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- Decreto Romani: video tutorial e guide
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Da sviluppoeconomico. gov . it nell'approfondimento relativo al decreto:
Viene chiarito a quali servizi audiovisivi deve essere applicata la disciplina prevista dalla Direttiva, con un elenco dettagliato delle attività escluse (tra cui i siti Internet tradizionali, come i blog, i motori di ricerca, versioni elettroniche di quotidiani e riviste, giochi on line).
Inoltre leggendo il decreto, all'art 4:
Non rientrano nella definizione di "servizio di media audiovisivo":
[...]- ogni forma di corrispondenza privata, compresi i messaggi di posta elettronica;
[...] - i servizi nei quali il contenuto audiovisivo è meramente incidentale e non ne costituisce la finalità principale, quali, a titolo esemplificativo : a) i siti internet che contengono elementi audiovisivi puramente accessori, come elementi grafici animati, brevi spot pubblicitari o informazioni relative a un prodotto o a un servizio non audiovisivo ;
b) i giochi in linea;
c) i motori di ricerca
d) le versioni elettroniche di quotidiani e riviste;
[...]
Valerio Notarfrancesco
- ogni forma di corrispondenza privata, compresi i messaggi di posta elettronica;
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Grazie per la risposta,
solo che leggendo l'art. 4 non è che mi senta molto più sicuro... in realtà un blog che vive di AdSense o simili, e come mission ha la peculiarità di realizzare video guide o video tutorial, a mio parere potrebbe rientrare "servizio di media audiovisivo" e quindi non essere esente dall'articolo 4 pur essendo un blog...
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... Hai ragione, vale purtroppo per tutte le leggi italiane;
rimane sembra un dubbio interpretativo, e, in caso si finisca in tribunale, ogni giudice può decidere in base al suo arbitrio anche contro il comune senso della giustizia e ovvietà: vedi sentenza contro dirigenti Google, ma anche reati contro la persona ben più gravi.Per quanto possa valere la mia opinione, cioè nulla, nella legge si voleva distinguere tra siti che di fatto sono equiparabili a canali audiovisivi (rai.tv ad esempio), da comuni siti internet che ospitano invece al loro interno video.
Valerio Notarfrancesco
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Ciao Carlo75,
purtroppo al momento nessun risposta si può ritenere definitiva. In questi giorni tutti gli esperti stanno portando argomenti a favore di una delle varie tesi in materia, ma non vedo una posizione definitiva che possa porre i cittadini nella sicurezza di ottemperare alle norme.
Il mio modesto parere in questione è il seguente.
Il decreto Romani già pecca di un errore di fondo, perchè sostanzialmente parifica internet ad una televisione, considerando tutti i siti web che producono o distribuiscono contenuti audiovisivi ad un canale televisivo (come la Rai). Il decreto, a seguito di numerose proteste, è stato in parte modificato, inserendo alcuni aggiustamenti. In particolare si è inserito una parte che, sotto forma di elenco, elimina l'obbligo di sottostare al decreto per i siti riportabili al suddetto elenco.
Il punto è che la tecnica normativa non mi pare adeguata, un elenco non è mai esaustivo, e quindi in futuro ci saranno notevoli problemi ad interpretare la legge.
Inoltre, su altri punti sono lasciati poteri regolamentari all'AgCom.
Insomma, al momento non credo si possano avere certezze.In particolare dalla categoria di servizio di media audiovisivo vengono esclusi:
- i servizi che esercitano principalmente attività non economiche e che non sono in concorrenza con i canali televisivi, quali i siti Internet privati e i servizi consistenti nella fornitura o distribuzione di contenuti audiovisivi generati da utenti privati a fini di condivisione o di scambio nell?ambito di comunità di interesse.
Il punto è che si dovrebbe innanzitutto stabilire cosa vuol dire attività principalmente non economica. E' un problema quantitativo ? E' un problema qualitativo ?
