• User Newbie

    Passaggio da progetto a partita Iva, conviene (reddito netto)?

    Salve a tutti ho chiesto un po’ in giro e letto il forum, ma non ho trovato quello che cercavo

    Attualmente lavoro con un contratto a progetto, ma mi è stato proposto da due differenti committenti di lavorare per loro come libero professionista, titolare di partita iva. Nel primo caso, l’importo che mi darebbero annualmente sarebbe superiore al limite previsto per i regimi agevolati(cioè 30.000 euro), nel secondo invece no(però sono comunque indeciso visto che questo secondo lavoro mi piace di più).
    Ora, quindi, devo scegliere se continuare col progetto in vista di una futura assunzione (però non sicura), oppure iniziare l’attività di libero professionista.

    Quello che mi sto chiedendo è: se passo alla partita iva quali sono gli oneri che devo calcolare (e come) per capire quale sarà il mio netto mensile, tenuto conto che non credo di avere diritto a particolari deduzioni o detrazioni visto che non ho figli, non sono sposato, ecc.
    Vorrei capirlo per evitare, passando alla partita iva, di ricevere un lordo pari o maggiore a quello mio attuale, ma un netto inferiore. Insomma non vorrei perderci col passaggio visto che dovrei lavorare anche molto di più.

    Fino ad ora ho capito che:

    • la partita iva si apre e si gestisce senza costi;
    • rispetto all’iva io sono neutrale perché me la versa di fatto il committente (visto che la mia fattura sarà Tot+iva)

    Detto questo, come faccio a calcolare l’irpef, le quote contributive inps**(nel mio caso cassa forense**,visto che sono lavorerei come avvocato) e gli altri oneri?


  • User Attivo

    L'Irpef si applica allo stesso modo anche in caso di reddito da lavoro autonomo. Infatti tutti i redditi che vengono percepiti in un anno devono confluire nella dichiarazione dei redditi, e anche se ogni tipo di reddito ha un quadro diverso (RC, RE, RG, RH, ecc.) il totale complessivo viene comunque indicato nel quadro RN per il calcolo delle detrazioni e dell'imposta dovuta.

    Una differenza a questo discorso generale esiste nel caso di adesione ad un regime fiscale agevolato, come quello dei contribuenti minimi oppure delle nuove iniziative, che hanno aliquote sostitutive rispettivamente del 20% e del 10%.

    Nel caso in cui scegliessi di lavorare con p.iva dovresti valutare quindi più che altro la possibilità (se hai i requisiti) e la convenienza in termini di imposte che andrai a versare con l'uno piuttosto che con l'altro regime agevolato.

    L'Iva come hai detto giustamente è una imposta neutrale, che impegna + che altro in termini burocratici e di costi per commercialista.
    Per quanto riguarda i contributi previdenziali possono essere la nota dolente in quanto come lavoratore dipendente non si "notano" quasi in quanto trattenuti dal datore di lavoro. Con p.iva dovresti essere soggetto alla cassa professionale degli avvocati, il cui importo annuo non conosco.

    Saluti