• User Newbie

    dipendente società in house e socia di srl

    Sono quadro di un'azienda a capitale interamente pubblico e partecipo come socia ad una srl che svolge un tipo di servizio completamente diverso da quello dell'azienda di cui sono dipendente.
    Nella srl i soci sono tre con quote paritarie: uno è amministratore unico. Vorremmo poter retribuire il maggior lavoro di chiunque di noi rispetto agli altri. Provo a spiegarmi meglio: ci sono attività, misurabili e quantificabili, che non sempre vengono svolte in quantità simili da noi tre soci. Vorremmo poter retribuire per questo maggior lavoro i soci che, alle nostre verifiche quadrimestrali, risultino aver lavorato di più. Come possiamo fare? La nostra commercialista ci suggerisce di stipulare dei contratti di collaborazione occasionale con quel/quei socio/soci che vanno retribuiti, al fine di rendere la distribuzione degli utili finali effettivamente equa.
    Cosa mi consigliate di fare?


  • User Attivo

    I soci possono essere dipendenti o co.co.pro. della Srl, oppure fatturare con partita Iva. Ogni scelta comporta dei costi che indubbiamente sono più elevati nel caso di rapporto di lavoro dipendente. Un po’ meno per i co.co.pro. Per la P. Iva occorre valutare i costi/benefici. I primi due non sono deducibili Irap.
    La collaborazione occasionale ha il limite del compenso che può essere fino a € 5000 annuali, per max 30 giorni e con unico committente. Sicuramente è la meno costosa e la meno impegnativa.
    Saluti.


  • User Newbie

    Grazie della risposta, chiara ed esauriente.
    A presto
    Sandra MARTA


  • Bannato User Attivo

    La collaborazione occasionale non ha limiti precisi, quella da te riportati sono solo limiti validi ai fini previdenziali.


  • User Attivo

    Preciso quanto segue in quanto avevo ritenuto che il quesito fosse inteso ad limitare eventuali costi aggiuntivi contributivi.
    Per lavoro autonomo occasionale occorre distinguere tra effetti ai fini fiscali ed ai fini previdenziali.
    Ai fini fiscali viene definito come tale il lavoro autonomo non esercitato in forma abituale. Il fisco non pone limiti all’importo, ma se si supera l’importo di € 5000 scatta l’obbligo di versare, sulla parte eccedente, il contributo Inps del 26,72%.
    E’ a rischio del contribuente dichiarare un elevato reddito di lavoro occasionale con ricorrenza quadrimestrale e per di più con una azienda della quale si è soci.
    Il consistente superamento di questa soglia congiunta alla cadenza periodica dei pagamenti potrebbe far rientrare tale compenso nelle co.co.pro. con conseguente dichiarazione a Ufficio di collocamento, Inps, Inail, F24 per imposte e contributi, ecc. come se si trattasse di un dipendente.
    L’uso corretto del lavoro occasionale, per limitati importi, non comporta rischi.
    Cordiali saluti