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Mobilità e lavoro autonomo
Buon giorno a tutti,
sono alla mia prima discussione in FORUM GT.
Per caso, navigando in cerca di risposte sono approdato in questo sito scoprendo fra l'altro che altri prima di me hanno posto interrogativi simili.
Ma veniamo al dunque, nel corso della mia carriera lavorativa ho accumulato 38 anni di contributi, non ho potuto raggiungere i 40 anni di lavoro perché ora sono in mobilità, non ho potuto come accadeva nel passato usufruire delle agevolazioni del "lavoratore precoce".
Ora all'età di 56 anni è difficile essere reinserito come dipendente, ho però una discreta richiesta di consulenze tecniche presso aziende che seguivo precedentemente con la mia attività di lavoratore dipendente.
Ora vorrei fare le cose per bene, so che con la nuova finanziaria esiste la possibilità di essere un lavoratore in regime di CONTRIBUENTE MINIMO.
La domanda è: posso essere un lavoratore autonomo senza perdere i benefici contributivi della mobilità?
Grazie a tutti.
GianniZeta
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Può svolgere attività autonoma ma deve chiedere l'anticipazione dell'indennità che gli sarebbe spettata (entro e non oltre 30 giorni dall'inizio dell'attività stessa).
L. 223/1991 art. 7 cooma 5
Circolari INPS n. 70/1996 - 32/2000 - 174/2002su www inps it -> Inps comunica - normativa inps
ovviamente il CONTRIBUENTE MINIMO vale ai fini fiscali; come lavoratore autonomo paghi i relativi contributi all'INPS
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Grazie per la risposta,
adesso dovrò valutare se esiste o meno la convenienza.
GianniZeta
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Ho scoperto solo adesso questo forum, ma sono estremamente interessato al tema del titolo perchè anch'io da pochi mesi sono stato messo in mobilità.
Ma da quanto ho capito la situazione sta in questi termini.
GianniZeta, tu hai accumulato 38 anni di contribuzione e con i contributi figurativi che l'iNPS ti verserà durante la mobilità per i due anni che ti mancano al raggiungimento dei 40 anni, fra due anni maturerai il diritto alla pensone di anzianità.
I contributi figurativi dell'INPS saranno validi sia in termini di periodi temporali per maturare i 40 anni sia per il valore retributivo della pensione. Praticamente, è come se tu continuassi a lavorare con la retribuzione dell'ultimo lavoro svolto: ovviamente, ci smeni, in termini contributivi, se la tua ultima retribuzione comprendeva elementi variabili quali, incentivi, benefits, ecc.Circa la possibilità di svolgere un lavoro autonomo, lo puoi fare, ma perdi ogni diritto connesso alla mobilità: indennità, contributi figurativi, inserimento in lista. Puoi solo chiedere il versamento in un'unica soluzione dell'indennità, ma perdi i contributi.
Praticamente, durante la mobilità, "SEI BLINDATO". Puoi solo sottoscrivere un contratto a tempo determinato. Peccato, però, per il fatto che se sottoscrivi tale contratto a tempo determinato con una retribuzione inferiore a quella da te percepita negli ultimi mesi lavorati, i contributi versati dal tuo nuovo datore di lavoro ti abbasseranno il valore della pensione.
L'alternativa che rimane a chi è in mobilità, ma possiede una professionalità richiesta sul mercato, è lavorare in nero con tutti i rischi connessi.
Io l'ho capita così.
Se qualcun altro ha informazioni differenti dalle mie, prego rispondere.Grazie
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Ciao Pocinchio,
é ormai passato oltre un anno dalla mia entrata in mobilità, ed effettivamente mi sono reso conto, come tra l'altro affermi, di essere in una situazione "BLINDATA".
Mi spiace moltissimo xché il mio lavoro lo facevo con incredibile soddisfazione.
Ma cosa vuoi, fatti due conti non mi conveniva aprire una P.IVA in quanto ho ritenuto di non avere un introito tale da avere un ricavo che mi permettesse una rendita più un accantonamento contributivo, questo neanche adottando una formula in regime di contribuente minimo.
