• User Attivo

    Giurista mi hai abbandonato? :gtsad:


  • User Attivo

    Se manca una delle firme, nonchè la data, allora il contratto non si è perfezionato.
    Una curiosità: si tratta di una bubblicazione "tradizionale"? Quale compenso ti ha chiesto l'editore visto che sei alla tua prima pubblicazione? Solitamente è molto alto.
    Un consiglio che mi sento di dare ai giovani scrittori (e artisti in generale) è quello di ricorrere a forme di self-publishing attraverso editori e siti online che offrono un servizio di pubblicazione chiedendo un corrispettivo molto basso. In breve, bisogna: scrivere l'opera, inviarla online - previa registrazione e preventivo gratuito - ed essa sarà **distribuita e venduta sia online sui principali book store che offline nelle librerie. **Inoltre, l'autore può scegliere che tipo di pubblicazione vuole, se solo attraverso l'e-book o anche cartacea.


  • User Attivo

    Non mi è stato chiesto alcun compenso, e non si tratta di un editore, bensì di un'agenzia letteraria. Conosco bene il self-pubbl ma non è questo il succo del topic (ringrazio comunque per i consigli). La firma che manca sul contratto è la MIA, dunque io posso apporla quando voglio e perfezionare così il contratto. Ripeto: il contratto che io ho in mano, in copia originale, è stato firmato su tutti i fogli dall'Agenzia.


  • User Attivo

    Agenzia letteraria: quindi ha fatto da intermediario tra te e l'editore? Che tipo di lavoro hanno fatto sull'opera? Intendo dire se è stata da loro corretta, ecc. Ad ogni modo bisognerebbe leggere il contratto. P.S. hai firmato altra documentazione precedentemente?


  • User Attivo

    Avrebbe dovuto fare da intermediario, ma come ho spiegato sopra, si sono rifiutati di farlo. E' tutto scritto sopra, nei miei precedenti post.


  • User Attivo

    Ascolta Nahar, secondo te un'agenzia o chiunque altro può svolgere del lavoro gratuitamente? E' ovvio che il contratto preveda altro...Ti conviene leggere bene, o far leggere a chi di competenza, cio' che ti viene proposto col contratto, che - ripeto - se prevede la sottoscrizione di entrambi e tu NON hai firmato, allora non si è perfezionato.


  • Super User

    Ciao Nahar, ho avuto (purtroppo o per fortuna molto da fare).
    Il contratto, ancorchè non firmato, si è perfezionato con l'invio da parte tua dell'opera letteraria. I contratti (eccetto alcuni), peraltro, possono essere anche verbali.
    Ciò che conta sono le condizioni da loro proposte.
    In una caso come questo la mancata sottoscrizione da parte tua del contratto non dà loro il diritto di aggiungere eventuali altre loro facoltà, in particolare quelle vessatorie (che vanno obbligatoriamente sottoscritte) come sarebbe la clausola che dovesse prevedere in loro favore la facoltà in discorso (imporre la rappresentanza su un'opera ulteriore).
    Non vi solo gli estremi per il reato ma certamente, se non ti rappresentano, da parte loro vi è inadempimento.
    Sottolineo l'importanza della loro comunicazione dicendoti che, se non scrivi altra opera, "non ti avrebbero più rappresentato" con ciò ammettendo la validità del contratto e l'assunzione del primo incarico.


