• User Newbie

    Socio, Presidente del CDA e lavoratore dipendente srl

    Salve, sono diventato socio di maggioranza di una società srl (ho il 55%) con un personale di 19 unità per cui lavoro come dipendente da 15-16 anni (livello settimo^).
    Il consiglio di amministrazione formato da me e l'altro socio mi ha nominato presidente del cda con tutti i poteri tranne quelli sui dipendenti di cui rimane titolare il consiglio di amministrazione.
    Ho poi un una delega solo per gestire le questioni ordinarie quali le trasferte e i rimborsi spese.
    Posso continuare ad essere un lavoratore dipendente o è incompatibile ?

    La mia esigenza nasce dai versamenti INPS compiuti fino a questo momento (quasi 16 anni) . Il commercialista e la consulente del lavoro mi hanno detto che se divenissi amministratore passerei alla gestione separata con problemi per il ricongiungimento .


  • User Attivo

    Buongiorno devildevil
    Se i tuoi poteri sono sottoposti al controllo del consiglio di amministrazione, e quindi non assumi la figura del titolare d’impresa che prende le decisioni senza renderne conto, puoi continuare ad essere dipendente.
    Questa problematica è sempre stata ampiamente dibattuta, con alterne vicende, per l’iscrizione all’Inpdai (ora Inps) dei dirigenti industriali, ai quali in situazioni simili veniva disconosciuta l’iscrizione. Negli ultimi anni è stato adottato il comportamento suddetto.
    Ovviamente se oltre al tuo reddito di dipendente hai anche compensi per la carica conferita questi compensi sono soggetti a contributi Inps gestione separata.
    Il problema sollevato dai tuoi consulenti è più complesso.
    Nel caso di SRL occorre distinguere se l’attività è commerciale e quindi l’amministratore può essere soggetto alla gestione Inps commercianti oppure, in situazioni simili alla tua, essere soggetto alla gestione separata.
    Inoltre se la tua attività di dipendente è prevalente rispetto a quella di amministratore puoi chiedere all’Inps la sospensione dell’iscrizione alla gestione commercianti.
    Purtroppo sono situazioni al limite della normativa di chiara applicazione.
    Negli ultimi tempi l’Inps ha intensificato il recupero di questi presunti contributi soprattutto a carico di amministratori senza occupazioni prevalenti o con cariche gratuite o con situazioni da titolare d’impresa.
    Spero di essere stato chiaro.
    Saluti


  • User Newbie

    Gentile Dott. Vannini,
    La ringrazio per la risposta .
    La società è di tipo metalmeccanico con attività nel settore dell'informatica, elettronica e consulenza tecnica (non è una commerciale)
    Ho letto attentamente il suo commento assolutamente in contrasto con quanto continuano a dirmi commercialista e consulente del lavoro .
    In effetti io , da profano, avevo fatto le Sue stesse osservazioni .
    L'unico punto in difetto potrebbe essere il fatto di essere il socio di maggioranza che quindi , di fatto , controlla il CDA .
    Il CDA delega me come presidente (a parte i poteri per i dipendenti) dipendente al 7^livello ma il CDA è controllato a sua volta da me socio di maggioranza.
    Nei verbali , al momento del voto mi astengo e in tal modo decide il socio di minoranza . Ma mi sembra una soluzione confutabile !!!
    Avevo pensato di donare una quota del 25 % a mia moglie in separazione di beni (e quindi persona esterna).
    In tal modo avrei una quota del 30 % mentre gli altri soci deterrebbero il 45% e 25 % (mia moglie non entrerebbe nel CDA).
    Il CDA mi farebbe diventare dirigente (posizione INPS compatibile con i versamenti effettuati) , l'altro membro del cda con delega per i dipendenti . Ho un compenso come presidente del CDA di 1200 Euro all'anno per cui versero i contributi in gestione separata .
    Io continuerei a versare i contributi INPS cumulandoli a quelli già versati
    Che ne Pensa ? Ritiene che la mia posizione possa considerarsi corretta in caso di controllo dell'INPS o al momento di andare in pensione ?
    Ha della documentazione a cui poter fare riferimento ?
    Cordiali Saluti


  • User Attivo

    Buongiorno devildevil
    L’Inps, in termini assoluti, non può rifiutare l’iscrizione di un lavoratore dipendente di una società di capitali.
    I problemi su queste iscrizioni derivano da diverse situazioni.
    1- Imprese individuali. L’imprenditore individuale non può essere dipendente di se stesso e deve essere iscritto ad altra gestione (artigiani, commercianti).
    2 - Nelle società di persone (SNC, SAS) l’amministratore unico, se nominato, non può essere dipendente in quanto ha con sé i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione. Deve essere iscritto in altra gestione, se non ha altra contribuzione obbligatoria a carattere prevalente e soprattutto se dichiara che la sua attività di amministratore è prevalente sulle altre eventuali.
    In queste società è ammessa la posizione di dipendente se esiste un reale rapporto di subordinazione (l’amministratore ha solo poteri di ordinaria amministrazione e deve rendere conto) e che la funzione di amministratore non sia un conferimento previsto nel contratto sociale. Comunque nelle società di persone può non esistere il consiglio di amministrazione e quindi i poteri del socio amministratore vengono desunti dal conferimento eventuale.
    3 – Nelle società di capitali il discorso è alquanto diverso. Il lavoratore dipendente può essere amministratore se le prestazioni dovute come lavoratore subordinato siano estranee alla sua posizione di amministratore. Inoltre l’amministratore delegato può essere dipendente se deve rendere conto del suo operato al Consiglio di Amministrazione e risulta assoggettato ad un potere disciplinare ed effettivo esercitato dagli altri amministratori. Deve esistere una distinzione tra chi gestisce il rapporto (consiglio di amministrazione) e chi esegue la prestazione (amministratore). Quindi è da escludere la figura dell’amministratore unico.
    4 – Vecchie dispute tra figura di amministratore e iscrizione dirigente. In passato con la contribuzione INPDAI (Istituto di previdenza dirigenti industriali) sono state negate molte iscrizioni di dirigenti che ne avevano i requisiti. L’INPDAI ha scioccamente seguito le indicazioni dell’INPS che, inoltre, in virtù della norma che consentiva alla stessa Inps di decidere sulla scelta della inquadramento delle aziende industriali (in senso stretto del termine) all’INPDAI e di quelle commerciali (tutte le nuove attività di servizi a supporto dell’industria in senso lato) all’INPS, ha decretato la fine di questo Istituto che è stato assorbito dall’INPS con la conseguente contribuzione.
    Con questa fusione sono cadute quasi tutte le eccezioni a queste iscrizioni di dipendenti.
    Quanto sopra per farti un breve quadro della situazione.
    Le modifiche che vorresti apportare alla tua società dovrebbero toglierti gli ultimi dubbi e la tua posizione di dipendente (o dirigente) è corretta.
    Tieni conto che non esistono norme specifiche in merito ma molti casi di una giurisprudenza consolidata (Cassazione n. 1793 del 7/3/96, n. 1081 del 8/2/99, n.329 del 12 /1/02).
    Se ti iscrivi come dirigente la tua azienda avrà costi in più per contribuzione FASI, PREVINDAI e assicurazione obbligatoria ex art. 12 CCNL.
    Spero di essere stato chiaro.
    Saluti


  • User Newbie

    E' stato chiarissimo.
    Non escludo di volerLa contattare il prossimo anno per una consulenza "effettiva" con canali ufficiali

    Le auguro Buone Feste