibile.
Rientrando nel merito della domanda di Barbara.
Direi di modificare leggermente la SUA domanda.Perchè io Azienda mi devo caricare X (10-20-30%) costi in più -- *perchè non venitemi a dire che un sito accessibile ed uno non accessibile hanno lo stesso costo. Sarebbe come dire che due sedie in pelle, una normalissima ed un'altra con rifiniture e cuciture accuratissime abbiano lo stesso costo *-- nello sviluppo del mio sito per raggiungere un 1-2-3% in più di utenti che forse non rientrano nemmeno nel mio target?
Un esempio paradossale, ma che motiva il mio dubbio è il segunte:
Vendo opere d'arte, in particolare riproduzioni di quadri famosi. Ora, non credo --* con tutto il rispetto che ho* -- che una persona non vedente rientri nel mio target.
Io il mio sassolino l'ho buttato. Attendo vostri commenti.
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il problema è legare l'accessibilità al mondo della disabilità. Un sito accessibile è un sito in cui le cose si leggono bene operchè non sono troppo piccole, si ingrandiscono e i contrasti tra testo e sfondo sono netti. Questo va a vantaggio di tutti (un quadro magari lo compera un 50enne che ci vede meno del programmatore 20enne che lo ha realizzato).
Un sito accessibile funziona un po' ovunque, javascript viene usato solo per funzioni accessorie e quindi tutti i contenuti sono raggiungibili da tutti (spider compresi)
Un sito accessibile si naviga anche senza mouse: se un giorno ti rompi un braccio, quello che usi per il mouse, pensi che sia giusto non poter navigare, controllare la posta o andare su un sito?
Questa è l'accessibilità: costa di più, ma serve a tutti.Perchè chiunque per un certo periodo di tempo potrebbe trovarsi in una situazione di handicap....
fosse anche solo perchè naviga col suo nuovo palmare da un milione di euro e o fa qul pagamento quel giorno o gli tolgono la casa...
se pensi agli altri, a tutti, pensi anche a te stesso
se lanci sassi, rischi che ti ritirino indietro pietre
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@ipa said:
se lanci sassi, rischi che ti ritirino indietro pietre
Il sassolino era nello stagno ....
Stiamo parlando di soldi da far spendere ad un ipotetico cliente.
Premesso che il sito venga sviluppato con tutti i criteri di usabilità le tue motivazioni al momento citate verso un potenziale cliente sono flebili.
Stiamo parlando di percentuali irrisorie di target. Al mio cliente farei spendere quel budget destinato all'accessibilità in maniera diversa focalizzandomi sul vero target anziche "spendere" risorse e soldi al fine di applicare un bolino di accessibilità.
Un cliente vuole un sito vuole un ROI e non bollini.
Altra cosa un sito usabile e definito con CSS non vedo perchè non possa essere portato su un parlare.
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Stiamo palando di soldi infatti.
Qual'è il valore del tuo lavoro? Io vendo siti accessibili allo stesso prezzo di quelli non accessibili, ritengo di offrire un prodotto migliore e questo è il mio plus rispetto alla concorrenza.Quanto tempo in più costa? Poco: alternativi corretti alle immagini (il mio ROi me lo danno i motori), colori più contrastati (è più usabile), dimensioni relative (su qualsiasi monitor lo vedo decntemente e posso ingrandire i font), marcatura semanticamente corretta (e siamo da coapo, ancora torno sui motori), aggiungere due skip link con accesskey a inizio pagina mi costano 10 secondi per incollarli, ....
ecco forse solo a costruire i form ci perdo più tempo, ma alla fine ne risparmio quando faccio il css, perchè ogni etichetta è marcata correttamente, e così ogni campo.
Altri costi non ne vedo, qualsi sono i costi in più che un cliente non ti pagherebbe? cosa fai in più di questo?
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[quote=ipa]
Quanto tempo in più costa? Poco: alternativi corretti alle immagini (il mio ROi me lo danno i motori), colori più contrastati (è più usabile), dimensioni relative (su qualsiasi monitor lo vedo decntemente e posso ingrandire i font), marcatura semanticamente corretta (e siamo da coapo, ancora torno sui motori), aggiungere due skip link con accesskey a inizio pagina mi costano 10 secondi per incollarli, ....
