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Arrestato Pasquale Russo (altro duro colpo alla camorra)
La notizia è in prima pagina su interno.it:
"Il boss, dal 1995, era tra i 30 ricercati più pericolosi. Maroni: «Stiamo chiudendo il cerchio dei superlatitanti. Non ci fermiamo, vogliamo vincere la guerra contro ogni forma di criminalità organizzata»"Invece su tgcom afferma che è tra i primi 10 più pericolosi d'Italia.
Non c'è che dire, la lotta alla camorra e alla mafia o al crimine organizzato in questi ultimi 18 mesi è veramente al massimo di questi ultimi decenni, lo dimostrano tutti gli arresti che le forze dell'ordine stanno eseguedo. Oggi o questa notta hanno arrestato Pasquale Russo, uno dei primi 10 latitanti più pericolosi d'Italia. Le forze dell'ordine pezzo dopo pezzo stanno sradicando tutte le mafie d'Italia come lo stesso Maroni afferma nel sito istituzionale.
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Sono molto lieto che abbiano preso vari latitanti e pregiudicati di alto profilo - è uno degli strumenti più efficaci nella lotta alla criminalità organizzata.
Allo stesso tempo, come hanno dimostrato le sconvolgenti immagini dell'omicidio in pieno giorno a Napoli (con i passanti che scavalcavano il cadavere ancora caldo di un uomo senza alcuna esitazione), c'è ben altro da fare se si vuole estirpare davvero il problema.
Quelle immagini di distacco imperturbabile di fronte ai morti ammazzati mi hanno ricordato i fotogrammi dei vecchi filmati di guerra, quando vivi e morti condividevano lo spazio e la presenza dei secondi non turbava più i primi.
Ciò che non si è capito fino in fondo è che in certe parti d'Italia ormai l'umanità è stata appunto disumanizzata e vive come nei territori di guerra, con una sorta di fatalismo passivo che impedisce ogni reazione e fa il gioco dei criminali.
Temo purtroppo che l'arresto dei super-criminali, comunque lodevolissimo, sia poco efficace se le persone "normali" che abitano quei territori e costituiscono il vero tessuto sociale continueranno a passare sopra i cadaveri dei morti come fossero insetti schiacciati.
Qua fuori è un brutto mondo, purtroppo.
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Leonov,
tu hai ragione ma da quando esiste l'essere umano che il mondo va avanti cosi. Ci sono persone che credono realmente di poter cambiare qualcosa e qualcosa realmente cambiano ma in questo mondo siamo più di 4.000.000.000, questa "numerazione" bisognerebbe ricordare. Quindi cominciamo ad emarginare e rinchiudere la parte cattiva, le persone che fanno realmente e troppo male a gli altri.
Una persona come Pasquale Russo ha diritto di essere curato, vestito, cibato, accasato ecc ecc..? Noi dobbiamo mantenerlo?
Ad esempio un senza tetto che non ha mai fatto male a nessuno o a una qualsiasi persona che vive con un disagio sociale, ha più diritti di una persona come Pasquale Russo? Se si perchè manteniamo Pasquale e non un senza tetto?
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Ciao 100siti.
Ribadisco di essere pienamente d'accordo con te quando affermi che per eliminare il Male il primo passo è mettere chi lo compie in condizione di non nuocere, dunque ben vengano gli arresti dei latitanti, dei criminali e di tutti - sottolineo tutti - coloro che vengono riconosciuti colpevoli di reati e ai quali un tribunale commina la pena del carcere (o qualsiasi altra sanzione).
Nella mia riflessione mi limitavo a dire che rinchiudere i rei aiuta, ma se quei malfattori sono il prodotto di un tessuto sociale intrinsecamente criminale (e ce ne sono di sacche della popolazione ormai definitivamente intrise di cultura omertosa, mafiosa e camorristica), allora occorre essere consapevoli del fatto che quei rami della società produrranno nuovi boss e nuovi killer a ciclo continuo, in una spirale senza fine.
Per dirla più brevemente: mettere in carcere il boss di turno quando quello ha moglie, figli, cugini, nipoti, generi, nuore, suocere, cognati, vicini e amici che pure continuano indisturbati a delinquere non è sufficiente; sono d'accordo che aiuti, che sia il primo passo, che sia un ottimo inizio, ma non basterà a vincere la guerra.
