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Dieci piccoli indiani - Agatha Christie
Dieci persone, per lo più sconosciute l'una all'altra, vengono attirate su uno scoglio sperduto nel mare ed isolato dalla terraferma. Alloggiati insieme in un grande complesso, i convenuti restano stupiti ed inquietati da una strana poesiola che decora i muri di ogni camera da letto.
La filastrocca parla di dieci poveri negretti che, uno dopo l'altro in una macabra sequenza, vengono ghermiti dalle grinfie del Destino e scompaiono in modi irreali e fantasiosi.
Una volta riuniti a tavola per la cena inaugurale di quella che promette di essere una placida vacanza, gli ospiti vengono gelati dal suono di un grammofono nascosto, dal cui amplificatore la voce di uno sconosciuto misterioso inizia a snocciolare accuse di reati gravissimi - tutti omicidi - dei quali ciascuno si sarebbe macchiato in passato.
Il fatto che nessuno di loro sia finito in carcere o sia mai stato indagato (troppo labili le prove, troppo deboli gli scenari accusatorii) non li dispensa dalla condanna, che è identica e irrevocabile per tutti: morte.
Appena qualche ora dopo, un ospite viene trovato privo di vita, in una cornice che ricorda molto il primo decesso evocato dai versi sui muri...
Questo l'inizio di un classico assoluto della letteratura gialla: l'eccelso Dieci piccoli indiani (in origine: Ten Little Niggers, 1939), scritto dalla celebrata Agatha Christie (1890-1976), che in questo anomalo esempio di romanzo supera sé stessa e spinge il mistero oltre il suo confine naturale.
Ciascuno dei protagonisti, superbamente delineati, è allo stesso tempo vittima e carnefice, sospettato e indagatore, condannato e carceriere di tutti gli altri, in un gioco di intrecci e di tradimenti continui; i colpi di scena si susseguono senza posa, sfociando in un pirotecnico finale che scioglie i nodi ma non mette a tacere la curiosità del lettore.
La domanda classica del filone "giallo", ovvero quel "Chi è stato?" reso celebre dai vari Hercule Poirot, Sherlock Holmes, Nero Wolfe e Miss Marple, qui assume connotati metafisici, quasi fantastici, mentre i sempre meno numerosi abitanti della casa si lanciano all'inseguimento di una mano omicida invisibile e sfuggente.
Ritmo incalzante, prosa scorrevolissima ed eccellente qualità letteraria caratterizzano un testo immortale ancora oggi attualissimo (quasi profetico, se si pensa a tutti i reality con meccanismo ad eliminazione), che in un labirinto di false piste e maschere cadute ci mostra il volto meno nobile dell'abiezione umana.
Straordinario e immortale, ad oggi ancora insuperato.
Nota: La scheda è basata sul testo:
Christie, A.: Dieci piccoli indiani. Oscar classici moderni. Arnoldo Mondadori, Milano, I ed., Febbraio 1994. Titolo originale: Ten Little Niggers (1939); traduzione di B. Della Frattina.