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    Onorario del legale e relativo modus operandi- dubbi e perplessità

    Salve, circa due anni fa avevo affidato ad un legale la causa ai sensi della Legge Pinto (lungaggini processuali) avverso il Ministero di Giustizia presso la Corte d?Appello di Torino.

    Per tale prestazione il legale chiese circa 300 Euro d?anticipo** affermando che il resto dell?onorario sarebbe stato liquidato dal M.d.G. nel caso la causa andasse a buon fine** ed anche l?esito fosse stato negativo non avrebbe chiesto ulteriori somme (si precisa che tale causa è consistita nel presentare un singolo atto e nel presenziare ad una sola udienza).

    Tale sentenza fu favorevole al sottoscritto ed oltre stabilire un indennizzo di circa 4000 Euro, sanciva il pagamento delle spese legali per circa 1600,00 Euro a favore del mio legale (anno 2008).

    A quel punto il legale mi disse che si trattava solo di aspettare la liquidazione di quanto disposto dal Giudice da parte del M.d.G.

    A fine 2009 non avendo ancora ricevuto nulla dal M.d.G. e nessuna informazione dal mio legale, facevo una semplicissima telefonata all?Ufficio preposto al pagamento presso la Corte d?Appello di Torino, scoprendo che i finanziamenti su quel capitolo erano ridicoli rispetto a quanto effettivamente le Corti dovrebbero pagare ai ricorrenti (tutti generalmente vincenti) e quindi nel caso di specie, essendo ancora fermi alle sentenze più datate, nella migliore delle ipotesi ci volevano anni.

    In quel contesto mi venne anche consigliato di chiedere al mio legale ?copia esecutiva? di tale sentenza per procedere in maniera diversa avendo quindi una strada privilegiata nel pagamento.

    Per me, quanto sopra era ?arabo? e quindi scrissi al legale tramite fax (regolarmente ricevuto) cosa mi era stato detto, chiedendo la fattibilità della cosa e soprattutto eventuale esborso di denaro da parte mia.

    Lo stesso mi rispose tramite fax, asserendo solo che aveva già provveduto al ritiro della ?copia esecutiva? della sentenza NON menzionando né ulteriori spese a mio carico, né in che cosa consistesse la procedura di cui sopra, né la fattibilità della stessa, tempistica e quant?altro, ovvero tutto quanto a mio avviso dovrebbe conoscere doverosamente l?ignaro cliente.

    Arriviamo alla primavera 2010 senza ovviamente né ricevere nessun pagamento e nessuna ulteriore comunicazione dal legale, apprendendo nel frattempo, curiosando sul web (in sedi come questa o molto simili) che già con la finanziaria del 2007, poi ribadito da una legge del 2008,(181/08) tutti i beni dello Stato, dei Ministeri, comprese le contabilità speciali presso le Prefetture (UTG) ecc. quindi anche quelli del Ministero di Giustizia interessato, **NON sono più pignorabili **e pertanto qualsiasi azione esecutiva in tal senso NON può avere soddisfazione.

    Ebbene, ennesima mail al legale per sapere se vi fossero novità in merito ed ennesima risposta di tre righe nella quale asseriva che** stava valutando**, menzionando appunto difficoltà ed impedimenti messi in atto dal Governo a tal proposito.

    Concludeva dicendomi che non appena aveva novità positive individuando conti correnti su cui effettuare il pignoramento, mi avrebbe fatto sapere, NON facendo ovviamente riferimento ad eventuali novità negative.

    Preciso che io NON avevo firmato nessun mandato per un pignoramento ed ingenuamente credevo che "valutare" significasse verificare la fattibilità, ovvero banalizzando, vedere se in banca vi sono i soldi prima di tentare la rapina.

    Sempre tramite ricerche sul web vengo casualmente in contatto con uno studio legale di Roma che nella home page pubblicizza proprio questo tipo di recupero crediti ed a seguito di mail di informazioni mi contatta spiegandomi per filo e per segno la procedura, la fattibilità, la tempistica, i costi a mio carico (solo un anticipo di poche centinaia di Euro ed il resto SOLO se si avrà ragione della richiesta ed in percentuale) ed altro ancora.

    Mi viene spiegato, come del resto già accennato sopra che allo stato attuale l?unica prassi per ottenere tramite pignoramento i crediti vantati dallo Stato è una ben precisa opera di pignoramento tramite la Banca d?Italia di Roma che va ad intaccare conti correnti ben definiti del Ministero Economia e Finanze e null?altro.

    Mi veniva anche detto che gli Avvocati dovrebbero sapere questo e quindi o agiscono in tal senso od altrimenti sarebbe tempo perso.