Trovo invece più difficile interpretare la seconda parte del tuo ultimo intervento, dal momento che mi sfugge il nesso causale tra un condannato all'ergastolo e un senza-tetto che dorme alla stazione.
La tua ricetta per proteggere gli indigenti e la relazione di questa con i carcerati esattamente quale sarebbe?
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Ciao Leonov, parlare con te e leggere quello che scrivi e nel modo in cui scrivi è sempre piaceole e rilassante e quindi ti leggo e cambio opinioni con te sempre molto volentieri, questo lo vorrei e lo sottolineo con molta gioia e sincerità visto che sono una persona che non legge sempre volentieri ma più che altro ascolta tutte le opinioni.
Ritornando alla mia seconda parte, cerco di spiegarlo in un modo un pò diverso:
hanno più diritti i mafiosi o chi in qualche modo fa del male alla società o chi subisce del male dalla società?
Un assassino ha il diritto di: avere un tette, avere 3 pasti al giorno, avere i vestiti lavati, avere la luce, avere il riscaldamento, avere un avvocato se non ha soldi, avere un dottore.....potrei continuare all'infinito.
Una persona che per molte cause rimane vittima della società che diritti ha? IInvece di manterere bene i criminali in galera non sarebbe meglio aiutare i senza tetto? Aiutare le persone nate invalide?
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Rieccomi.
[Grazie per i complimenti: scrivo con piacere in gt e do il meglio di me qui dentro proprio perché è un luogo che mi ispira fortemente, quindi cerco di impegnarmi a creare i post per benino. :)]
Ti sei spiegato molto chiaramente e adesso la tua posizione mi è decisamente più chiara.
Per come la vedo io, si tratta di due concetti diversi; mi spiego.
Da un lato abbiamo quelli che potremmo chiamare molto genericamente "gli indigenti": senza-tetto, ragazze-madri, orfani, malati anziani, malati cronici, pazzi, bambini maltrattati, persone sole o abbandonate etc.
A costoro lo Stato provvede - meglio: cerca di provvedere - attraverso il cosiddetto "stato sociale", ovvero la rete di servizi e strutture sovvenzionate dalle tasse pagate da tutti (meglio: da tutti quelli che pagano le tasse) e al cui interno si prova a dare una risposta di dignità e aiuto ai bisogni.
Lo Stato dunque realizza orfanotrofi, ospedali, manicomi, case-famiglia, case di riposo, assistenza domiciliare e quant'altro possa servire a dare sollievo a chi soffre.
In Italia i fondi scarseggiano da sempre e non si riesce mai a far fronte a tutte le emergenze, però almeno in teoria il concetto è questo: lo Stato risponde ai bisogni degli indigenti provando da un lato a risolvere le situazioni emergenziali e prioritarie (curare i poveri ammalati, per dire), dall'altro a mettere in atto sistemi economici a lungo termine che possano consentire ai meno abbienti di trovare una sistemazione e provvedere da sé ai propri bisogni (micro-credito, collocamento, agevolazioni sui prestiti, prestito d'onore etc.).
Attenzione! Nella categoria degli indigenti ci sono, tradizionalmente, anche i carcerati.
Le prigioni non sono precisamente luoghi di vacanza o alberghi in cui i detenuti scroccano tre pasti gratis al giorno, ma sono per lo più posti orribili, sovraffollati (lo dice sempre il Ministero dell'Interno, che è fonte ufficiale), pieni di germi, tutt'altro che riscaldati, fatiscenti e per di più frequentati da persone decisamente poco raccomandabili.
Lo Stato allora cosa fa? Cerca di trovare un compromesso tra il concetto di prigionia (ovvero il fatto che un condannato debba soffrire durante la pena, ma anche riflettere su ciò che ha fatto, pentirsi e riabilitarsi) e la nozione di dignità umana che noi consideriamo valida per tutti.
Ora, può certamente capitare che un carcerato stia sporadicamente meglio di un senza-tetto, ma in generale nessuna delle due categorie umane se la passa granché bene.
Non sono mai stato in prigione (grazie al cielo) né ridotto alla canna del gas (grazie al cielo bis), ma non ho nemmeno mai creduto che un carcerato stesse meglio di me o di uno che chiede l'elemosina per strada.
Ci si può domandare a questo punto: ma tutti i carcerati hanno diritto ai "benefici" dello stare in carcere (se di benefici si tratta)?
