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inquadratura partita IVA
Salve a tutti,
volevo chiedere alcune cose agli esperti del forum se **possono aiutarmi. Premetto che sono in procinto di aprire una partita IVA e regolare quindi la mia attività che finora è sempre stata occasionale. Volevo che mi aiutaste ad inquadrare meglio la partita IVA più adatta al mio caso e i successivi passi da seguire:
La mia attività si svolge nel campo della comunicazione: mi occupo di marketing, di grafica, di realizzazione contenuti, di costruzione siti, di Seo, di consulenza insomma, il tutto rivolto ad aziende o a privati.
In alcuni casi, a seconda del rapporto collaborativo, mi posso anche occupare di portare clienti direttamente alle aziende (mi pare si chiami lead generation) ma senza vendere direttamente alcunchè: fornisco informazioni ai contatti per conto dell'azienda, espongo loro i servizi/prodotti offerti da quest'azienda, e, se interessati, faccio da mediatore per portare a termine la "transazione" tra cliente ed aziende. Al termine di tutto mi viene corrisposta la provvigione da parte dell'azienda, sulla base di quanto ono riuscito a fargli fatturare.
Questa è tutta la mia attività.
Cosa devo fare ? Andrebbe bene una banalissima partita IVA da libero professionista ? Quale regime fare ? che altre opzioni ho a disposizione? Tenete conto che penso di guadagnare al di sotto dei 30.000 euro annui.
Grazie a tutti e scusate per le domande, ma non so davvero che strada prendere !
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Non scusarti per le domande, questo sito serve apposta!
Allora direi che sei una libera professionista, quindi gli unici obblighi fondamentali sono aprire la Partita IVA e iscriversi alla Gestione Separata dell'INPS.
Purtroppo non puoi accedere al regime agevolato per le nuove iniziative, perchè di fatto stai proseguendo in altra forma un'attività che già svolgevi prima (e questa è una causa di esclusione).
Quindi, ti rimangono due strade: la contabilità semplificata e il regime per i contribuenti minimi.
La prima ha notevoli adempimenti contabili (e quindi un costo superiore presso il commercialista) che la seconda non ha. Inoltre, la prima comporta l'assoggettamento agli studi di settore e la seconda no.
In compenso, la prima ti consente di detrarre l'IVA sugli acquisti e, se hai molti oneri (spese mediche, d'istruzione ecc.) da far valere, è più vantaggiosa sotto il profilo dell'IRPEF. Se invece hai pochi oneri e pochi acquisti, allora è più conveniente la seconda.Comunque, è meglio se ti rivolgi ad un commercialista e analizzate insieme nel dettaglio la tua situazione.
In bocca al lupo!
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Grazie OEJ, davvero gentilissimo e preciso.
prima di verificare i vantaggi dei vari regimi volevo fare alcune osservazioni.
Nessuna scappatoia quindi per entrare nel regime agevolato?Se può essere utile, l'attività che intendo aprire ora da zero è un pò diversa da quella svolta finora (che comunque non era stata da me regolamentata, vista l'occasionalità della cosa). Finora ho fatto il traduttore/consulente per una clinica privata all'estero (belgio) ma quello che ora vorrei fare è una sorta di società di consulenza marketing-grafica-vendita servizi, etc. Ovviamente sarei la sola persona della società e di volta in volta i miei clienti saranno i vari privati/aziende che aiuterò al fine di incrementare la loro produttività (ed essere remunerato di conseguenza).
Il giro di affari potrebbe essere elevato (ma sempre sotto i 30.000 euro) ma anche minimo/nullo (magari in 6 mesi non becco un cent) Per questo è importante regolamentare l'attività in modo che non venga penalizzato troppo da obblighi fiscali, tasse, gestioni inps, etc. Se io guadagno 0, vorrei spendere 0 per irpef, inps, e spese varie. Se il volume di affari cresce, allora pagherei di conseguenza, ma è importante conoscere la % di trattenuta precisa sul reddito prodotto, a seconda dei vari regimi fiscali.
Un'altra cosa, il mio futuro lavoro comporterebbe molte spese che vorrei poter "detrarre" perchè necessarie al mio lavoro, come auto-motorino, telefonia, connessione, affitto, etc). Può essere utile per individuare il regime fiscale più adeguato? Mi pare di capire forse la contabilità semplificata ?? In questo modo, producendo un ricavo di 4000 euro mensile e riuscendo a dichiarare 3000 di spese ad esempio, pagherei soltanto le tasse per quei 1000 euro di reddito, giusto? Vale solo per la contabilità semplificata questa detraibilità ?
E cosa succederebbe se le spese sostenute per la mia attività superassero i ricavi ? ossia se fossi in perdita?grazie e scusate ancora !
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un'ultima cosa OEJ, sei un commercialista ? mi dai qualche tuo riferimento che ti vedo molto preparato dopo aver letto anche dei tuoi vecchi posts
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Non posso ancora fregiarmi del titolo di commercialista, ho l'esame di Stato in corso in questi mesi. Però esercito più genericamente come consulente da un paio d'anni.
