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Perito assicurativo e INPS
Salve a tutto il forum.
Sono in procinto di avviare la professione di perito assicurativo dei rami elementari, quindi niente natanti e circolazione stradale; quindi niente albi, ruoli o altro.
Da un controllo rapido che ho effettuato, risulterebbe che il codice attività per l'apertura della partita Iva sarebbe, stando all'Ateco 2007, il n. 66210, relativo a "Agenti, periti e liquidatori indipendenti delle assicurazioni".
Attualmente non ho partita IVA aperta, avendo chiuso un negozio del quale ero socio nel dicembre 2009.
Avrei alcune domande a livello previdenziale e fiscale, sperando possiate aiutarmi a fare un pò di chiarezza in merito.A livello previdenziale ho fino ad oggi accumulato dodici anni di versamenti nella finestra commercianti; l'attività di perito verrebbe svolta come autonomo che fattura allo studio peritale, a sua volta fiduciario diretto di una serie di compagnie.
Sono stato questa mattina all'Inps ma, come sospettavo, non sono stati in grado di darmi risposte precise (lo so, ha dell'allucinante ma così è).
Informandomi presso altri periti, è risultato che molti sono architetti, ingegneri, ecc. quindi hanno una cassa obbligatoria di appartenenza nella quale versano l'INPS.
Nel mio caso, temo non esista alcunchè e, se non ho capito male, dovrei finire nella gestione separata.Qualche domanda:
All'Inps mi hanno detto che se la strada obbligata dovesse essere proprio quella della gestione separata (come secondo loro dovrebbe appunto essere, dopo avergli speigato l'attività e non ravvisando a loro giudizio gli estremi per una attività d'impresa) è possibile unire le anzianità contributive acquisite nei due "segmenti" una volta giunti all'età pensionabile ma solo economicamente. In altri termini l'anzianità contributiva ripartirebbe da zero (è come se lavorassi per la prima volta da oggi) ai fini del raggiungimento dell'età pensionabile, mentre in termini di soldi i dodici anni INPS non verrebbero persi.
Potete confermarmi questa informazione?Leggo che l'INPS della gestione separata prevede una percentuale del 26,72 sul reddito dichiarato ma con un minimale di e 3? 3830,05 per l?anno 2010 (26,72% di ? 14.334,00). Come a dire che se di fatto il reddito è sotto i ?1.194,5 mensili, in pratica non viene accreditato l'intero anno previdenziale ma solo in proporzione al versamento realmente effettuato.
E' corretto?Aderendo al regime dei minimi, se quanto al punto 2 è vero, in pratica potrei non arrivare spesso ad avere l'anno previdenziale pieno, atteso che il fatturato medio previsto dovrebbe aggirarsi intorno ai 2.000 euro mensili e una volta dedotti il 26,72% Inps e il 20% di ritenuta, dovrebbe aversi un netto intorno al 50% del fatturato; certo, la percentuale si ridurrebbe una volta inseriti i costi (e tra questi ci sarebbe anche quanto versato a titolo previdenziale) ma ad occhio mi pare non ci sia molto margine per arrivare ai 1.200 di reddito per il riconoscimento contributivo pieno!
In altri termini, in regime dei minimi, una volta tolti tutti i costi, compreso l'INPS, non si deve comunque andare sotto un reddito netto di ? 14.334,00 per avere l'anno ascciurativo pieno.
E' così? Perchè se così è sembra profilarsi un bel problema previdenziale, soprattutto per il fatto di non poter proseguire nella finestra commercianti.Di dubbi ne avrei altri, ma per ora direi che se poteste aiutarmi con questi già è molto!
Grazie anticipate.
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Salve copperfield
cerco di risponderti per punti cercando di essere più chiara possibile.- ai fini pensionabili i 12 anni di versamenti eseguiti rientrano nel computo del raggiungimento dei famosi 35 anni di contributi minimi da versare. Tuttavia la gestione separata legata alla tua attività professionale non coincide con quella dei commercianti e quindi per questo che forse ti hanno detto che devi ricominciare da zero.
2 - Il contributo dovuto alla gestione separata come professionista non ha un minimale su cui calcolare i versamenti inps. Per converso fissa il l'imponibile massimale che per l'anno 2010 in ? 92.147,00 ([URL="javascript: documentLink('R5EE2AD31E9C3244-EFL')"]Circ. INPS 2 febbraio 2010 n. 13) - per la terza domanda non sussistendo il limite dei 14.320,00 euro previsto per le categorie appartenenti alla gestione separata commercianti ed artigiani puoi dichiarare qualunque reddito.
- ai fini pensionabili i 12 anni di versamenti eseguiti rientrano nel computo del raggiungimento dei famosi 35 anni di contributi minimi da versare. Tuttavia la gestione separata legata alla tua attività professionale non coincide con quella dei commercianti e quindi per questo che forse ti hanno detto che devi ricominciare da zero.
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ciao siantona e grazie per le risposte, dal cui tenore capisco però di non essermi spiegato correttamente.
Provo ad esplicitarmi diversamente, andando sempre per puntise i 12 anni contano ai fini del raggiugimento dei 35 minimi, vuol dire che in gestione separata me ne basterebbero 23 per accedere alla pensione. Ma allora non sarebbe vero che ripartirei da zero come invece mi hanno detto, specificando proprio questo passaggio.
Lo so che non c'è un minimale e che quindi verso all'INPS in funzione di quanto sarà il reddito. Se fatturo poco, verso poco ma mi accumulo poco. Certo, non esiste un contributo fisso da pagare che si fatturi o meno, ma se alla fine dell'anno ho comunque un reddito dihchiarato inferiore ai 14.334, non avrò comunque il 100% dell'anno contributivo riconosciuto, dal momento che l'INPS questo 100% lo riconosce solo allorquando si siano versati almeno ? 3830. Il che significa che si iniziano a perdere preziosissimi mesi ai fini del raggiungimento dei 35 anni! Sono in errore?
certo, dichiari quel che hai tolti tutti i costi. Ma ai fini esclusivamente previdenziali, torniamo al discorso del punto precedente. Per la pensione ti accumuli ancora meno che da commerciante, che di per sè è già una pensione ridicola. Sbaglio?