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    E-commerce e responsablità civile/penale del venditore

    Salve a tutti! Spero di riuscire a trovare una risposta ad una domanda alla quale da tempo sto cercando una risposta. Sono intenzionata ad aprire un negozio on line e rigurado gli adempimenti credo di sapere già tutto. Scrivo quello che so in modo da poter essere di aiuto per chi, come me, vorrebbe cimentarsi in questo tipo di attività e anche perchè così potrei essere corretta in caso di errori.
    So che bisogna inoltrare una richiesta presso il proprio Comune di residenza come se si dovesse aprire un negozio "reale" e che una volta ottenuto il benestare dei Vigili Urbani (in questo caso vale il cosiddetto "silenzio-assenso", ovvero se non si presentano a fare il sopralluogo entro i 30 gg dalla presentazione della domanda significa che puoi cominciare l'attività) devi fare l'iscrizione alla Camera di Commercio pagando una tassa non più alta di ? 80/90 e aprire una P.IVA che è gratuita.
    Per quanto riguarda il tipo di gestione, credo che osserverò il regime dei minimi visto che non effettuerei esportazioni, non avrei dei dipendenti e non supererei gli ? 30.000 annui di fatturato.
    Le mie domande, ovvero i miei dubbi, riguardano questi punti:

    1. potrei aprire l'attività domiciliandola presso la mia abitazione? In caso di negozio reale, almeno per quanto riguarda il Comune in cui risiedo, è necessario che il locale commerciale sia provvisto di servizi igienici e che il bagno sia provvisto di antibagno (ovvero, il WC deve essere separato dal lavandino! :giggle:). Nel caso, devo riservare una stanza all'attività?
    2. Nel caso in cui l'attività fosse al mio domicilio, è un problema il fatto che l'abitazione è intestata ai miei genitori?
    3. E' risaputo che ormai, qualunque cosa si acquisti (o quasi tutto!), proviene dalla Cina per poi...puntualmente!...sentire al TG che hanno sequestrato merce illegale e/o nociva per la salute. Mi pongo questo problema perchè qualche anno fa ero titolare di un esercizio commerciale. Ho sempre preferito acquistare da fornitori Italiani, ma una volta mi è capitato di acquistare della merce che poi ho trovato su una bancarella di Cinesi ad un terzo del prezzo che io (da ingrosso!) ho pagato!!! 😞 Quindi mi chiedo: se si scopre che della merce che io vendo non è conforme alle leggi italiane...che rischi corro? E come tutelarmi? C'è chi mi ha suggerito di far scrivere sulle fatture la dicitura "la merce menzionata in tale fattura è conforme alle leggi CEE" o qualcosa di simile! In questo caso, la merce mi verrebbe comunque sequestrata, ma non subirei denunce penali! E' così? ....bhò? :mmm:
      Grazie a tutti per l'aiuto!