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La vedova allegra - Antonio Castronuovo
Ho da poco concluso, con soddisfazione, La Vedova Allegra ? Breve Storia della Ghigliottina, di Antonio Castronuovo (ed. Nuovi Equilibri, 2009, 248 pp., 14,00 EUR). Forse non la più 'estiva' delle letture, né un libro per animi troppo sensibili, ma senz'altro un bel saggio solido e gradevole che sono stato lieto di aver scovato per caso.
L'opera ricostruisce con filologico rigore e ritmo sostenuto i passi che hanno condotto al progetto, alla posa in opera, al collaudo e infine all'affermazione ubiqua del Grande Rasoio, inanellando episodi illuminanti che chiariscono i ruoli avuti da molti personaggi marginali spesso ignoti ai più, e dipingendo un affresco ampio della Francia pre- e post-rivoluzionaria, con brevi propaggini nell'età contemporanea e in quella medievale. Ne emergono sotto-trame interessanti, aneddoti gustosi, spietate ironie della sorte e un'indagine meticolosa che pure non indulge mai nel dettaglio pedante o nella lezioncina moraleggiante.
La vera chicca del libro, però, è lo stile vivace e agilissimo in cui è scritto: a una prosa lucida e vigorosa nei capoversi a vocazione didascalica ? capace di restituire un puntuale racconto del dibattito politico intorno al ruolo sociale dell'esecuzione capitale ? si alternano precise descrizioni tecniche degne di un vero e proprio manuale operativo; quindi inserti meno 'ufficiali' e aneddotica miscellanea, che però fanno risaltare più dei primi tutto il vitale brulicare di storie che si svolgevano (e spesso trovavano una brusca conclusione) ai piedi delle travature lignee che sostenevano la corsa impersonale della lama.
Alcune riproduzioni di stampe d'epoca corroborano il racconto senza sostituirsi alla forza evocativa delle parole. Castronuovo, inoltre, dosa con maestria gli ingredienti dello stile, trovando lodevoli soluzioni sia nei tortuosi passaggi da grand-guignol (dove la sua leggerezza stempera l'orrore), sia nelle rare parentesi di commento personale (nelle quali l'autore si lascia andare a osservazioni appuntite sulla banalità del Male e sull'aberrante zelo impiegatizio degli alfieri della macchina). Pregevole e ricca la bibliografia, evidentemente compulsata con perizia in fase di stesura delle bozze.
Un testo che ingrana ottimamente storie minute nella 'grande complicazione' dell'orologeria storica, mostrando come la prospettiva apparentemente limitata cui i condannati accedevano attraverso la strettoia della lunette sia stata invece la sola veramente utile per capire la temperie di un'epoca e le tracce profonde lasciate da quella sul nostro presente.
Vivamente consigliato.
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Vai sempre sul leggero, Leonov, non ti preoccupare... Meno male che era estate...
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Credimi, Cantodinverno, dopo settimane passate a compulsare articoli su teorie modificate della gravitazione, un libro sulla ghigliottina (strumento che ha esercitato su di me il suo sinistro fascino fin dai tempi delle scuole elementari) è davvero una lettura da ombrellone.
Peraltro piacevole, stante lo stile delizioso in cui era scritto.
Ho visto che l'autore ha dedicato un altro suo libro a un argomento assai più leggero: le 'macchine fantastiche', dagli automi scacchisti ai divertimenti della scienza ancora acerba del Settecento.
Sarà il caso di procurarsene una copia, per vedere se il livello si mantiene altrettanto elevato.
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Pensa se all'ombrellone affianco avevi chi leggeva Diva & Donna... Buona lettura, in attesa di nuove recensioni (anche da me, se vuoi, qua sto).
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Mi piace lo stile con cui Leonov ha commentato il libro. Stima.
F.