[quote]Forse il problema è la nostra visione diversa di accessibilità. Quello di cui parli per me sono solo i pressupposti di un sito "normale".
Un sito a mio nodo di vedere definibile accessibile è quello di wind ... http://windway.wind.it/it/index.php
Le principali caratteristiche accessibili del sito Wind Way riguardano accorgimenti tecnici quali l'utilizzo di codici di programmazione che permettano:
- l'uso dei link senza l'ausilio necessario del mouse;
- la lettura delle pagine con l'aiuto di un programma audio (screen reader); la descrizione testuale delle immagini sensibile allo screen reader;
- riassunti brevi audio in formato mp3 del contenuto delle principali sezioni; ESEMPIO http://windway.wind.it/it/privati/audio/home_page.mp3
- una grafica leggera e con colori di contrasto che possano essere visibili anche su schermi monocromatici.Cordialmente
Angelo
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Esistono solo 2 visioni diverse di accessibilità: quella teorica e quella pratica.
Quella teorica è più complessa e rigorosa, quella pratica si avvicina all'usabilità.
Esempio, i nostri 22 requisiti chiedono codice html strict, mantre a chiunque basta che il browser riesca a visualizzare correttamente la pagina, e un <br> non scritto come <br /> non fa troppa differenza.Forse il problema è la tua conoscenza dell'accessibilità, e non voglio sembrare arrogante, voglio solo aiutarti a chiarire le cose.
- link che si usano solo con la tastiera: tutti i link si usano con la tastiera, a meno che non hai messo degli script strani
- descrizione testuale delle immagini: il testo va messo solo su quelle immagini che sono significative (es. voci di menù, titoli, ecc.) il che aiuta anche i motori, quindi vale la pena farlo
- riassunti brevi audio, sono inutili o sono comunque qualcosa in più della normale accessibilità, magari servono solo a certi disabili cognitivi: un cieco ha uno screen reader che gli legge già tutto, basta scriverlo come testo nell'html
- grafica leggera: e chi non la preferisce? i contenuti si leggono meglio: pensa se devi proiettare il sito in una qualche presentazione ad una fiera o al tuo cliente: vuoi che non legga nulla? o vuoi fare una bella figura
Leggi meglio le cose sul sito Wind o sul quello windway?
Sono fatti male entrambi: uno è troppo accessibile, l'altro poco. Se avessero fatto un sito solo, accattivante, ma accessibile avrebbero speso la metà + il 10% ... eccoti il tuo ROI: 90% in meno dei costi...
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Bella questa discussione.
Devo dire che la questione mi sembra molto commerciale.
Ovvero cerchiamo di guardarla da 2 punti di vista: quello tecnico e quello commerciale.Quello tecnico ci dice che se io prendo un ragazzo, che non ha mai programmato o fatto una pagina web, e gli insegno fin dall'inizio a ragionare, pensare e fare un sito secondo gli accorgimenti e le norme di accessibilità, quando uscirà da scuola (o dal corso) ci impiegherà, come dice ipa, massimo (io penso =, però stiamo larghi) il 10% in più di un suo omonimo che invece ha sempre realizzato pagine web non accessibili.
Questo perchè, qui lo possiamo dire perchè siamo amici e tanto non ci legge nessuno , le wcag sono del 1999, xhtml aggiunge in pratica 2 cose in croce, modularizzazione a parte che è un po' più complessa ma che mettendosi lì un po' non ti richiede una vita , gli accorgimenti sono quasi sempre gli stessi, come diceva Jacopo. Una questione di cultura.Questa cultura non c'era fino a poco tempo fa, si usavano le tabelle e chi adesso fa il webmaster di mestiere ha quasi sempre lavorato con le tabelle e realizzarne un sito senza, causa la mancanza di test in molte aziende, viene equiparato alla fusione fredda.