  • User Attivo

    Giurista grazie della risposta! Dunque, la parte teorica è chiara. Ora, nella pratica, cosa mi consiglieresti di fare? Ci sono degli estremi per chiedere, che so, un pagamento di danni? Il fatto è che se io li 'costringessi' a rappresentarmi sotto minaccia di azioni legali, loro potrebbero accettare, ma non saprei poi se effettivamente si darebbero da fare per me. Insomma, vorrei che loro 'pagassero' per la loro presa in giro (peraltro davvero indegna) nei miei confronti, ma non so ancora come comportarmi di preciso. Chiedo aiuto a te


  • User Attivo

    Una mia cliente si è rivolta al gruppo A., il quale ha accettato la pubblicazione inviandole il contratto che, però, la mia cliente non ha sottoscritto perchè non le stavano bene le condizioni condizioni contrattuali (doveva pagare le prime 200 copie e la percentuale sulle successive la riteneva bassa). Si è rivolta così ad un altro editore. Come poteva essere considerato perfezionato il contratto con il semplice invio dell'opera? A maggior ragione un'agenzia letteraria che ha il sol comito di promuozione, intermediazione e, spesso, correzione dell'opera...Ecco perchè chiedevo se avesse sottoscritto altra precedente documentazione.


  • Super User

    @ nahar
    se agisci giudizialmente dovresti chiedere l'adempimento ma solo in caso tu raggiunga la prova di tale inadempimento.
    Di fatto questa questione attiene ad un settore dove è difficile stabilire l'inadempimento (eccetto che non si preveda, che no... n. x presentazioni).
    Se un mio cliente avesse un problema simile gli consiglierei di inviare una lettera dove intima la restituzione dell'opera inviata e diffida all'utilizzo, in qualsiasi forma, della stessa... ciò perchè questi soggetti han dimostrato ben poca serietà... e non si è verificato un danno realmente quantificabile.
    In altri termini, procedere giudizialmente sarebbe più la spesa dell'impresa (diverso sarebbe il discorso dove si fosse verificata una perdita di chance o si è pagato qualcosa).

    @ eljsa
    la tua cliente non ha inviato l'opera in tal modo aderendo alla proposta. Il caso è opposto.
    Per questo tipo di contratti non è richiesta la forma scritta ab substantiam...


  • User Attivo

    A dire il vero la perdita di chance c'è stata, perché dal momento in cui loro mi hanno firmato il contratto io non ho più inviato nulla ad altre agenzie/case editrici, essendo convinto di essere impegnato con loro. Poi è arrivata la fatidica mail con il 'ricatto'. Se io controfirmassi il contratto inserendo una data congrua (poniamo due-tre mesi prima della data in cui loro mi hanno inviato la mail del ricatto), potrei chiedere dei danni per il fatto che in questi due-tre mesi io non ho più inviato nulla ad altre agenzie-editori, nell'attesa di ottenere dall'Agenzia il lavoro di rappresentanza che non hanno fatto (e che mi hanno poi dichiarato apertamente di non voler più fare, salvo scrivere una nuova opera), giustificando appunto tale richiesta di danni con la perdita di altre chance di pubblicazione? Riguardo il pagamento di un legale, è vero che non raggiungendo certe soglie di reddito (che io non raggiungo di certo, visto che sono a zero) avrei diritto a patrocinio gratuito? Grazie ancora per le info


  • User Attivo

    No Giurista, la mia cliente ha inviato l'opera (si trattava di una raccolta di poesie). Il gruppo A. (l'editore) non restituisce neppure cio' che viene inviato, ma garantisce la macerazione dello stesso, se non si raggiunge un accordo, entro 2 mesi. A differenze di Nahar non ha fatto ricorso ad agenzie di intermediazione...


  • Super User

    Nahar, la perdita di chance è un'altra cosa ossia è quella circostanza in cui un soggetto perde un contratto certo (o fonte di guadagno) a causa dell'illecito altrui.
    In altri termini nel tuo caso la perdita di chance si sarebbe verificata se altri ti avessero fatto un'offerta certa che tu hai rifiutato causa questa agenzia che poi si è rivelata inadempiente.
    Hai diritto al gratuito patrocinio ma non vedo come potresti quantificare il danno (si dovrebbe leggere il contratto per essere più precisi).

    @ eljsa
    Tu stai parlando do un caso diverso ossia quello in ci taluno invia la propria opera per vedere se viene accettata dall'editore (un po' come chi un tempo inviava le novelle ai giornali) senza che ciò obblighi le parti ad alcunchè.
    Sta a chi invia accettare o meno l'eventuale contratto proposto. Nahar ha accettato.


