• User Newbie

    Informazioni apertura Partita Iva

    Ciao a tutti,
    sono un'infermiera professionale e mi occupo di Medicina del Lavoro in un'industria farmaceutica. Da aprile 2011 sto lavorando con un contratto interinale, ma dal 1° marzo mi è stato offerto di lavorare sempre nello stesso posto ma per conto di una società esterna che ha vinto la gara d'appalto per la gestione dell'infermeria come libero professionista. Dovrò quindi aprire la Partita Iva e iscrivermi all'Enpapi (l'ente previdenziale degli infermieri LP). Ora, da quanto ho capito dovrò pagare il 4% sul lordo più il 12% sul netto come contributo soggettivo obbligatorio. Se rimango al di sotto dei 30000 euro l'anno non dovrò sostenere altre spese in quanto contribuente minimo, ma se supero tale importo dovrò pagare anche la ritenuta d'acconto del 20% (l'Iva no, da quanto ho capito).
    Considerando che dal 1° marzo al 31 dicembre 2012 dovrei lavorare 1624 ore (8 ore al giorno), mi conviene chiedere 15 euro lordi l'ora (restando così al di sotto della famosa soglia che peraltro, iniziando a marzo, scenderebbe in proporzione a 25000 euro) oppure chiedere 20 euro lordi l'ora arrivando a più di 32000 euro lordi l'anno? Se ho fatto bene i calcoli il netto medio mensile è simile. Cosa strana è che chiedendo 18 euro l'ora e superando la soglia, il netto mendio mensile è inferiore a quello che percepirei fatturando a 15 euro l'ora. Il discorso poi cambia nel 2013: aumentando le ore lavorate e avendo i 30000 euro di soglia, l'ideale sarebbe fatturare a 18 euro l'ora.
    Il problema quindi è se fatturare a 15 euro come contribuente minimo, oppure fatturare a 20 euro a regime normale. Sapete aiutarmi a capirci qualcosa? Avendo comunque compiuto i 35 anni nel 2011, rientro in questa agevolazione? Grazie in anticipo per la disponibilità. Spero di essermi spiegata bene.


  • Super User

    Sicuramente il regime dei minimi è preferibile in via generale in quanto ha ridotta aliquota d'imposta (solamente 5%), no irap e soprattutto no studi di settore.

    Oltretutto dal 1 gennaio 2012 il regime dei minimi è stato esentato dall'indicazione della ritenuta d'acconto, quindi incasserai direttamente il lordo (nel regime ordinaio saresti soggetta a ritenuta fatturando a titolari di p.iva e confermo comunque che non saresti soggetta ad iva).

    Una piccola precisazione : il 4% di contributi sul lordo è detto contributo integrativo e lo puoi addebitare al cliente (diritto di rivalsa); in sostanza, quindi, se lo addebiti al cliente non sarà a tuo carico.

    Considerà, però, che se hai detrazioni per carichi di famiglia, interessi sul mutuo e altri oneri deducibili e detraibili di rilevante importo (ad es. ristrutturazione prima casa) potrebbe risultare non troppo svantaggioso anche il regime ordinario.


  • User Newbie

    Quindi in regime dei minimi andrei a pagare sul lordo il 4% del contributo integrativo (che naturalemnte faccio pagare al cliente addebitandolo in fattura), il 12% del contributo soggettivo obbligatorio e un'altra piccola percentuale per la maternità. E quest'altro 5% cos'è? Non mi è ben chiaro.
    Se invece operassi in regime ordinario, oltre alle percentuali del regime dei minimi, dovrei pagare il 20% della ritenuta d'acconto, giusto? Il 20% in tal caso va pagato su tutto l'importo lordo annuale o solo sulla parte eccedente i 30000 euro.
    Un'ultima domanda: usufruendo delle detrazioni per mio figlio a mio carico, perchè diventerebbe vantaggioso il regime ordinario?
    Grazie di nuovo.