La risposta è sì, ma non lo dico io: lo dice la Costituzione, che ci fa uguali davanti alla legge, il che non vuol dire soltanto che tutti dobbiamo subire lo stesso tipo di processo senza favoritismi, ma anche lo stesso tipo di trattamento in carcere.
Se uno si ammala in galera, non importa quanto male abbia fatto: va curato come andrebbe curato chiunque altro (condannato o libero).
E di nuovo: gli ospedali penitenziari solitamente non sono centri medici all'avanguardia in cui si fa terapia ad alto livello, ma infermerie fatiscenti dove si fa il minimo indispensabile per rimettere in piedi i malati e rispedirli in cella.
Una possibile via d'uscita sarebbe reintrodurre la pena di morte e eliminare il problema alla radice, ma il condannato va comunque giustiziato solo alla fine del processo (3 gradi di giudizio, tempi della giustizia fino a 40 anni per procedimento, quindi il condannato rischia di morire prima, di vecchiaia), vanno costruite prigioni attrezzate e, come hanno provato le statistiche, uccidere gli ergastolani non fa diminuire la quantità di reati commessi.
Sono personalmente contrario in modo decisissimo alla pena di morte - altri invece sono favorevoli - ma anche se fosse re-introdotta non credo che allevierebbe il sistema carcerario più di tanto (quante persone dovremmo mandare alla sedia elettrica per alleggerire le carceri? E a quali reati estendere questo tipo di pena? Mafia? Omicidio? Strage? Rapina? Stupro? Molestie?)
Ultima osservazione: per quanto io mi reputi una persona perbene, so benissimo che esistono infinite possibilità di sbagliare (raptus di follia quando si trova la moglie a letto con un altro o il marito a letto con un'altra) o di finire immischiati nelle maglie della giustizia (tutti ricordano il caso di Enzo Tortora, incarcerato a causa di uno scambio di identità).
Nel giorno in cui io mi trovassi in condizione di essere carcerato, sarei ben lieto di poter contare su avvocati, medici, pasti caldi e celle vivibili, perché da vittima del sistema vorrei poter scontare la mia pena senza vivere un Inferno.
Attenzione quindi a chiedere a gran voce più severità per i condannati, perché è un attimo ritrovarsi dall'altra parte delle sbarre e patire sulla propria pelle tutti i disagi che chiedevamo per altri di cui non credevamo avremmo mai condiviso la sorte.
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Scusami il ritardo ma sono in vacanza in un'isola nel mare del nord in Germania esattamente Norderney e fra: sauna, bagno turco, piscina con acqua di mare scaldata, massaggi, dar da mangiare alle papere dei laghetti ecc... ecc.. non riesco sempre a collegarmi, poi con il mio portatatile che ha preso un virus, devo chiedere sempre il computer delle mia ragazza.:)
Preciso subito che anch'Io sono contro la pena di morte ma non sono contro alle palle ai piedi.
Sono anch'Io per la riabilitazone ma solo per reati minori come ad esempio vandalismo o semplici furti non a mano armata. invece per chi stupra, uccide non può esistere una riabilitazione per un futuro ingresso nella società ma solo una riabilitazione per un futuro pentimento.
I carceri sono sovraffollati, la colpa sicuramente non è di chi lavora ma di chi delinque e quindi loro stessi sono il male di loro stessi, mi spiego meglio: Io la mattina mi alzo per andare a lavorare e non per uccidere o violentare una donna o peggio un bambino. I soldi che si spendono per la riabilitazione delle persone che violentano bambini o donne Io li userei per aiutare i bambini e le donne e non i violentatori, Loro dovrebbero essere rinchiusi e obbligati a "pedalare su una dinamo per fare energia per aiutare la natura e le persone che vivono onestamente".
Quando arrestano dei mafiosi la cosa che mi fa incavolare e il loro sorriso prima di entrare nella macchina delle forze dell'ordine.
Mi soffermo una una parte che Tu hai scritto:" come hanno provato le statistiche, uccidere gli ergastolani non fa diminuire la quantità di reati commessi".
Io queste statistiche li vorrei vedere, vorrei capire realmente da chi e come sono state fatte e quando.Una cosa è certa uno stupratore che ha violentato un donna e poi condannato e dopo aver scontato la sua pena esce e riviolenta un'altra donna, non deve più uscire dal carcere.