Non nascondo che il motivo principale per il quale noi (e metto dentro anche Catone e Giorgio), abbiamo scelto di aprire questa sezione, è proprio per sensibilizzare i webmasters sul tema non tanto dell'inserimento di quel tag o di quel title, ma proprio, e la cosa ci è valsa il titolo di useful resource di IWA , di far iniziare anche in ambienti come questo, legato ovvero alla cultura del ROI, la cultura dell'accessibilità.
Per un commerciale la cosa deve essere invece differente. Viene considerata l'accessibilità un qualcosa in più perchè il webmasters che non fa un corso da 5 anni "scanchera" se ne sente parlare, da 5-10 anni fa solo siti in html 4 se non 3.2, al massimo per dare qualche effetto realizza dei filmati in Flash (naturalmente senza l'uso di actionscript), ecc. ecc..
Quindi, similmente come nel 1998 si faceva pagare un tot di soldi in più un prodotto nuovo, con opzione, perchè addirittura 2 anni prima era pronto per il millennium bug che avrebbe bloccato l'occidente, ora l'accessibilità viene identificata come un insieme di arzigogoli inutili, almeno fino a quando non ci sarà una bolla di mercato causata da un qualche bollone o, come diceva sempre Ipa, il webmasters si accorgerà che un codice di qualità porta ad una leggibilità maggiore verso i motori.
Sono d'accordo sia sul fatto che se Wind avesse fatto un solo sito come si deve avrebbe speso di meno, sia che se il commerciale non avesse proposto un "tot" di orpelli in più come l'audio mp3 (che vorrei testare...) come un gesto filantropico verso l'umanità, la software house avrebbe preso la metà o poco più.
Una questione di mancanza di cultura
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@ipa said:
Forse il problema è la tua conoscenza dell'accessibilità, e non voglio sembrare arrogante, voglio solo aiutarti a chiarire le cose.
nessun problema .. siamo qui per confrontarci... il mio solo timore è che stia accadendo già quello che era accaduto in passato per l'usabilità sulla scia dei mega consulenti alla ****Jakob Nielsen ****ovvero "usare" il termine USABILITA' solo perchè si aggiungo degli elimenti basi alla normale usabilità -- vedi colore contrasto font, grandezza carattere etc... -- Forse hai ragione tu. Ho sicuramente un'altra visione del web. Dove le parole hanno il significato giusto.
Cordialmente
Angelo
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non capisco il senso di "dove le parole hanno un significato giusto", è un mio limite... ma se per caso intendi accessibilità è "solo qualche elemento in più all'usabilità", in parte hai ragione ma in parte hai torto.
In entrambi i casi si ha a che fare con persone che usano un prodotto, solo che l'accessibilità viene un po' prima dell'uso, se non entro non posso usare...
Diciamo che oggi ci si rende un po' più conto che non tutti gli utenti sono uguali, anche a causa di possibili disabilità.
In quel caso non bastano soluzioni d'uso (un menù in un posto piuttosto che in un altro) ma servono soluzioni diverse per la costruzione (un menù di immagini con testi alternativi) in cui solo l'uso poi può dirti se quella tale etichetta è comprensibile a tutti....
era questo che intendevi?
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@ipa said:
non capisco il senso di "dove le parole hanno un significato giusto", è un mio limite... ma se per caso intendi accessibilità è "solo qualche elemento in più all'usabilità", in parte hai ragione ma in parte hai torto.
Quello che intendo dire è che a mio modo di vedere -- *e sia qui per confrontarci *-- NON credo si possa utilizzare il termine accessibilità solo perchè si sono aggiunte alcune specifiche in più .... ponendo attenzione a qualche elemento.Un sito accessibile va ben oltre le specifiche tecniche, significa metter realmente un disabile in grado di accedere a delle informazioni che altrimenti sarebbero difficilmente fruibili.
un classico esempio : http://www.uiciechi.it/
con la personalizzazione http://www.uiciechi.it/personalizza.aspCordialmente
Angelo
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Ciao Angelo,
credo vi sia un fraintendimento di fondo nella discussione.
