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Problemi di succesione
Buonasera a tutti. Vorrei sottoporvi una semplice ma annosa questione in merito alla successione e la spartizione delle eredità. Mio nonno un pò di tempo fa ma nel momento in cui è morto (nella settimana successiva) mia zio molto subdolamente si è impossessato di diversi beni e soldi. Nello specifico:
- Ha ritirato un'ingente somma di denaro da un conto cointestato a lui e a mio nonno;
- Ha sottratto un'altra consistente somma in contanti dalla casa di mio nonno;
- Ha sottratto gioielli e altri averi dalla casa in cui abitava mio nonno;
Tutto questo all'insaputa di mio padre e lasciando finanziariamente mia nonna sul lastrico. Ciòdetto, vorrei sapere se al momento della morte di mia nonna, il valore dei beni sottratti da mio zio sarà conteggiato nella spartizione dell'eredità, sottraendo dalla parte che gli spetta un'opportuna quota.
Vi ringrazio....buona serata!!!
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Lo zio si è già appropiato di parte della massa ereditaria comune. Perchè aspettare la morte della nonna (che ci auguriamo viva ancora molti anni) per aprire la successione?
In linea teorica certo che se ne dovrà tenere conto di quanto già sottratto alla comunione ereditaria.In linea pratica potrebbe essere molto più complesso.
Consiglio di rivolgersi il prima possibile ad un avvocato e se ci fossero resistenze fate valutare la questione anche sotto il profilo penale(627 c.p).
Oltretutto se il nonno possedeva beni immobili, ci sono anche degli adempimenti da effettuare all'agenzia delle entrate entro un anno.saluti
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Gentilissimo per la risposta. Mi scuso per come ho esposto il problema, ma mi rendo conto solo ora degli strafalcioni.
Volevo aggiungere che la successione è stata già aperta, e i vari obblighi nei confronti dell'agenzia delle entrate sono stati già onorati...tutti a carico di mio padre naturalmente.
Ciò che mi demoralizza davvero, oltre al riplorevole comportamento tenuto da mio zio, è il fatto che anche procedendo tramite un avvocato non si riesca a dimostrare la cattiva fede dello zio che ha letteralmente "rapinato" sua madre lasciandola senza mezzi.
Comunque ora ci stiamo limitando a:- Raccogliere tutta la documentazione per dimostrare concretamente che i soldi siano stati ritirati da mio zio dal conto cointestato anche se mio nonno era consenziente a tali prelievi, mentre mia nonna era ignara di questi movimenti.
- Valutare se depositare o meno una denuncia ai CC per il furto degli oggetti di valore e dei soldi in contanti che mio nonno custodiva in casa. Lei cosa ne pensa? Mio zio naturalmente nega tutto!!!
Inoltre avevo dimenticato un'altra cosa...prima che morisse mio nonno, mio zio riuscì a convincere mia nonna e mio nonno a donargli completamente una casa...anche il valore di questa verrà considerata nella divisione "finale" che si avrà quando mia nonna morirà?
Un saluto
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le banche tengono copia delle movimentazioni per 10 anni. Chiaramente bisognerà capire se il figlio avesse una delega o fosse cointestatario del conto.Nel primo caso se i soldi non sono stati usati nell'interesse dei nonni, si potrebbe cercare di farli rientrare nella massa ereditaria(anche se i nonni erano consenzienti ai prelievi). Nel caso di conto cointestato allora la situazione cambia perchè i contestatati sono "padroni" del conto.
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Se non si hanno prove fondate/testimonianze sull'identità di chi ha commesso il furto o l'appropiazione indebita, tuttalpiù si potrà presentare denuncia/querela contro ignoti.
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assolutamente sì. Attraverso l'istituto della collazione, si può ricostruire tutto l'asse ereditario incluso beni ricevuti in donazione. La collazione è obbligatoria per legge salvo che il donatario ne sia dispensato dal donante nei limiti della quota disponibile (ossia quella quota che il donante può attribuire in deroga alle quote legittime).
saluti
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- Era un conto cointestato, perciò per quanto ho capito la mia famiglia ha perso tutti i soldi. Perciò soldi persi.
2)Vista la probabile e verosimile impossibilità di produrre delle prove mi sa che della denuncia non se ne fa nulla. Perciò soldi e averi persi.
