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indagini e iscrizione registro indagati
Salve e complimenti per il sito! Volevo chiederVi una delucidazione: E' legale che una denuncia venga iscritta nel registro degli indagati dopo quasi un anno?
Una volta avvenuta l'iscrizione partono le indagini, oppure possono avviarsi anche prima e poi procedere all'iscrizione?
Vi ringrazio tutti buona giornata!
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@korky said:
Salve e complimenti per il sito! Volevo chiederVi una delucidazione: E' legale che una denuncia venga iscritta nel registro degli indagati dopo quasi un anno?
Una volta avvenuta l'iscrizione partono le indagini, oppure possono avviarsi anche prima e poi procedere all'iscrizione?
Vi ringrazio tutti buona giornata!Non so se sia legale. Di certo tra il codice e la prassi concreta esiste uno iato che crea una significativa sperequazione, rispetto alla procura in posizione dominante, a danno del cittadino "impigliato" in un procedimento penale: i tempi della procura si dilatano secondo la convenienza della stessa, mentre all'indagato o all'imputato non sono concesse proroghe nemmeno quando essa sarebbe ragionevole (per esempio quando approssimandosi il quindicesimo giorno dall'emissione di un decreto penale di condanna - notificato, fra l'altro, a quattro mesi di distanza dal suo deposito e a due anni dall'apertura del procedimento penale... -, ovvero la scadenza oltre la quale esso, se non opposto, diverrebbe esecutivo, l'imputato trova deserta la cancelleria presso la quale intende depositare l'opposizione, per dirne una).
Sorvolo sulle tortuosità e le inefficienze parossistiche (errori marchiani e inspiegabili di cui nessuno risponde, smarrimenti di verbali) della burocrazia delle cancellerie che vessa il cittadino inerme e vulnerabile ridotto in una posizione subordinata, nella quale mai avrebbe pensato di potersi trovare.
L'iscrizione del nome dell'indagato può seguire persino di un anno e mezzo l'apertura del procedimento penale. In questo caso, pur essendo stata fatta all'indagato l'elezione del domicilio a tempo debito, ovvero un anno e mezzo prima (cioè contestualmente all'apertura del procedimento penale), la durata delle indagini preliminari decorre con un posticipo che nel frattempo aveva invece indotto l'indagato, ignaro dei magheggi della procura, a credere che, non essendogli stata notificata alcuna proroga, vi fosse stata quell'archiviazione che il difensore fin da principio aveva considerato plausibile.
La "procura", il regno della discrezionalità, è una specie di luogo mitico interessato da una sfasatura temporale fiabesca: l'indagato non può calcolare alcunché; i sei mesi di cui parla il codice, in realtà concetto elastico, possono essere lettera morta e aggirabilissima.
L'indagato non può così esercitare il sacrosanto diritto di difesa: la notifica della proroga e la comunicazione degli addebiti (capita che si sappia per quali vicenda si è indagati, ma non le ipotesi di reato, non immaginabili neppure da parte del difensore che si è stati costretti a nominare e remunerare e al quale si è raccontata la vicenda) gli permetterebbero quanto meno di elaborare una memoria difensiva pertinente. E comunque sia dopo tanto tempo diventa tutto più difficile.
Purtroppo nel nostro paese dei problemi seri che investono l'amministrazione dell'(in)giustizia non si può parlare, perché il dibattito in merito è monopolizzato e distorto dal noto personaggio che guida il governo; mentre le inefficienze e i comportamenti disinvolti sono dolorosamente sofferti dai poveri cristi, non certo dalle alte sfere che riescono bellamente ad eluderli.
Un incubo convenzionalmente, e assai impropriamente, chiamato giustiza. Kafka puro.
In bocca al lupo!
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Nel post precedente mi sono limitato alla procedura, se dovessi entrare nel merito delle valutazioni e delle decisioni, e della loro "equità" ed "equanimità" si riaprirebbero ferite che preferisco ignorare... Tanto non ci si può fare niente, tocca subire...