Entrambi state dicendo esattamente che l'accessibilità è un percorso ed una filosofia e non una questione di tagLe risorse da te portate sono interessanti, in quanto tutti apprezziamo, tra gli altri, gli interventi di Fornaro, Esposito e Martines di uiciechi.it
Dato per fatto certo ora che entrambi avete a cuore l'accessibilità come filosofia, che ne dite di tornare al tema del topic, ovvero "ma un sito accessibile a che serve?" in modo da cercare di portare dalla nostra parte chi invece considera l'accessibilità un optional magari neanche troppo utile?
Ciao
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Quello è un sito per ciechi o ipovedenti, iper targettizzato.
Se vogliamo si usano delle soluzioni discutibili, perchè è inutile dare tante opzioni ad un utente. I css ti permettono di usare i colori del sistema operativo e ti basta rendere ingrandibili i font che browser e sistema operativo o ingranditore ti permettono di avere accesso a qualsiasi cosa.
Se lo fai bene subito poi non costringi tutti gli utenti a personalizzare il sito.
Quel sito non penso dia più accesso di http://www.webaim.org/ è solo più brutto e non lo potresti vendere a nessuno a parte la UICiechi e pochi altri.
Se fai un sito seguendo dei principi di costruzione accessibile, ogni disabile può entrarci. Qualcuno può avere dei limiti seri, magari nel comprendere i contenuti... ma qui torniamo all'usabilità....
Comunque hai ragione l'accessibilità aggiunge solo delle specifiche in più alla costruzione, si tratta pur sempre di soddisfazione dell'utente a raggiungere certi obiettivi in certi contesti... rientra nell'usabilità... ricorda però che viene prima e va sempre considerata.... a parte le disquisizioni sulle parole, visto che richiede soluzioni diverse dalla norma, è comunque meglio tenerla separata e usare una parola più specifica, non credi?
Ricordati comunque che non potrai mai sapere chi saranno tutti i tuoi utenti, come usaranno il tuo sito e con quali obiettivi... se pensi subito a tutti e cerchi una soluzione unica hai già il massimo target da offrire al tuo cliente e costi ridotti... questo un po' di valore ce l'ha e si può spendere
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Interessantissima discussione
@ipa said:Ricordati comunque che non potrai mai sapere chi saranno tutti i tuoi utenti, come usaranno il tuo sito e con quali obiettivi... se pensi subito a tutti e cerchi una soluzione unica hai già il massimo target da offrire al tuo cliente e costi ridotti... questo un po' di valore ce l'ha e si può spendere.
Premesso che solitamente in ambito commerciale, a differenza della PA, si tende a comunicare il proprio messaggio volutamente ad un target ristretto, mi permetto di contraddire questo intervento di Ipa: un sito il cui scopo è quello di vendere un prodotto deve essere progetto e realizzato affinchè il maggior numero di utenti in target porti a compimento questa specifica azione riducendo la libertà d'azione del navigatore affinchè fruisca del sito esattamente come previsto in fase di ideazione.Naturalmente esisteranno sempre utenti che non corrispondono al target che interessa colpire, ma questo non significa che l'efficacia del sito vada valutata sulla risposta di questi soggetti
Tornando all'argomento generale della discussione lancio una provocazione: siamo sicuri che una soluzione unica e accessibile a tutti vada realmente bene per tutti i siti e tutti i target di riferimento?
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Ovviamente una soluzione unica non va bene, è solo più economica.
Paradossalmente si dovrebbe fare un sito per ciascuno, in qualsiasi condizione di fruizione, per l'obiettivo che mi prefiggo in quel momento.Non sono daccordo nell'affermazione che occorra ridurre la libertà d'azione, a meno che questo non significhi ridurre le scelte per guidare verso l'obiettivo del sito. Qui parliamo di accessibilità e cioè di dare la possibilità a tutti di fruire di tutto indipendentemente dai loro limiti.
Se per ridurre la libertà d'azione intendi non dare la possibilità di ingrandire i caratteri o cambiare la dimensione della finestra (e cioè quanto riguarda l'accessibilità) allora mi pare una sciocchezza: se non leggo e non mi permetti di ingrandire i font (es. in un sito flash) hai ridotto la mia libertà sul tuo sito e lo vedo proprio come lo hai pensato, sarà bello come lo volevi, ma non riesco a usarlo quindi me ne vado. Non credo sia l'obiettivo di nessuno.
