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Contributi gestione separata inps
Vorrei gentilmente conferma della correttezza del calcolo dei contributi in relazione a libero professionista privo di autonoma cassa di previdenza.
Reddito professionale di Unico 2010 RE23 45.530 euro; contributi 2010 in RR 25,72% pari a 11.710. Ovviamente in RN la relativa IRPEF dovuta dopo aver stornato quanto deducibile.
Ora, in considerazione che quei pochi costi che sostiene sono deducibili al 40% per cui il citato valore di RE23 fa riferimento al reddito professionale senza la possibilità di dedurre il 60% dei costi sostenuti nonchè dell'IVA pagata, il professionista è gravato di prelevamenti contributivi e fiscali che vanno ben oltre il 60% della differenza tra ricavi e costi effettivamente sostenuti, diversa appunto dal risultato reddituale fiscale.
Se tutto ciò, come temo, è corretto (in particolare sul calcolo dei contributi da RE23 anzichè da RN4, quindi pagando l'INPS anche sui contributi pagati nell'esercizio non incidendo gli stessi su RR5 quale imponibile contributivo), si chiede sulla base della Vs. esperienza un consiglio in ordine alla convenienza o meno di costituire una SRL di servizi piuttosto che qualsiasi altra soluzione che, nel rispetto assoluto della legge, consenta un risparmio tanto contributivo quanto fiscale, considerando che il reddito è ormai consolidato intorno ai citati livelli e presumibilmente stabile per il futuro.
Ringraziando anticipatamente, auguro a tutti una buona giornata.
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Premettendo che anche la contribuzione INPS, come per le imposte, funziona per saldi e acconti e per questi ultimi l'aliquota 2010 è pari al 26,72%, la base imponibile dei contributi è data dal reddito di impresa o professionale conseguito con il beneficio di poter dedurre i contributi pagati nel periodo di imposta dal reddito complessivo. E' chiaro che se un costo è parzialmente deducibile, a parità di ricavi il reddito (d'impresa o professionale) aumenta e dunque aumenta anche l'imponibile INPS gestione separata.
Come evitare tutto cio? Innanzitutto bisogna vedere se la srl di servizi evita l'obbligo contributivo (ma non penso) e se è possibile svolgere l'attività professionale attraverso una società di questo tipo (la valutazione andrebbe oltre l'aspetto fiscale e previdenziale) dopodiché sotto l'aspetto fiscale, ammesso che possa andare bene la srl, dovresti valutare se non incorri nella maglie della normativa sulle società di comodo e, volgendo lo sguardo all'IRAP, alla possibiltà di non esservi eventualmente soggetto in quanto professionista senza autonoma organizzazione (situazione che decadrebbe adottando la forma societaria).
Saluti.
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Innanzitutto grazie per la risposta.
Nel merito della stessa, vorrei puntualizzare che l'aliquota del 25,72% si riferiva al calcolo da Unico 2010 - redditi 2009 avendo calcolato gli acconti al 26,72%.
Con la risposta quindi si conferma che la base imponobile di RR5 deriva da RE23 abbattendo i contributi solo il reddito complessivo ai fini IRPEF.
Non pagando attualmente l'IRAP in quanto professionista privo di autonoma organizzazione, a meno di redditi sensibilmente superiori con applicazione delle maggiori aliquote IRPEF, sembrerebbe quindi inefficace la costituzione di una SRL.
*Rassegnatamente *saluto.