E sul forum ci sono persone molto più preparate di me, basti citare Im24y (o come si scrive... :?), o Rubis, o Serdep, o Criceto...Comunque, mi pare di capire che sei maschio! Nella risposta precedente ti avevo preso per una donna!
Allora, andiamo con ordine.
Il regime agevolato è previsto per chi crea una "nuova" iniziativa, nuova a tutti gli effetti. Se i clienti sono i medesimi di prima, o anche solo in parte, è difficile considerarla un'iniziativa nuova.
Direi che è meglio rinunciare a volersi inserire nel regime agevolato piuttosto che rischiare una probabile contestazione. Non pensare, infatti, che il risparmio fiscale sia così elevato da tentare il tutto per tutto! Meglio ricorrere ad un altro regime contabile, pagare qualcosa in più e sapere di essere in regola, secondo me.Nella scelta fra "forfettone" e contabilità semplificata bisogna fare dei calcoli precisi su ricavi e costi... non è possibile dire a priori cosa conviene di più. Le variabili sono davvero tante.
Personalmente, per me stesso ho rinunciato al "forfettone" e ho scelto la contabilità semplificata dopo aver fatto due conti, ma mentirei se dicessi che sarebbe la soluzione ideale per tutti e per sempre.Per quanto riguarda i costi, l'INPS è pari a circa il 25% del reddito netto, mentre l'imposta sul reddito varia dal 20% fisso del forfettone alla variabilità estrema della "semplificata" (perchè oltre alle aliquote - la minima è del 23% - scendono in campo numerose deduzioni e detrazioni).
Tieni conto, comunque, che in futuro puoi cambiare la scelta del regime contabile, non pensare che saresti vincolato a vita. Quindi ti consiglio di fare una scelta e magari fra un anno, a posteriori, vedi meglio quanto guadagni e quanto spendi e in definitiva quale sarà la scelta migliore per il futuro.
Puoi detrarre dai ricavi tutte le spese inerenti la professione, purchè documentate con fattura o altro documento a te intestato.
Per certi beni la quota deducibile è solo in percentuale (auto = 40%; telefonia = 80% ecc.), ma le regole di formaizone della base imponibile sono diverse per il forfettone... ancora una volta c'è da analizzare i tuoi costi specifici.Se chiudi il periodo d'imposta in perdita, IRPEF e contributi INPS sono pari a zero, e la perdita la puoi compensare con altri tuoi eventuali redditi dell'anno.
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Grazie mille per la risposta articolata che dimostra, oltre la tua conoscenza sull'argomento, soprattutto la tua non discriminanza sul genere, infatti mi ha dato corda anche se non sono una donna
I miei clienti comunque sarebbe totalmente nuovi, intendo lasciare definitivamente la precedente attività saltuaria. Sempre zero possibilità per il regime agevolato? Nel caso, la contestazione da quali controlli scaturisce?
Anche a me piace essere in regola, ci mancherebbe non voglio mica fare il furbo della situazione ma sono in cerca del regime più agevolato per me
Il forfettone, se non erro, prevede un carico fiscale del 45.72% nel primo anno di attività e per gli anni successivi circa il 33% (perchè ti puoi detrarre dal reddito le spese INPS del primo anno), correggimi se sbaglio. Mi pare eccessivo per un giovane che intende lavorare in proprio e dunque in modo autonomo Ovviamente non me la prendo con nessuno, è solo una constatazione Nella contabilità semplificata le % di carico fiscale è più o meno equivalente vero? Tieni anche conto che miei costi specifici per l'attività sarebbero quelli tipici di un'attività online che prevede però l'incontro anche fisico con i clienti: computer, telefono, connessione, auto/mezzo di trasporto, ufficio/affitto, pubblicità, spese di alimentazione, etc.E' mica possibile arrivare a dichiare un reddito pari a 0 (o poco di più) ad esempio avendo ricavato 1000 euro in un mese ma avendo fatto anche 1000 euro di spese nello stesso mese ? Non voglio fare inghippi assolutamente ma io so che le spese per la mia attività sarebbero assicurate, dato che devo "muovere il mio mercato" promuovendomi, mentre il ricavo non è per nulla garantito, dato che non so ancora se lo muoverò bene (il mercato). Insomma, i primi mesi è automatico che sarò in perdita dato che devo comunque comprarmi un nuovo computer, fare abbonamento telefonico, etc Come ci si comporta che se riesco a "far passare" ilmio reddito pari a zero o giù di lì? Dove posso conoscere quali sono le spese deducibili/detraibili dalla calcolazione del reddito, in modo da fare tipo un preventivo di costi.
In che senso "la perdita la puoi compensare con altri tuoi eventuali redditi dell'anno" Che redditi intendi?
Grazie mille per l'assistenza, come vedi sono molto inesperto e pieno di dubbi ma ci tengo a fare la scelta migliore che faccia al caso mio. Se hai qualunque suggerimento non farti problemi a dirmi, sei stato comunque già davvero troppo gentile