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@ipa said:
Stiamo palando di soldi infatti.
Qual'è il valore del tuo lavoro? Io vendo siti accessibili allo stesso prezzo di quelli non accessibili, ritengo di offrire un prodotto migliore e questo è il mio plus rispetto alla concorrenza.Riprendo questa tua frase perchè mi sembra esplicativa dell'apporccio di tanti che hanno abbracciato l'accessibilità.
Permettimi di non essere assolutamente d'accordo
Un sito accessibile non è assolutamente migliore di un sito non accessibile .
Allo stesso modo in cui un sito in flash non è più cool di un sito in html.Ci sono tante e tali variabili in gioco che fanno si che ogni prodotto web debba essere calato nella realtà cui è destinato che generalizzare mi pare controproducente.
Lavoro con PA, banche, aziende di gioielleria/moda, etc..
Ovviamente ciascuna cercherà di veicolare i suoi messaggi nel modo più idoneo ... e lo strumento/forma andrà stabilito di volta in volta.Per me, l'errore in cui spesso si incorre parlando di accessibilità è quello di non collocarla sotto la voce 'strumenti'.
Un sito accessibile è uno 'strumento' per ottenere determinati obiettivi, non una soluzione a tutti i bisogni aziendali sul web.Concludo dicendo che, anche a mio modo di vedere, accessibilità e usabilità non sono correlate in nessun modo.
Barbara
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Diciamo più o meno tutti le stesse cose.
Ogni prodotto va tarato per il pubblico a cui si rivolge, e per ogni obiettivo deve usare in modo intelligente tutti gli strumenti che possono servire.L'accessibilità non è uno strumento, è un modo di costruire i siti web, utilizzando maggiore cura in certi elementi. Questa maggiore cura lo rende migliore nella costruzione, ma è ovvio che sia solo una delle qualità che deve avere un sito, che è fatto di molte componenti.
E' per questo che è migliore, perchè ha qualcosa in più, è maggiormaente compatibile con i vari browser, le varie tipologie di fruizione e quindi un maggior numero di destinatari.
Forse l'incompresione di fondo in tutta questa discussione è che per molti l'accessibilità è il sito windway: povero, scarno poca immagine, soluzioni ad hoc per ciechi o ipovedenti ecc. ecc.
In realtà è possibile costruire siti accessibili, utilizzando tutti gli strumenti: da un'immagine ricca e ben curata fino ad arrivare a contenuti anche in flash, magari fruibili solo da chi ci vede.
Si tratta solo di capire a chi è rivolto un contenuto e renderlo accessibile a quel destinatario: il testo è per tutti, perchè non renderlo ingrandibile o leggibile sullo sfondo su cui è posto? Perchè bloccare le proporzioni di una finestra? perchè usare solo link javascript legati ad eventi del mouse?
L'inaccessibilità dei siti dipende solo dalle competenze di chi li sviluppa: quanti di voi oggi farebbero applicazioni solo AJAX che non tengono in considerazione i vecchi browser? Fatelo pure ma consapevoli che vi tagliate una fetta di pubblico, si può fare un'applicazione AJAX non perdendo alcun utente, perchè non farlo allora?
Secondo me perchè costa un po' di più, e bisogna essere capaci, come per l'accessibilità, ... questo è l'unico motivo plausibile per perdere volontariamente una fetta di pubblico: il calcolo costi-benefici.
Concludo col dire che se dici "usabilità e accessibilità non sono correlate", devi poi più o meno motivarlo... o non ha un gran senso...
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@ipa said:
Diciamo più o meno tutti le stesse cose.
Ogni prodotto va tarato per il pubblico a cui si rivolge, e per ogni obiettivo deve usare in modo intelligente tutti gli strumenti che possono servire.L'accessibilità non è uno strumento, è un modo di costruire i siti web, utilizzando maggiore cura in certi elementi. Questa maggiore cura lo rende migliore nella costruzione, ma è ovvio che sia solo una delle qualità che deve avere un sito, che è fatto di molte componenti.