3)Non ho ben capito il concetto di COLLAZIONE...
allora mio nonno e mia nonna hanno donato una casa a mio zio, e al notaio hanno depositato un atto che contiene tutte e tre le firme.
Perciò anche rifacendosi all'istituto della collazione, presumo che mio zio sarà dispensato per la quota che ha ricevuto dal nonno in donazione (perchè è defunto), per la sua porzione che gli spetta come quota legittima, mentre potrà essere considerata unicamente la quota che NON dispenserà mia nonna.
Questo discorso quindi deve essere fatto ora che la nonna è ancora in vita per quanto ho capito. Mi corregga se sbaglio...4)Cosa mi consiglia di fare lei, visto che ci sono ancora delle proprietà in ballo, e visto che lo zio si è già arraffato buona parte dell'eredità? Mi spiace essere così diretto, ma non essendo pratico di LEGGE, non ne conosco il gergo.
Un saluto
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E' difficile dare una risposta che copra tutte le possibili fattispecie possibili.La risposta più corretta è dipende(ad esempio dalla disamina del contratto bancario,dalle operazioni pre o post morte ma sopratutto *dall'alimentazione *esclusiva o meno del conto quando il nonno era in vita.Potrebbe infatti provarsi che il conto era alimentato esclusivamente da redditi del de cuius). Quindi non datevi per vinti e fate analizzare la vicenda, magari si può ancora ottenere l'imputazione di alcune cifre nella massa ereditaria di cui al punto 3.
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Denunciare una persona senza prove si corre il rischio di una contro denuncia. Se vi è un bene riconoscibile (ad esempio un quadro d'autore) una denuncia contro ignoti può essere utile se in un momento successivo il quadro viene localizzato.
Per questi due punti vi consiglio un appuntamento con un legale(civilista). Sicuramente riuscirà a trovare i punti di forza a vostro vantaggio chiedendovi delle integrazioni d'informazione.
3)No non è così..provo a spiegare nel modo più semplce possibile.
Supponiamo che la casa fosse in comunione dei beni(se fosse solo del nonno poco cambia concettualmente). A prescindere dalla donazione avvenuta, alla morte del nonno la sua quota di immobile si sarebbe dovuta ripartire così:50% al coniuge
50% ai figli
E' però possibile riservare una quota di eredità fuori dagli schemi della legittima. In questo caso la quota è del 25%.
Pertanto dovrebbe spettare:
25% al coniuge
50% ai figli e restante 25% disponibile.
Quindi il figlio benificiario della donazione potrebbe astrattamente essere avente diritto a un 25% in più della quota totale lasciata dal padre.
Dico astrattamente perchè se il de cuius non ha disposto la dispensa dalla collazione, anche quel 25% deve andare a ricostruire la massa ereditaria per una successiva ripartizione (è per questo che a volte è difficile vendere od ottenerre mutui per l'acquisto di immobili donati).Anche in questo caso una lettura dell'atto di donazione da parte di un civilista potrà giovarvi molto.
La situazione,a parte i beni mobili scomparsi e non più rintracciabili, non è affatto compromessa, pertanto vi consiglio di non perdere tempo e rivolgervi a un legale.saluti
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Buonasera, la ringrazio per le delucidazioni...sebbene in alcuni punti un pò demoralizzanti ma credo che in ambito legale la parola d'ordine sia il realismo.
Comunque volevo approfittare della sua competenza arricchendo ancora il quadro di alcuni dettagli secondo me importanti:1)Entrambi i conti correnti erano cointestati, l'alimentazione era esclisivamente affidata al de cuius con i redditi derivanti dalla sua pensione e quella della nonna. I prelievi invece sono stati effettuati entrambi dopo la morte del nonno, solo da mio zio.
2)Questo punto è piuttosto spinoso secondo me, e penso che indurrò i miei genitori a seguire il suo consiglio.
3)Grazie per la spiegazione "illuminante". Vorrei aggiungere, in seguito alla lettura dell'atto di donazione, che il donatore ha disposto la dispensa per la collazione perciò penso che quel 25% andrà perso.
Ci siamo già rivolti ad un avvocato, anzi a due per la precisione, ma non mi hanno dato per niente soddisfazione cosa che lei sta riuscendo a fare stando dietro una tastiera di un PC...la ringrazio!
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UP!