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ricevuta senza partita iva e dichiarazione redditi
Ciao a tutti, sono nuovo del forum.
Ci tengo a precisare che non riguarda la mia esperienza personale.
Volevo sapere come ci si deve comportare nel caso in cui non avendo partiva IVA si emettono ricevute fiscali (es. 5-6) annue per un importo naenche di 9.000 euro accollando il 20% della ritenuta al cliente pagante.
E' già quello sufficiente per essere a posto con il fisco o bisogna anche fare la dichiarazione dei redditi?
Grazie a tutti
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Come dice giustamente Criceto, se non fornisci delle info in più sarà impossibile capire e pertanto darti una risposta adeguata.
In ogni caso ho la sensazione che ci sia lassolutamente l'obbligo di dichiarazione dei redditi.
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Scusate! Si, intendevo come dice criceto ricevute generiche per prestazioni occasionali.
Ma se tali clienti pagano (si accollano) gia' il 20% in piu' non si dovrebbe essere a posto? visto anche l'ammontare annuo che e' basso....(meno di 9.000)
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Però ci sono dei limiti ben precisi per poter applicare la fattispecie della prestazione occasionale
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Addirittura a credito?? Mi pare quindi di capire che conviene appunto farla (la dichiarazione) per avere del credito di imposta e non per essere regolari con il fisco, quindi non e' obbligatoria nel caso appunto citato, non si dovrebbe correre in sanzioni, sbaglio?
O perlomeno lo diventa (obbligatorio) quando si superano i limiti che accennava xman3, sbaglio? Quali sono, quindi, questi limiti?
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Mi sono informato e in sintesi ho visto che c'e' un Testo Unico per chi ha partita IVA e un Testo Unico Mini per chi non ce l'ha.
Il secondo e' piu' semplificato rispetto al primo.Mi sono letto tutte le istruzioni e visto i relativi spazi da compilare. Il tetto max e' di 2.800 e rotti euro superati i quali bisogna dischiarare.
Quindi in sintesi: superato il tetto massimo subentra l'obbligatorieta' della dichiarazione, a cui faranno seguito il pagamento delle tasse in base a quanto guadagnato in un anno in relazione ad un tetto max di guadagno.
E qui entra la mia domanda. Qualcuno sa quant'e' il tetto max? 8.000 euro?5.000 euro?
E poi vorra' ben significare qualcosa il fatto che il cliente pagante si accolla il 20% della ricevuta.Non sono gia' tasse che paga lui queste?
Grazie a tutti, se c'è qualche commercialista sul forum o qualche esperto che mi possa rispondere o correggere a castronerie dette...:)
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Grazie mille criceto!:) Seguiro' i tuoi consigli e appena sentito un commercialista ti/vi faro' sapere.
Grazie ancora per la risposta esaustiva (dammi pure del tu comunque..;):))
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Criceto, rileggendo la tua risposta mi e' venuto un dubbio sul punto 3 che menzionavi.
Riguardo i costi ''inerenti'' il lavoro o la prestazione effettuata cosa intendi esattamente? Da come lo dici sembra che ci siano sempre questi costi da sottrarre, ma nel caso di un insegnante, per esempio, che presta il suo servizio occasionalmente appunto, che costi ha da sottrarre? Nessuno immagino....no?
E quindi non e' detto che si andra' a credito.....
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Grande Emanuele...sei veramente esperto (come dice giustamente il tuo Avatar...:))
Che tu sappia (ricollegandomi al punto 1 della tua risposta) sai se esiste un criterio con il quale si possa definire se queste prestazioni siano appunto "occasionali" e non costituiscano un lavoro abituale? Cioe' esiste una soglia (un criterio, un parametro) oltre la quale si parla di lavoro abituale?
Esempio dopo 5,10,25,50 ricevute diventerebbe abituale? Chiedo....(è per quello che mi veniva in mente un tetto max di euro.....)
((Ci tengo a precisare che questo non e' il mio caso personale.))