E' per questo che è migliore, perchè ha qualcosa in più, è maggiormaente compatibile con i vari browser, le varie tipologie di fruizione e quindi un maggior numero di destinatari.
Qui non siamo d'accordo - - per me accessibile non vuol dire migliore, significa solo che è stato progettato e realizzato secondo delle linee guida.
Allo stesso modo in cui un sito ottimizzato per i motori di ricerca non è migliore.
Entrambe le soluzioni conseguono degli obiettivi e utilizzano al meglio le tecnologie disponibili per raggiungerli
@ipa said:
Forse l'incompresione di fondo in tutta questa discussione è che per molti l'accessibilità è il sito windway: povero, scarno poca immagine, soluzioni ad hoc per ciechi o ipovedenti ecc. ecc.
In realtà è possibile costruire siti accessibili, utilizzando tutti gli strumenti: da un'immagine ricca e ben curata fino ad arrivare a contenuti anche in flash, magari fruibili solo da chi ci vede.
no no. Non penso che sito accessibile voglia dire sito povero o brutto... anche perchè i colleghi dell'ufficio mi riempirebbero di
D'altro canto non mi piace la proposta di inserire contenuti flash in un sito accessibile in quanto per sua stessa natura l'animazione potrebbe essere non traducibile in testo con altrettanta efficacia.
Quindi si ritornerebbe alla vecchia diatriba dei siti accessibili come siti di serie 'B' con contenuti minimali...
Insomma se si sceglie per l'accessibilità, tutto deve essere appropriato.@ipa said:
Secondo me perchè costa un po' di più, e bisogna essere capaci, come per l'accessibilità, ... questo è l'unico motivo plausibile per perdere volontariamente una fetta di pubblico: il calcolo costi-benefici.
Come nel caso volessi costruire un sito completamente in flash perchè il mio target è composto da ragazzini
@ipa said:
Concludo col dire che se dici "usabilità e accessibilità non sono correlate", devi poi più o meno motivarlo... o non ha un gran senso...
Sempre IMHO la relazione che unisce l'accessibilità con l'usabilità è del tutto simile a quella che unisce il marketing on-line con l'usabilità.
Sono discipline che vanno a braccetto, che spesso collaborano sinergicamente... ma che sono fondamentalmente differenti.
Barbara
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@b_b said:
Qui non siamo d'accordo - - per me accessibile non vuol dire migliore, significa solo che è stato progettato e realizzato secondo delle linee guida.
Allo stesso modo in cui un sito ottimizzato per i motori di ricerca non è migliore.
Entrambe le soluzioni conseguono degli obiettivi e utilizzano al meglio le tecnologie disponibili per raggiungerli
Barbara
Il mio primo obiettivo è che sul mio sito ci possa navigare chiunque, con qualsiasi mezzo e in qualsiasi condizione, penso a non escludere nessuno, poi penso al target, agli altri obiettivi più specifici alla visibilità ecc. ecc.
Mi sembra scontato che tagliarsi subito una fetta di fruitori non porti vantaggio. Poi ognuno la pensa come vuole, ma mi è difficile pensare ad un altro modo di vedere.In ogni caso esistono ragazzini che non possono muoversi e ai quali magari piacerebbe navigare su siti in flash ma non lo possono fare. Io ho scelto l'accessibilità perchè ritengo che il Web sia un mondo dove potenzialmente le barriere possono essere abbattute e dove possiamo essere tutti uguali, anzi per alcuni è proprio l'occasione di essere quello che non sono nel mondo reale. Quindi se posso, non faccio più siti solo in flash, ma lo uso per veicolare il giusto messaggio ai giusti destinatari, dando comunque e sempre un'alternativa per tutti.
Purtoppo non mi piace più fare le cose solo per il gusto di farle meglio, o per divertirmi, o per guadagnare. Sono ad un punto in cui ho bisogno di sentire che il mio è un lavoro utile anche agli altri....