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- Movimento franoso - a chi chiedere i danni?
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Direi che quanto ipotizzato vada bene.
Verificherei per scrupolo se vi possa essere una eventuale corresponsabilità di enti pubblici.
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Concordo con Cesarini.
Una eventuale missiva mandata alla Provincia per conoscenza non guasterebbe.
Del pari riterrei opportuno indicare anche un termine di "messa in mora" entro il quale eseguire o far eseguire i lavori (la classica frase standard: Valga la presente ad ogni fine ed effetto di legge nonché quale formale messa in mora e quale atto di interruzione della prescrizione)
In difetto sarà costretto ad agire giudizialmente.
Cordialmente.
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@avvocatorobertopozzi said:
Concordo con Cesarini.
Una eventuale missiva mandata alla Provincia per conoscenza non guasterebbe.
Del pari riterrei opportuno indicare anche un termine di "messa in mora" entro il quale eseguire o far eseguire i lavori (la classica frase standard: Valga la presente ad ogni fine ed effetto di legge nonché quale formale messa in mora e quale atto di interruzione della prescrizione)
In difetto sarà costretto ad agire giudizialmente.
Cordialmente.Egr. Avvocato, sperando di non violare le regole del forum, mi permetto di chiedere un chiarimento a Lei che mi aveva già consigliato in merito.
Ho inviato prima lettera "soft" tramite raccomandata al propietario, informandolo dei fatti, ritenendolo responsabile dei danni e del ripristino delle normali condizioni di sicurezza, invitandolo a provvedere quanto prima alla cosa.
Essendo attualmente lo stesso in Inghilterra, l'ho anche informato telefonicamente e, perlomeno a parole, ha assicurato che dopo l'epifania avrebbe mandato qualcuno a vedere e/o provvedere in merito.
Di professione sono un Vigile del Fuoco, quindi situazioni analoghe e ben peggiori, specialmente in questi tempi e nella mia zona ne vedo parecchie ed in qualità di Capo Squadra ed UPG, ne verbalizzo a decine.
I relativi verbali a seguito di intervento dei privati hanno un seguito (fax a Province, Comuni, ecc) qualora il pericolo incomba sulla pubblica incolunità od anche in maniera palese su privati, ovvero ad esempio compromettano la stabilità del'abitazione, l'accesso alla stessa, ecc.
In questo caso si tratta interamente di proprietà private e la zona interessata dal movimento franoso e dal muro pericolante (verificato dopo inserimento del post inziale ma evidenziato nella raccomandata inviata) non è relativa ad un camminamento, ovvero un area di passaggio degli stessi (genitori) per accedere all'abitazione ma più semplicemente è limitata a campi con ulivi e qualche vigna.
Pertanto a parte il disagio di questi metri cubi di terra che invadono gli stessi e che hanno divelto la recinzione ed il muro alto circa 2 metri, potenzialmente pericolante e con rischio di caduta sempre all'interno della propietà di mio padre, in tutta franchezza, sarà deformazione professionale, ma un pericolo imminente NON sussiste almeno chè, mio padre non transiti nel suo campo posto sotto il muro e questo cade in qual preciso momento.
Detto questo e sperando di essere stato chiaro, ribadendo che l'eventuale intervento dei VV.F. (mio) del Comune o di qualsiasi altro Ente a mio avviso nel caso specifico è fuori luogo, se alla mia lettera NON vi sarà un seguito, come dovrei comportarmi?
Senza nulla togliere alla Sua professione, possibile che in questo Paese chi si trova danneggiato a causa di terzi, per far valere le sue ragioni debba per forza rivolgersi ad un legale, anticipando le eventuali spese e NON avendo certezza sull'esito della pratica e soprattutto sui tempi dell'eventuale causa?
Con ciò NON mi voglio fasciare la testa prima di romperla, ma considerato che mio padre è un ex operaio in casa di propietà costruita con i sacrifici di una vita ed il propietario dei terreni incriminati di abitazioni e di denaro ne ha da vendere, la cosa mi preoccupa, poichè, senza generalizzare, tali persone, all'atto pratico, potrebbero disinteressarsi più di altre dell'accaduto.
In conclusione, qualora nei prossimi giorni NON vi siano sviluppi positivi nella vicenda, cosa mi consiglia?
