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    Buongiorno a tutti.
    Chiedo un consiglio su come comportarmi.
    Spiego:
    I miei genitori sono deceduti, mamma nel '95 e papà nel 2008, avevano fatto testamento entrambi prima che mia madre morisse e ognuno lasciava all'altro il diritto di usufrutto. L'eredità è formata solamente da un palazzetto con 2 abitazioni, catastate con unica particella e sub diversi. Il testamento di mia madre lasciava il suo 50% di propietà a 2 dei 4 figli una abitazione, mentre l'altra la lasciava a tutti in parti uguali, ed essendo deceduta nel '95, questa sua decisione non è più impugnabile essendo passati più di 10 anni.
    Il testamento di papà era, almeno da come mi disse lui, uguale a quello di mamma ma, nel 1998, lo cambiò. Alla sua morte, alla lettura presso lo studio notarile, praticamente rimette tutto in pari, cioè il suo 50% di proprietà per quanto rigurda una abitazione lo lascia agli alri 2 eredi, mentre per l'altra abitazione lo lascia a tutti in parti uguali.
    Decidiamo di vendere queste abitazioni, e riusciamo, al momento, a vendere solo l'abitazione dove siamo tutti in parti uguali e con la mia approvazione.
    L'altra abitazione siamo in procinto di venderla, avendo trovato un acquirente, ma una del gruppo sta facendo le "bizze". Chi scrive è uno dei 2 eredi esclusi dalla abitazione (di cui mio padre), e pur sapendolo, non ho voluto fare problemi per la potenziale impugnazione testamentaria in quanto ritenevo comunque giusto, dividere tutto in parti uguali a prescindere dai vari problemi che avevamo avuto in precedenza, ma visto che questo erede fa un pò il "cafone", volevo chiedervi:
    posso impugnarlo ora il testamento? Visto che ho firmato per la vendita dell'altra abitazione è come se avessi accettato in toto la successione, e quindi non posso impugnare? Oppure posso, richiamando la lesione di legittima, visto che nell'abitazione in procinto di vendere, io sono danneggiato rispetto agli altri 2?
    Grazie anticipate
    un saluto
    glen grant