    Per far questo occorre avere appunto ?copia esecutiva? della sentenza, atto unico ed irripetibile che aveva il legale che aveva seguito la pratica dall?inizio e che non mi aveva più comunicato nulla da mesi e, utile ma NON indispensabile, tutta la documentazione prodotta dallo stesso,** ma soprattutto firmare in copia autentica un "mandato" mai firmato al precedente legale.**

    Forse il precedente legale ha utilizzato l'unico mandato con la mia firma ovvero quello che l'autorizzava ad agire contro il ministero di giustizia per la causa iniziale?

    E' corretta e fattibile tale prassi?

    Ebbene, molto spontaneamente nei giorni scorsi contatto il legale tramite fax, approfittando di sapere se vi fossero novità ed informandolo delle mie intenzioni, precisando che sarebbe stato anche suo interesse venire in possesso di tale somma al fine della liquidazione del suo onorario.

    L?avvocato zelantemente dopo pochi giorni mi invia un fax, dove mi informa (per la prima volta) che l?esito del pignoramento non era andato a buon fine come da verbale del giugno u.s. ( e cosa aspettava a dirmelo??) e che per ricevere ?copia esecutiva? di tale sentenza, avrei dovuto liquidargli quanto dovuto, ovvero, tolte le 300 Euro di anticipo già versate, altri 2100,00 Euro di cui circa** 600,00** solo per l?opera di pignoramento da lui messa in atto.

    Concludeva asserendo che tale somma mi sarebbe comunque stata liquidata dal M.d.G. non appena il pignoramento eventualmente messo in atto dal nuovo legale avesse esito positivo.

    Paradossalmente, NON mi faceva desistere ad intraprendere altre azioni, magari affermando che tutto quanto era possibile l?aveva messo in pratica lui (come si aspetterebbe il cliente che ha riposto fiducia nel propio legale), ma quasi lasciava intendere che ben sapeva di aver tentato un?azione impossibile ed impedita per legge e quindi avrebbe fatto bene l?altro legale ad agire tramite la Banca d?Italia.

    Senza parole!!

    Fatta questa lunga, ma reale nei dettagli ed oggettivamente provabile, cronologia degli eventi succedutesi, dalla sentenza a me favorevole della Corte d?Appello di Torino ad oggi, vorrei porre alcune domande:

    E? prassi, consuetudine, corretta deontologia professionale, ecc. che un legale proceda in una qualsiasi ulteriore azione (nello specifico decreto ingiuntivo) senza informare dei rischi delle probabilità di riuscita e soprattutto dei costi, il proprio cliente che, come da sua sintetica mail, era ancora in attesa di eventuali decisioni in merito e che, come specificato sopra glielo aveva formalmente richiesto?

    Come può un pignoramento avere esito negativo se prima di procedere in tal senso, come riferito dal testo della mail di cui sotto, inviatami si stava provvedendo ad individuare dove attingere prima di agire?

    Testo mail:

    La difficoltà sta nel fatto che il governo negli ultimi mesi ha reso quasi tutti i conti ed i beni del Ministero non pignorabili e, quindi, allo stato anche con altri legali che sono nella nostra stessa situazione stiamo verificando cosa sia possibile pignorabile e dove trovare eventuali conti o beni da sottoporre a pignoramento.
    Appena avrò effettuato tale pignoramento con esito positivo sarà mia cura informarla immediatamente.

    Forse NON me lo aveva comunicato poichè nella mail diceva che lo avrebbe fatto solo in caso di esito positivo?

    Chiaramente le domande di cui sopra potrebbero sembrare banali e scontate per chi ?mastica? la materia o per chi, come il sottoscritto avrebbe dovuto essere informato anche nei minimi dettagli di quello che stava avvenendo, ma purtroppo così non è stato.

    E? un diritto del legale perseguibile eventualmente nelle sedi e nei modi opportuni dallo stesso (che sicuramente, in questo caso saprà fare bene) pretendere il pagamento di quanto disposto dal Giudice della Corte d?Appello di Torino, visto che tale eventualità NON era mai stata discussa né menzionata e sicuramente NON sarebbe venuta fuori se non comunicavo di rivolgermi ad altro legale?

    Come può il legale pretendere circa 600 Euro per un pignoramento che doveva essere mirato a beni/conti effettivamente pignorabili e pertanto con esito sicuramente favorevole ed invece ha avuto esito negativo?

    Premesso che non è mia intenzione NON pagare l?onorario al legale per l?opera da lui prestata, indipendentemente dalla mancata comunicazione in merito, come posso tutelarmi e liquidargli quanto dovuto nei modi e nei tempi che il sistema giudiziario italiano liquiderà il sottoscritto?

    In ultimo, se io lasciassi tutta la documentazione al legale in questione, senza ovviamente poter tentare altro ed aspettando passivamente i tempi ed i modi della giustizia italiana, potrebbe comunque pretendere immediatamente il pagamento del propio onorario?

    Oppure può farlo soltanto giustificato dal fatto che avevdogli proposto di affiadare ad altro legale la gestione della pratica e quindi ritirandogli il mandato il "codice" glielo consente?
    Saluti