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consiglio per apertura attività ecommerce
È mia intenzione avviare a brevissimo una attività di ecommerce.
Sto autonomamente realizzando un sito internet che fungerà da marketplace per artisti che vogliono vendere la riproduzione digitale delle loro opere
All'artista spetterà una quota del ricavato della vendita, io che gestisco il sito pagherò i vari fornitori che stampano le immagini e spediscono direttamente (dropshipping) e mi terrò il resto per pagare i costi fissi e fare (spero) un po' di utile.
Spero di coinvolgere qualche centinaio di artisti da tutto il mondo e magari ricavare qualcosa in pubblicità se il traffico del sito sarà elevato.
I fornitori li ho già individuati e sono solamente 3, tutti italiani.
Inizialmente voglio rivolgermi al solo mercato italiano, magari più avanti mi spingerò verso altri paesi UE, non oltre.
Ho stimato molto approssimativamente i costi fissi annui in circa 2000? (pubblicità compresa) e ho un margine netto di circa il 20% sui prodotti che vendo.
Porterei avanti questa attività parallelamente al mio primo lavoro: sono dipendente a tempo indeterminato in una azienda del settore legno, faccio l'impiegato e percepisco circa 15000?/anno netti.
Spero che questo riesca a evitarmi di pagare il contributo minimo INPS che ho letto di circa 3300?/anno.Chiedo gentilmente le seguenti cose:
- come dovrei costituirmi (ditta individuale?) e con che regime fiscale?
- a quanto ammonta l'onorario di un commercialista per gestire la contabilità della mia attività?
- dai numeri indicativi che fornisco sopra (margine netto sdel 20%) è una attività che può stare in piedi secondo la vostra esperienza?
Grazie, spero in un pronto riscontro, buon proseguimento di giornata
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Sicuramente la soluzione della ditta individuale ha dei costi di gestioni minori, questa se si vuole "sondare" il mercato direi di iniziare con questa.
Per quanto riguarda il regime fiscale, il regime dei minimi potrebbe fare al suo caso in quanto non farà cumulo con i redditi da lavoro dipendente (ma comunque andrà valutato meglio il suo caso per studiare la convenienza del regime fiscale più adatto alla sua situazione personale).
Il compenso dovuto al commercialista varia da professionista a professionista e dipende anche dal tipo di regime fiscale scelto (se si sceglie il regime dei minimi sicuramente anche il compenso è davvero "minimo").
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[LEFT]Porterei avanti questa attività parallelamente al mio primo lavoro: sono dipendente a tempo indeterminato in una azienda del settore legno, faccio l'impiegato e percepisco circa 15000?/anno netti.
Spero che questo riesca a evitarmi di pagare il contributo minimo INPS che ho letto di circa 3300?/anno.[/LEFT]qualcuno sa rispondermi sulla questione del contributo INPS?
se stimo fatturato minore di 30.000? allora regime dei minimi: mi confermate che nel fatturato da considerare per rientrare nei minimi non devo considerare il mio reddito da lavoro dipendente?
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Se l'attività principale è quella di lavoratore dipendente full time non sei tenuto a versare i contributi Inps.
Ti confermo che nel limite dei 30.000 euro non deve essere compreso il reddito da lavoro dipendente.
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Sicuramente, almeno inizialmente, la forma più idonea ed economica è quella della ditta individuale che consente di valutare la profittabilità dell'attività senza spendere molto.
E' necessario aprire partita iva ed iscriversi al registro imprese. Per l'inps confermo che può ottenere l'esenzione contributiva alla gestione commercianti se attualmente è dipendente full-time a tempo indeterminato.
Per l'iscrizione al registro imprese, però, è necessario che prima venga presentata la s.c.i.a. al comune di residenza.