  • User Attivo

    Giurista se vuoi ti mando il contratto via mail, così gli dai una letta...non è molto lungo...così puoi consigliarmi. In definitiva, vorrei capire se ci sono i presupposti per ricorrere a un avvocato oppure no. Se tu mi dici che non ne vale la pena (tenendo conto che potrei usufruire di gratuito patrocinio), perché comunque non otterrei nulla, mi fiderò di te


  • Super User

    Nahar, il regolamento vieta di trattare privatamente cause discusse su un Forum. Mi spiace.


  • User Attivo

    D'accordo, porterò il contratto da un avvocato e vedrò che si può fare. Ho un'ultima domanda: vorrei raccontare questa faccenda su tutti i siti e forum in cui si parla di scrittura, agenzie letterarie, etc., in modo da evitare che altri possano finire in mano a questa gente. Naturalmente dovrei riportare il nome dell'agenzia. Vorrei sapere se così facendo violerei qualche legge-norma etc. Ribadisco che ci sono tutte le prove di quanto affermo: non solo il contratto da loro firmato, ma anche le mail che ci siamo scambiati.


  • Super User

    Non puoi riferire il nome: diffamazione.
    Neppure puoi scrivere elementi che consentano di risalire a tale agenzia.
    Nella diffamazione la verità della notizia non rileva.


  • User Attivo

    Mi pare molto strano che IO possa essere accusato di diffamazione se, senza esprimere giudizi personali/offensivi, mi lmitassi a riportare i fatti accaduti con questa Agenzia, citandone il nome su forum online dove quotidianamente si esprimono pareri positivi/negativi su Editori e Agenti letterari. A conferma di ciò ho anche trovato un interessante articolo scritto da un avvocato, di cui riporto uno stralcio:
    "Il limite più rilevante, comunque, all'ingiuria e alla diffamazione, giunge dalle norme costituzionali che tutelano la libertà di pensiero e, con essa, il diritto di cronaca e di critica, in specie nell'ambito politico.

    La cronaca è, in sostanza, il racconto dei fatti che accadono.
    Oramai dal 1984, con la sentenza 18.10.1984 n. 5259 della Cassazione, si è  	chiarito che i requisiti della notizia debbono essere:
    
    • verità oggettiva o anche solo putativa, purché frutto di un serio lavoro di approfondimento del giornalista;

    • la continenza, ovvero il rispetto di modalità espressive che evitino, comunque, quelle puramente insultanti, prive di alcun collegamento con il tema della notizia;

    • l'interesse pubblico all'informazione.

      La critica, invece, è "un giudizio che, come tale, non può che essere soggettivo rispetto ai fatti stessi, fermo restando che il fatto presupposto ed oggetto della critica deve corrispondere a verità, sia pure non assoluta, ma ragionevolmente putativa per le fonti da cui proviene o per altre circostanze oggettive, così come accade per il diritto di cronaca" (Cass. Civ. 06.04.2011 n. 7847)."

    Dunque, nel mio caso: vertià oggettiva c'è, continenza ci sarà (mi limiterò a riportare fatti), il fatto che ci possa essere interesse pubblico è opinabile: in un forum online in cui si parla proprio delle esperienze avute con agenzie, editori etc, mi sembra che sia corretto parlare di interesse pubblico.
    Se a questo aggiungiamo che il torto di quest'Agenzia è schiacciante, non vedo affatto le condizioni per parlare di diffamazione ai loro danni.


  • Super User

    Tu vuoi riportare una notizia precisa... non esprimere un'opinione su un tema preciso (diritto di critica).
    I tre requisiti che hai postato tu si riferiscono alla legge sulla stampa (esimente art. 51 cp).

    Ti sconsiglio vivamente di mettere in pratica quanto desideri; non sei un giornalista.