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    [DISDETTA CONTRATTO ADSL] ~ Il mio precedente ISP pretende il saldo, ma...

    Salute a tutti.

    Sono qui perché, come capita a molti almeno una volta nella vita, ho la forte convinzione che stiano tentando di avere da me denaro che non hanno il diritto (per lo meno morale) di pretendere.

    Come siamo giunti a questo punto.

    Vivo in una piccola frazione dove, fino a meno di due mesi fa, la "normale" ADSL non era disponibile. Per circa sei anni, da novembre 2007, l'unica alternativa al primitivo 56Kbit è stata una connessione veloce attraverso antenne radio.
    L'azienda fornitrice del servizio, l'unica per il territorio, mi ha fornito quindi l'antenna e ha mandato un tecnico a testare la fattibilità per quanto riguarda la qualità del segnale (ottima al momento della stipula del contratto).
    Fin qui un idillio, giacché eravamo indietro di anni, rispetto al paese accanto il quale era raggiunto dall'ADSL praticamente da sempre.

    Una nota importante: il contratto riporta la mia tipologia di connessione come [4 Mbit con 32 Kbit minimi garantiti].

    Dopo circa un anno, forse un anno e mezzo, ho iniziato ad avere problemi di connettività con forti lag e perdite pacchetti dati devastanti.
    Purtroppo non sono in grado di darvi un'idea precisa degli alti e bassi di questi problemi, ma sappiate che, ad un certo punto, per un anno intero ho avuto questi problemi senza tregue. Naturalmente ho subissato di e-mail e telefonate il loro supporto tecnico, ricevendo in cambio blande giustificazioni e soluzioni inutili; dodici mesi di lag, disconnessioni dai server, download falliti e pagine che non si aprivano.

    Ormai quasi a metà sulla via di questo anno infernale ho contattato il loro ufficio contabilità comunicandogli che mi rifiutavo di pagare altre fatture finché il problema non fosse stato risolto. Si sono detti d'accordo e così sia.
    Poi il miracolo. All'improvviso, senza una spiegazione apparente (io non ne ho ricevute di valide), tutto è tornato a funzionare più o meno bene. Evviva!

    Finito il calvario, l'ufficio contabilità è venuto a battere cassa e io gli ho fatto notare che, visti i pesanti disservizi, al massimo gli avrei corrisposto metà del "dovuto".
    Non hanno fatto grandi resistenze, e così ci siamo accordati per il 50% della cifra.

    Altri alti e bassi intermittenti sulla connessione.
    Nel frattempo hanno aumentato la banda disponibile da 4 a 7 Mbit, banda effettiva e quasi sempre disponibile, se i pacchetti dati non si perdevano nell'etere; cosa che accadeva regolarmente, almeno di giorno.

    E arriviamo così agli undici mesi intercorsi tra metà settembre 2012 e metà agosto 2013, mesi in cui ho avuto di nuovo continui e serissimi problemi di connettività, spesso peggiori di quelli passati, più o meno costantemente documentati da listati di "ping" allucinanti.
    In undici mesi ho spedito, al loro supporto tecnico, circa 280 e-mail contenenti sempre nuovi listati, riportando sia i problemi di navigazione/download che la mia derivante insoddisfazione; facendo anche riferimento ai famosi 32 Kbit e al fatto che non stavano rispettando i parametri contrattuali.

    Già dopo il primo mese, memore dei passati problemi, ho comunicato al loro ufficio contabile che sospendevo i pagamenti fino alla soluzione definitiva del problema. Non ho ricevuto risposta diretta a questa comunicazione, ma è anche vero che nessuno si è lamentato del fatto che avessi smesso di pagare.

    280 e-mail e il massimo che il loro supporto tecnico è riuscito a dirmi è stato che avrei dovuto provare a cambiare l'antenna. Ho ribattutto che a notte fonda la connessione era pressoché perfetta, tutte le notti, e che quindi non avevo intenzione di rischiare l'osso del collo sul tetto senza una spiegazione logica di questa netta differenza prestazionale in relazione a precise fasce orarie; a questa obiezione loro non hanno ribattuto.
    Un'altra giustificazione che hanno addotto era la possibilità di interferenze e mi hanno assicurato che stavano lavorando per potenziare la trasmissione/ricezione dell'antenna base situata a circa un kilometro (forse uno e mezzo?) da qui.
    Posso però dire che hanno sempre, direttamente o indirettamente, confermato l'effettiva presenza di questi malfunzionamenti e disservizi.

    Ma in undici mesi non è cambiato nulla.

    Ad agosto il vero miracolo: la Telecom aveva da poco finito di posare la fibra ottica davanti a casa mia e un agente di commercio ha preso appuntamento per farmi firmare il contratto.

    Pochi giorni ed ero connesso.

    Giusto il tempo di assicurarmi che il mio nuovo ISP mantenesse le sue promesse e ho fatto il passo successivo: il 12 settembre 2013, dopo una breve chiarificazione sui mezzi e sulla forma, ho comunicato la disdetta al precedente ISP.

    Non ho ricevuto risposta dall'azienda, così ho comunicato nuovamente la mia disdetta il 17 settembre. Niente di nuovo, ma ho ricevuto la conferma di lettura della e-mail (mezzo di comunicazione contemplato dal contratto tra quelli validi).
    Non ricevendo ancora una risposta diretta, il 25 settembre ho chiesto che confermassero la presa in atto della mia disdetta e lo stesso giorno mi hanno risposto di aver letto la disdetta con riferimento alla conferma di lettura della e-mail del 17 settembre, ma senza restrizioni semantiche che escludessero la prima comunicazione risaltente al 12 settembre; questa precisazione per introdurre il fatto che il contratto prevede un periodo di 30 giorni tra la comunicazione della disdetta e l'effettiva decadenza del contratto.