In conclusione anch'io l'ho capita come te, ma nel mio caso, dovendo lavorare con aziende ciò non mi è possibile.
Saluti Gianni Zeta
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Ciao GianniZeta,
non per sapere i fatti tuoi, ma poichè mi trovo nella tua stessa situazione, mi puoi spiegare come hai risolto?
Lavoro autonomo regolare o altra soluzione?
Grazie
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Ciao Paolpi,
per rispondere alla tua domanda, ti posso dire che a parer mio, seppure indirettamente, sono comunque stato un lavoratore autonomo regolare, in quanto l'azienda di consulenza tecnica, per la quale ho collaborato, ha fatturanto normalmente alle aziende a cui ho prestato la mia consulenza, decurtandomi ovviamente tutte le imposte del caso più un compenso a loro spettante e ciò è durato alcuni mesi.
Alla fine della solfa i miei guadagni non sono stati per nulla soddisfacenti, ma sotto il profilo professionale, mi hanno fatto ancora sentire in qualche modo utile e lo stacco dal mondo del lavoro mi è così sembrato meno traumato.
Oggi collaboro ancora in qualche attività, magari senza guadagno alcuno, ma con tanta soddisfazione, mi fa sentire vivo, ....e poi frequento persone discuto con esse e non mi sento un "quasi pensionato" frustrato, sarò un pò sciocco, ..... ma a me piace così.***Gianni ***
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Ho lo stesso problema di altri con una piccola (!!) differenza: sto per accedere alla mobilità volontaria in un'azienda in crisi e ho 32 anni di contributi. Qualche anno fa ho aperto una partita iva per fare delle consulenze. Questa iscrizione, con un massimale di 20.00 euro l'anno (ovviamente per me insuperabili anche perchè non c'è così lavoro) è privilegiata solo per chi ha già un lavoro come dipendente e non ha regime di IVA e non fa cumulo con il reddito dipendente. Pensavo di rimanere in mobilità per sviluppare ulteriormente questa attività per raggiungere i 40 anni di contributi. La mobilità che mi viene proposta è di tre anni e i contributi sono molto preziosi, ne aggiungerei altri 5 a seguire se la mia attività prenderà corpo. Se qualcuno può darmi una risposta sarei davvero grato e metto a disposizione la mia professionalità nell'ambito di AMIANTO e Facility per eventuali altre risposte.
Grazie, Roberto.@GianniZeta said:
Buon giorno a tutti,
sono alla mia prima discussione in FORUM GT.
Per caso, navigando in cerca di risposte sono approdato in questo sito scoprendo fra l'altro che altri prima di me hanno posto interrogativi simili.
Ma veniamo al dunque, nel corso della mia carriera lavorativa ho accumulato 38 anni di contributi, non ho potuto raggiungere i 40 anni di lavoro perché ora sono in mobilità, non ho potuto come accadeva nel passato usufruire delle agevolazioni del "lavoratore precoce".
Ora all'età di 56 anni è difficile essere reinserito come dipendente, ho però una discreta richiesta di consulenze tecniche presso aziende che seguivo precedentemente con la mia attività di lavoratore dipendente.
Ora vorrei fare le cose per bene, so che con la nuova finanziaria esiste la possibilità di essere un lavoratore in regime di CONTRIBUENTE MINIMO.
La domanda è: posso essere un lavoratore autonomo senza perdere i benefici contributivi della mobilità?
Grazie a tutti.
GianniZeta
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L'alternativa che rimane a chi è in mobilità, ma possiede una professionalità richiesta sul mercato, è lavorare in nero con tutti i rischi connessi.
*Io l'ho capita così. *
Anch'io lìho capita così è come se si venisse costretti al lavoro nero.
A questo proposito vorrei sapere se c'è qualcuno che si è fatta un'idea dei criteri seguiti per selezionare i soggetti da controllare. Quanto rischiano gli iscritti in mobilità di subire un accertamento?
In quali casi vengono effettuati i controlli?
Grazie