• User

    problema contribuemte minimo

    Buonasera a tutti e complimenti per il sito.
    E' da un po' che vi seguo ma scrivo per la prima volta...

    Ho un problema che mi assilla e chiedo un vostro aiuto:
    seguo un artigiano che nel 2009 ha emesso regolari fatture, rimaste non pagate per circa 10.000 euro.
    Nel 2010 transita nel regime dei minimi. I 10.000 euro sono tuttora da incassare.
    Problema 1: qualora ci fossero elementi certi e precisi che ci inducessero a ritenere che non incasseremo più il credito (è in corso una causa legale) il mio cliente per recuperare l'Iva dovrebbe emettere nota di accredito, ma essendo un contribuente minimo la nota accredito verrà emessa senza Iva e quindi niente recupero... L'unica soluzione immagino sia rientare nel regime ordinario dall'1/01/2011... o mi sto perdendo qualcosa?
    Problema 2: l'artigiano in questione da ottobre è stato assunto con contratto a progetto e vuole chiudere la partita Iva in quanto tenerla aperta gli costerebbe 2.800 euro annui di contributi Inps sul reddito minimale (da quel che so non è possibile sospendere la contribuzione); questo però implicherebbe la rinuncia alla possibilità di dedursi la perdita su crediti e ovviamente l'Iva o sbaglio?
    Ringrazio in anticipo chiunque mi risponda!


  • User Attivo

    Buonasera Paolop78
    Non credo che ci siano soluzioni percorribili diverse da quelle che hai scritto.
    1 - Se il contribuente abbandona il regime dei minimi presumibilmente, come avviene per le altre situazioni Iva antecedenti alla scelta di questo regime, potrà usufruire del recupero Iva sulle note di accredito. Non esiste una norma specifica in materia.
    Tieni conto però che la procedura per l’emissione di queste note di accredito è piuttosto lunga e complessa e non è sufficiente la cancellazione del credito in base ad elementi certi e precisi come avviene per il reddito d’impresa.
    Per emettere la nota di accredito IVA deve esistere una procedura concorsuale e l’effettiva insolvenza del credito che avviene solo a procedura conclusa, oppure una procedura esecutiva che deve restare infruttuosa. Purtroppo, come puoi prendere atto, i tempi sono molto lunghi.
    2 – Se l’artigiano intende chiudere la partita Iva ovviamente perde la possibilità di recuperare l’ Iva sulla nota di credito. Il contributo Inps gestione separata, finora, non consente di fare la richiesta di pagare i contributi nella gestione Inps con carattere prevalente e quindi chiedere l’esclusione del contributo Inps artigiani.
    Saluti


  • User

    Grazie mille per la risposta particolarmente esaustiva!
    Alla fine abbiamo optato per la chiusura della partita iva, opzione particolarmente caldeggiata dal cliente.
    Così facendo ovviamente rinunciamo al recupero Iva.
    Ti chiedo ancora una cosa dato che sei particolarmente competente in materia:
    se l'avvocato mi rilasciasse un documento in cui si sostiene che il credito non è più recuperabile, potrei portare la perdita a riduzione del reddito 2010 (ipotizzando che l'inesigibilità si è manifestata in tale esercizio)?
    Se invece gli elementi certi e precisi richiesti dalla norma emergessero solo nel 2011, a partita iva chiusa, avrei qualche possibilità di recuperare l'Irpef versata sulle fatture non incassate (ad es. portando la perdita a riduzione del reddito da lavoro dipendente)
    Grazie ancora


  • User Attivo

    Buongiorno PaoloP78
    In genere per la cancellazione di crediti insoluti e per portare a perdita l’importo relativo, i contribuenti (imprese) utilizzano la forma seguente.
    Decreto ingiuntivo per l’importo del credito insoluto più gli interessi moratori, eventuale opposizione del debitore, instaurazione del procedimento legale, una o più udienze (spesso il debitore non si costituisce o non si presenta), lettera del legale del creditore che attesta, a suo giudizio, l’assoluta impossibilità di ottenere il recupero del credito dalla procedura instaurata (motivi della contestazione, attività del debitore inesistenti, anni trasorsi, altri elementi giustificativi, ecc.).
    Spesso gli avvocati sono restii a scrivere queste lettere, ma basta insistere e spiegargli che dal punto di vista fiscale non corrono nessun pericolo. Il cliente è l’unico responsabile per l’utilizzo che ne fa.
    Non puoi portare questa perdita su crediti in diminuzione del reddito di lavoro dipendente. Si tratta di attività completamente diverse e con norme fiscali specifiche.
    Saluti


  • User

    Grazie mille!
    cordiali saluti