Cordiali saluti
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Premetto che NON cerco una risposta ad ogni costo, postando nuovamente, ma solo informare anche per utilità di chi legge sugli sviluppi della vicenda e magari ottenere qualche consiglio:
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la danneggiante, per ora almeno a parole, si è fatta carico di eliminare i vari mt. cubi di terra che incombono nella propietà di mio padre
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per il danno che la stessa ha provocato (recinzione divelta) ha demandato la sua assicurazione
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la stessa ha inviato perito per foto dopodichè** ha dichiarato la propria estraneità in merito**, in quanto i danni procurati da smottamenti, cedimenti, movimenti franosi in genere, indipendentemente dalle condizioni meteo avverse o meno, NON rientrano nelle condizioni di polizza
Ora la domanda:
Sperando che la proprietaria dei terreni che hanno procurato tale danno si occupi di eliminare almeno la terra, qualora NON intenda ripagare il danno procurato, sia perchè l'assicurazione NON lo copre, sia perchè imputasse lo stesso NON a propria responsabilità ma a condizioni meteo avverse (che effettivamente hanno insistito per giorni sul territorio provinciale facendo danni ingenti a destra e manca) è cmq responsabile e quindi un eventuale azione legale la indurrebbe a farsi carico dello stesso, oppure NO?
Qualche consiglio?
Grazie
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Gentile Firefox,
concordando con quanto sopra evidenziato dal collega e facendo seguito al suo quesito Le evidenzio che nei confronti del proprietario da cui la frana è partita Lei potrà sicuramente agire legalmente attraverso le azioni che il Codice Civile prevede a tutela della proprietà e del possesso e attraverso procedimenti cautelari (ovvero che hanno una durata minore rispetto a quelli ordinari) di urgenza specificamente previsti dal nostro ordinamento.
Nel caso di soccombenza dell'altra parte (ovvero nel caso in cui venga accertato il suo diritto nei confronti dell'altra parte) il Giudice potrà condannare la parte convenuta al pagamento delle spese legali.
Mi permetto di consigliarLe la strada giudiziale atteso che in queste situazioni purtroppo difficilmente la soluzione si trova in fase stragiudiziale.
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@Avv. Luciano Cdi said:
La ringrazio della risposta.
NON mi è chiaro se posso agire legalmente anche qualora il danneggiante provveda ad eliminare la terra accumulatasi e quindi il potenziale pericolo, chiedendo i danni per il rifacimento della recinzione, oppure possa farlo solo qualora il danneggiante NON elimini nemmeno tale pericolo.
Saluti
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potrà agire in entrambi i casi ma con strumenti processuali diversi, ovvero:
se l'altro non elimina lo stato di pericolo con un procedimento cautelare che miri innanzitutto alla rimozione dello stato di pericolo;
se l'altro elimina lo stato di pericolo con un normale procedimento per risarcimento dei danni che Le sono stati provocati fondato sull'art. 2043 e 2051 c.c..
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@Avv. Luciano Cdi said:
se l'altro elimina lo stato di pericolo con un normale procedimento per risarcimento dei danni che Le sono stati provocati fondato sull'art. 2043 e 2051 c.c..
L'ipotesi più verosimile è questa, ma rimane il fatto che il danneggiante imputerà la causa dei danni a condizioni meteo avverse e persistenti (che poi è la realtà) che hanno provocato danni in tutta la provincia e non a propria incuria o cattiva manutenzione dei terreni (canalizzazione di scolo acqua inesistente).
Potrebbe uscirne "indenne" nell'ipotesi di cui sopra?
Saluti
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dipende....
Nell'ipotesi di domanda risarcitoria ex art. 2043 (responsabilità extracontrattuale) l'attore deve provare di aver subito un danno ingiusto dal comportamento di altri soggetto (commissivo od omissivo).
Ovviamente l'attore ha l'onere della prova di dimostrare che tra il comportamento del danneggiante e l'evento vi sia stato un nesso di causalità.
Spetterà poi al convenuto dimostrare che tale evento è dipeso non dalla propria volontà o sfera di controllo ma da un evento terzo avente una causa efficiente autonoma.
Stessa cosa vale per la responsabilità ex art. 2051 c.c. ovvero i danni causati da cose in custodia (in questo caso il fondo di proprietà del suo vicino)...l'attore proverà il danno ed il nesso di causalità mentre al convento spetta l'onere della prova di dimostrare che l'evento non è dipeso da lui.
In entrambi i casi la controparte non se la può cavare dichiarando che l'evento è dipeso da fenomeni atmosferici a lui non addebitabili ma dovrà dimostrare di aver messo in atto tutte le opere necessarie ad evitare l'evento utilizzando la giusta prudenza.
La circostanza che magari il Vostro territorio è soggetto a tali fenomeni periodici potrebbe essere a suo facore in quanto avrebbe dovuto spingere l' altra parte ad utilizzare una prudenza ancora maggiore nel gestire il proprio fondo.
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Salve, trascorsi 5 mesi dall'evento e dal relativo post, volevo ragguagliarvi sugli sviluppi e magari avere qualche ulteriore consiglio sul modus operandi futuro.
La terra è stata eliminata, ma la proprietaria NON intende pagare il rifacimento della recinzione, poichè a suo dire se NON la paga l'assicurazione perchè deve pagarla lei?!
In base ai vari consigli precedenti, se voglio risolvere la questione, immagno mi debba rivolgere ad un legale giusto?
Il giudizio avverrà a cura del Giudice di Pace o del Giudice ordinario?
Grazie