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    Successione mortis causa di immobile

    Salve.
    Vi spiego rapidamente la questione, senza entrare nei dettagli.
    Sono alle prese con una successione a causa di morte ma è sorta una disputa tra gli eredi: il patrimonio del defunto risulta composto da fondi liquidi e un immobile. Quest ultimo figura nel catasto a nome del defunto, poiché esso fu originariamente acquistato dal suddetto. In seguito, uno degli eredi (chiamiamolo erede A), ha ampliato notevolmente l'immobile, installandovi anche un'attività artigianale e ivi trasferendosi con la sua famiglia, accanto alla famiglia del proprietario nominale (il padre). I lavori di ampliamento sono stati pagati in massima parte dall'erede A, in parte minima dal padre, sebbene l'immobile sia rimasto al 75 % di proprietà del padre. Inoltre il padre lavorava come operaio nell'impresa dell'erede A, per cui la sua unica fonte di reddito proveniva dall'attività di suo stesso figlio: è dunque evidente che l'ampliamento del fabbricato non possa essere stato finanziato dai limitati fondi del padre, ma dai profitti dell'impresa del figlio, sebbene non sia semplice ricostruire nei dettagli i flussi di entrata e di uscita dei pagamenti.

    Al momento della morte del padre, si pone il problema di stimare il patrimonio immobiliare: qual'è il valore da considerare nella successione? L'intero immobile ampliato, oppure il cespite originario?

    Grazie