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Da studio associato a singoli: qualche idea?
Salve a tutti, è la prima volta che scrivo in questo interessantissimo forum.
Sono architetto, 6 anni fa assieme ad altri 2 professionisti (due ingegneri) decidemmo di aprire uno studio associato con un'unica p.iva in quanto eravamo affiatati e con interessi comuni, inoltre avremmo potuto gestire al meglio i lavori ognuno nella propria specializzazione.
I primi 3 anni sono andati bene e questo ci ha consentito di avere garanzie tali da aprire anche un fido in banca, precauzionale, giusto per stare più tranquilli e ci fu affidato senza problemi fino a -60.000 euro. Assumemmo anche una segretaria per gestire un pacchetto di clienti come amministrazione condominiale.
Il fido non lo abbiamo mai usato fortemente per i primi 4 anni, poi a causa della crisi sempre più incombente e la carenza di incarichi, oltre all'aumento di tasse ecc., ci siamo costretti a doverlo usare diffusamente per mantenere in piedi il giocattolo ed oggi ci troviamo costantemente sotto di almeno 30.000 euro.
Sia chiaro, si lavora ancora, anzi addirittura di più! ma gli introiti sono calati, i pagamenti dilazionati e poi ritardati, per cui ci si attesta sempre intorno questi numeri, considerate le uscite delle spese e i rientri dei clienti, quindi si vivacchia, anche per paura di andare troppo oltre il fido.
Vengo al dunque. Evidentemente le spese della "struttura" sono diventate per i tenori di oggi troppo forti (fitto, auto noleggio, garage, lavoratore dipendente, nolo attrezzature, ecc.) e l'unica strada pensiamo sia quella di dividerci e tentare nel proprio piccolo, ognuno per la sua strada, pacificamente e di comune accordo, in modo da minimizzare le spese che oggi sono insostenibili complessivamente. Da calcoli fatti, fatturare 100 lire con lo studio associato e le sue spese è molto meno conveniente che fatturare 30 lire singolarmente e con spese ridotte all'osso (auto propria, no fitto, no garage, no dipendente, ecc.): i margini per ognuno aumenterebbero almeno di un 40%... e sono tanti! Per il lavoro che facciamo ci possiamo far bastare lo studio di casa, un pc, una stampante professionale, un cellulare e la propria auto.
La cosa che ci spaventa è che per tentare questa strada dovremmo, crediamo, prima chiudere la p.iva associativa e poi aprire contestualmente quella singola. Inoltre abbiamo incarichi pubblici che non si possono estinguere da un giorno all'altro... per fare questo occorrerebbe rinunziare agli incarichi pagando penali e attendere cmq di risalire la china per poter chiudere il fido, insomma ci sembra un cane che si morde la coda visto che tra spese ed altro si rimane più o meno sempre in quel punto.
Cioè vorremmo evitare che per chiudere il fido dobbiamo necessariamente attendere gli incassi e questo senza prenderci un soldo di nulla per chissà quanto, abbiamo famiglia e non possiamo permetterci di vivere d'aria x mesi interi, pur lavorando. Escludiamo di rifonderci, come tra l'altro sarebbe richiesto in questi casi, per il semplice motivo che questo vivacchiare ci ha costretto di attingere dalle nostre personali risorse, quindi non abbiamo nulla da integrare.
Quindi ci chiediamo se è possibile lasciare intatta la p.iva dello studio affidataria ancora oggi di incarichi pubblici (quindi da incassare ancora) e contemporaneamente aprire anche una propria p.iva, questo consentirebbe ad ognuno di noi di iniziare l'attività per conto proprio e versare una quota sul conto del vecchio studio associato, e con il tempo risalire il fido, chiudere gli incarichi e procedere alla chiusura dello studio, ma contemporaneamente incassare con altri lavori, questo per vivere! Insomma ci chiediamo se esiste un modo per congelare lo studio e contemporaneamente iniziare un'attività in proprio (ovviamente si tratterebbe degli stessi servizi, stessi clienti, ecc.)
Se questo non è possibile, mi piacerebbe avere dei consigli. La questione è: trovare il modo per continuare a lavorare e incassare ma mantenendo ancora lo studio associato in piedi il tempo giusto per chiudere tutte le altre partite.
Avevamo anche pensato ad un finanziamento per risalire subito, chiudere le questioni rimaste in piedi e quindi lo studio, ma sorge un problema: "chi" deve intestarsi questo finanziamento? Se lo si intesta allo studio associato, poi come lo si può chiudere se non prima di aver estinto il debito? Si ritornerebbe al caso del fido...
Vi prego, dall'alto della vostra preparazione e professionalità, aiutateci a trovare una soluzione, una idea!
Il nostro commercialista è un deficiente, al momento non si è espresso, mi sembra solo preoccupato del fatto che chiudendo lo studio ci va a perdere anche lui... che tristezza!
Grazie e buona serata
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E' assolutamente possibile mantenere aperta la partita Iva dello studio associato e nel contempo aprire delle partite Iva per i singoli associati. Lo studio continuerà a svolgere gli incarichi già presi o a prenderne di nuovi mentre i singoli liberi professionisti svolgeranno la loro attività a fine individuale e continueranno a usufruire della struttura dello studio associato.
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Caspiterina, questa è un'ottima notizia!
Si può quindi svolgere anche attività nello stesso settore dello studio associato? Nel mio caso parlo di progettazione architettonica e direzione lavori (prevalentemente).
Quindi se ognuno di noi tenta di aprire la p.iva non gli viene contestato nulla? Avevo letto che non si possono avere più partite iva per lo stesso soggetto e pensavo che la cosa fosse eventualmente applicabile anche ad uno studio associato, come se quella p.iva fosse asservibile ad ognuno dei tre e quindi di conseguenza come se ognuno ne avesse già una!
Spero in riconferme!
Saluti
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Certo, un avvocato può avere partita Iva da avvocato e avere uno studio associato da avvocati, così come tutti i professionisti. L'unica considerazione da fare è che non si può aprire partita Iva nel regime dei minimi se si hanno partecipazioni in studio associato.