    A fronte delle numerose fatture da me volutamente ignorate nei passati mesi, l'azienda da cui sto cercando di dipartirmi mi ha comunicato un totale dovuto di alcune centinaia di euro.
    Non sono stato a sindacare sul fatto che la cifra comunicatami supera la sommatoria delle fatture che sono sicuro di aver ignorato, piuttosto ho proposto loro, in relazione ai disservizi subiti, la medesima soluzione finanziaria del precedente calvario: metà del totale e chi s'è visto, s'è visto.

    Nel caso ve lo stiate chiedendo, sì, il contratto prevede uno sconto in caso di estesi disservizi. Più precisamente, la clausola n°7 (sette) del contratto che ho firmato, benché non perfettamente chiara, afferma che:
    [7.1 In caso di sospensione del servizio che si protragga per più di 4 ore per cause imputabili a {nome ISP}, si riconosce al cliente un indennizzo mediante una detrazione sul canone dovuto pari a giorni 1 (uno) sino ad un importo massimo pari ad un canone mensile.]
    [7.3 In caso di responsabilità di {nome ISP} il risarcimento dovuto:

    • ....OMISSIS....
    • non può in ogni caso eccedere la misura pari al 50% del canone corrisposto dal cliente in ragione di anno in esecuzione del contratto.]

    Il contratto non specifica se le quattro ore di sospensione debbano essere consecutive o totali rispetto alle 24 ore. Del resto, però, visti i disservizi che ho subito per quasi un (altro) anno di seguito, che senz'altro raggiungevano un totale giornaliero di ALMENO quattro ore, l'applicazione della clausola 7 mi sembra una cortesia meritata (se non proprio un dovere contrattuale?).

    A dire il vero, se volessimo essere fiscali, il contratto da me stipulato menziona 32 Kbit di banda minima garantita; garanzia che, come avrete capito, non è mai stata confermata dalla qualità del servizio.
    Moralmente parlando, con un occhio a questo decisivo dettaglio, mi sentirei addirittura in diritto di non pagare affatto, altro che 50%.

    Si dà il caso, però, che a fronte della mia richiesta di ridurre del 50% il dovuto, loro mi abbiamo spedito una raccomandata A/R contenente copie delle fatture insolute e una lettera che, con il tono subdolamente intimidatorio tipico della burocrazia, mi intima di pagare entro 15 giorni dal ricevimento della raccomandata stessa (ovvero il 3 ottobre).
    Non dovessi ottemperare alla loro perentoria richiesta, si sentiranno costretti (da chissà quale demone infernale) ad "intraprendere la procedura di costituzione in mora"; che non sono nemmeno sicuro di cosa significhi!

    Ed eccoci infine al momento cruciale, ovvero le mie domande a chi si intende di vincoli contrattuali; domande che hanno lo scopo di farmi passare questa ansia costante dovuta al presentimento di essere l'equivalente legale di una castagna lessa in uno schiacciapatate: inerme e destinata a soccombere a forze imperscrutabili.

    Le mie domande:
    a) Il fatto che io abbia spedito la mia disdetta il 12 settembre, nonostante non esista una risposta diretta (ma indiretta) a tale comunicazione, fa iniziare il decorso dei 30 giorni da tale data o solo dal momento in cui ho ricevuto effettiva conferma della presa visione?
    b) E' sufficiente che il fornitore del servizio prenda visione della disdetta, perché questa sia effettiva, o deve anche accettarla formalmente?
    c) Voci prive di sostegno documentale affermano che, decaduto il contratto, qualsiasi "dovuto" decade di pari passo; posso sperare quindi che, passati i 30 giorni, io mi possa ritenere libero da qualsiasi vincolo e pressione economica?
    d) Il fatto che, in relazione ad una certa quantità di "banda minima garantita", io non abbia beneficiato di un servizio all'altezza dei parametri contrattuali, mi pone nella posizione di poter rigettare le richieste di saldo del fornitore senza dover temere ritorsioni legali?
    e) La clausola 7 del contratto sopra riportata, è effettivamente applicabile, nella situazione che vi ho descritto?
    f) Posso effettivamente farmi scudo dell'inadempienza in relazione alla banda minima garantita, nel rigettare le richieste di saldo del fornitore?
    g) A loro basta dirmi che mi marchieranno come cliente in mora, per "farmi paura", e senza bisogno di pagare un avvocato; posso fare anche io altrettanto, in qualche modo?
    h) Voglio evitare di mettere in mezzo un avvocato che non posso permettermi di pagare; è possibile fermare questa loro prepotenza burocratica senza rimetterci più di quel che già pretendono?
    i) Quando si è vittime di una "procedura di costituzione in mora", quali sono le conseguenze legali ed economiche?
    j) La lettera che accompagnava le copie delle fatture nella raccomanda A/R sostiene che la procedura di costituzione in mora verrà intrapresa allo scadere dei 15 giorni a partire dalla data del ricevimento della raccomandata stessa; sono da intendersi come 15 giorni consecutivi o lavorativi (giacché le banche sono chiuse, nel week-end)?
    k) Nella mia stessa posizione, voi come vi muovereste?

    Grazie sin d'ora per qualsiasi risposta o consiglio saprete darmi e vi prego, doveste avere l'impressione che io abbia omesso dettagli importanti o che abbia mancato di pormi/vi le domande giuste, di sentirvi liberi di farmelo notare.

    Grazie ancora.