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    Denunciare un medico

    Salve,
    il primo di giugno mi sono recata da un neurochirurgo per una visita per ernia cervicale, dopo essermi ampiamente documentata sulle varie possibilità di intervento, e qui il medico dopo aver guardato la RM mi ha consigliato l'intervento mettendo per iscritto il referto e subito dopo mi ha chiesto se volevo essere operata presso il suo ospedale di cui lui è il direttore. Mi ha detto che mi avrebbe operata praticando un buco dove passavano i microstrumenti per asportare l'ernia e che non avrei avuto punti. Io avevo con me un foglietto su cui avevo annotato i tre tipi di intervento a cui avrei detto di si e quindi in ordine gli ho domandato se si trattava dell'uno o dell'altro..., lui ai primi due ha detto di no e che era un intervento ancora meno invasivo e quindi quando ho menzionato la discectomia percutanea endoscopica ridendo ha detto di si e che si trattava di microdiscectomia. Mi ha detto che sarei stata operata in un paio di settimane e quindi visto che era l'intervento che avrei voluto fare e che i tempi di attesa erano minimi, senza esitazione ho accettato e dato i miei dati perchè il medico stesso si sarebbe occupato del prericovero e quindi dovevo solo aspettare una telefonata. L'ospedale mi ha chiamato e dato appuntamento l'11 giugno per il prericovero. Mi sono presentata e fatto tutti gli esami di rito e non appena rientrata a casa ho ricevuto la telefonata dell'ospedale che mi diceva che l'intervento era fissato per la mattina del 14. Arrivata lì sono stata preparata per l'intervento e operata. Il 16 venivo dimessa e solo allora venivo a conoscenza di avere dei punti e letta la lettera di dimissioni rimanevo sconcertata nel leggere che mi era stato posizionato un cage in peek e una placca e viti in titanio. Ignorando cosa fosse un cage, non appena a casa ho cercato su internet e subito è stato tutto chiaro: il professore mi aveva praticato un intervento di microdiscectomia a cielo aperto e non endoscopico come mi aveva detto. E' stato terribile venire a conoscenza che a mia insaputa mi avesse praticato un intervento che non avrei mai fatto e a cui non ero piscologicamente preparata. Ora sono piena di dolori e dovrò stare a riposo per più di un mese quando invece sarei dovuta stare da subito bene e riprendere immediatamente la mia vita normale con l'altro tipo di intervento. Sono piena di rabbia e emotivamente distrutta, non riesco a capacitarmi che una persona con tali titoli e responsabilità possa agire a questo modo per reclutare pazienti presso il propio ospedale, perchè è questo quello che penso che faccia: propina un intervento veloce e non invasivo e in tempi brevi, allettando il povero sofferente e poi in ospedale opera secondo la prassi comune. Il mio convivente ieri è riuscito a raggiungerlo telefonicamente per avere spiegazioni ma lui si è defilato senza ascoltarlo e passando la chiamata ad un altro medico che restando sorpreso ha detto che quello è il modo di intervenire per l'ernia normalmente nel loro ospedale e che trovasse strano che al prericovero nessuno mi avesse avvertita di come si sarebbe svolto l'intervento. Durante la mia degenza ho visto tre volte il professore passare come un fulmine per dirmi prima che l'intervento era a ndato bene, poi per sapere come stavo e infine per dirmi che mi dimettevano. Ora io non voglio che la cosa finisca qui e che a pagarne le conseguenze sia solo io, ma non so cosa posso fare visto che non ho le possibilità economiche per rivolgermi ad un avvocato e quindi vi prego di farmi sapere se c'è modo di sporgere denuncia senza mettere di mezzo un avvocato. Sperando di ricevere presto una risposta vi ringrazio per l'attenzione e il tempo dedicatomi.
    MARIA ROSALBA


  • User

    Ciao in questi casi serve non solo un avvocato, ma anche un medito che valuti che danno hai effettivamente subito;
    però puoi fare una cosa:

    1. controllare bene a cosa ai dato il consenso, anche in sede di anestesia.
    2. predisporre un documento/lettera con tutti i dati e nomi, eventuali testimoni, anche familiari e inviare questa lettera al Tribunale del Malato dell'Ospedale, al dirigente sanitario dell'ospedale e ai Carabinieri/Procura come esposto.
      Anche in questo caso è comunque opportuno rivolgersi ad un Avvocato.
      Ciao
      Lucbello