E per il concetto di concorrenza, se io vado a vedere un brano di un programma televisivo in rete, quel sito è in concorrenza ?
Per la dizione "siti privati" non mi esprimo, sinceramente non ha alcun senso.
Mentre la parte "servizi consistenti nella fornitura o distribuzione di contenuti audiovisivi generati da utenti privati a fini di condivisione o di scambio nell?ambito di comunità di interesse" è estremamente restrittiva. Se un aggregatore di video ospita anche contributi non privati, oppure a fini non di condivisione (per lucro, pubblicità, informazione, critica...), e comunque non riferiti ad una comunità di interesse (ma rivolti alla totalità del pubblico), non dovrebbero ottenere l'esclusione.Già questi pochi elementi penso siano sufficienti a comprendere come sul decreto suddetto ci siano ancora molti dubbi.
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In ogni caso ringrazio entrambi per le proprie opinioni e spero proprio che presto si definisca meglio questo Decreto, che sostanzialmente sta bloccando un progetto al quale stavamo lavorando da 8 mesi circa... bella sfortuna.
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Perché bloccare un progetto sul quale hai investito tempo e denaro?
Sai quante leggi "inapplicabili" i signori di palazzo emanano?
Me ne ricordo una del 2004 o giù di li che imponeva il deposito di tutti i siti internet presso un apposito ente, mi sembra una biblioteca nazionale di Firenze o Pisa;
furono proprio i dirigenti di quella struttura a scongiurare tutti i webmaster di non ottemperare agli obblighi.Vogliamo parlare della privacy & co? (amministratore di sistema, ecc. ecc)?
Non sto cercando di istigarti a compiere illeciti, ma di proseguire nel tuo progetto, e vedere poi con il tempo come "adeguarsi nella pratica" e operare in legalità.
Valerio Notarfrancesco
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Ti ringrazio Valerio,
è vero che molte leggi sono inapplicabili ma è altrettanto vero che per incompetenza dei giudici e dei CTU nominati, se incorri in qualche causa, puoi passare dei grossi guai.Purtroppo la ditta promotrice del progetto, stando così le cose non se la sente di continuare e sta congelando il tutto in attesa di nuove chiarificazioni. Esclude tra l'altro di rivolgersi a pareri tecnico-legali, visto che la legge è molto soggettiva e quindi difficile trovare qualcuno che si prenda in toto la responsabilità in caso di problemi.
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Ciao Carlo75,
la scelta di avventurarsi o meno è tua, ovviamente, fermo restando che non tutti i punti del decreto sono oscuri.
In ogni caso potresti chiedere direttamente al'AgCom se il sito in questione rientra nella legge o meno.
Non possono esimersi di rispondere e la risposta dell'AgCom ti vale come buona fede nel caso di "loro" errore in materia.
Inoltre potrebbe essere molto interessante un loro parere sulla legge.
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Questo è davvero un ottimo suggerimento al quale non avevo assolutamente pensato! Credi che possa bastare una specie di "interpello" via email, oppure bisogna passare al cartaceo?
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Prova via mail.
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Per dovere di aggiornamento,
ho mandato la bellezza di ben 6 email agli indirizzi email della AgCom, nel giro di un mesetto. Oltre a ricevere la ricevuta di ritorno, nessuno si è mai preso la briga di rispondermi... cosa dovrei fare?
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Brutta faccenda, un cittadino che vuole rispettare le leggi non è messo in condizioni di farlo.
Innanzitutto stampati le mail, poi puoi provare col numero verde telefonico, e per ultimo mandare una raccomandata A/R. Nel caso un giorno dovessi avere problemi, almeno potresti dimostrare la tua buona fede nel voler accertare la situazione.
Altro non saprei dirti!P.S. Il mio modesto parere è che video guide o video tutorial non dovrebbero porre in concorrenza il tuo sito con canali audiovisivi. Ma, come già detto, la mia parola non conta molto in questo caso!